Home

La Cattedrale


Immagini

cappella-fun-navata-destra
Cappella funeraria navata destra
Sepolcro Mons. G. Ferro
Sepolcro di Mons. G. Ferro
monumento-fun-De-Gennaro
Monumento funebre arciv. M. De Gennaro
monumento-fun- A. D'Afflitto
Monumento funebre arciv. A. D'Afflitto
Cappella del Crocifisso
Cappella del Crocifisso
Cappella di San Paolo
Cappella di San Paolo
La Cattedra Vescovile
La Cattedra Vescovile
Cappella dell'Assunta
Cappella dell'Assunta
Cappella del fonte battesimale
Cappella del fonte battesimale
Cappella del Ss. Sacramento
Cappella del Ss. Sacramento

Itinerario artistico

Un percorso che invita alla scoperta del pregevole patrimonio artistico custodito nella cattedrale

 

Lungo la navata destra, nella prima cappella sono collocati i Monumenti sepolcrali di mons. Aurelio Sorrentino (1977-1990), del cardinale Gennaro Portanova (1888-1908) e di mons. Rinaldo Carnillo Rousset (1909-1926), opera del Piraino; sul pavimento sono le lastre tombali degli arcivescovi Francesco Converti (1872-1888) e Carmelo Pujia (1927-1937).

Nella seconda cappella sul Sepolcro dell'arcivescovo Giovanni Ferro si erge la statua bronzea raffigurante il presule reggino, opera di Michele Di Raco, datata al 1995.

Nella stessa navata, in corrispondenza del transetto centrale, nel 1939 sono stati ricomposti, per volontà dell' arcivescovo Montalbetti, due sacelli marmorei seicenteschi, provenienti dall'antica Cattedrale: i Monumenti funebri degli arcivescovi Matteo De Gennaro e Annibale D'Afflitto. I due monumenti funebri furono commissionati nel 1663 da monsignor Di Gennaro e collocati, in origine, nella Cappella del Sacramento: sono da riferirsi, probabilmente, ad ambito napoletano ed hanno struttura simile, differenziandosi solo nei rilievi figurati.
Nel Monumento De Gennaro lo zoccolo reca un tondo in bassorilievo raffigurante il Sacrificio di Isacco ed ai lati due Leoni reggenti lo stemma arcivescovile; sull'urna è il defunto giacente e, in alto, si erge San Nicola benedicente.
Nel simmetrico Mausoleo D'Afflitto il tondo sul basamento raffigura un episodio della vita dell’arcivescovo: il Presule in visita alle carceri; in alto, in piedi è San Gennaro benedicente. In origine i due monumenti recavano una coppia di Angeli reggenti la croce ed il pastorale, ora dispersi.

Proseguendo lungo la navata destra, nella terza Cappella si venera un pregevole Crocifisso ligneo, scolpito nei primi decenni del XVIII secolo, forse su commissione del canonico Saverio Cama.

A destra del presbiterio conclude la navata la Cappella di San Paolo, nella quale si custodisce un frammento della Colonna ardente, memoria dell' evento prodigioso legato alla predicazione reggina dell'Apostolo, che nel 61 d. C. sancì la nascita della Chiesa locale. Il dipinto raffigurante la Consacrazione episcopale di Stefano da Nicea è opera del messinese Carlo Maria Minaldi, che lo realizzò nel 1823 su incarico dell'arcivescovo Tommasini. Esemplato su modelli settecenteschi, raffigura San Paolo in atto di consacrare Stefano da Nicea primo vescovo della Chiesa reggina; a sinistra, sullo sfondo, è il martirio del Santo vescovo, di San Suera, a lui vicino, e delle tre sante donne Perpetua, Agnese e Felicita.

Nel presbiterio si segnalano: la Cattedra vescovile, opera dello scultore Alessandro Monteleone, e l'Altare, affidato dall'arcivescovo Giovanni Ferro all'artista toscano Antonio Berti e consacrato il 27 maggio 1970. Quest'ultimo ha forma ovale ed è rivestito da un pannello bronzeo, sul quale si snodano Episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento legati alla simbologia eucaristica, espressi con mirabile sintesi plastica e strutturale.

Nella Cappella dell'Assunta, a sinistra del presbiterio, è il dipinto raffigurante l'Assunzione della Vergine, opera del messinese Giuseppe Crestadoro. La pala, originariamente collocata sull' altare maggiore, in seguito al sisma del 1908 fu trasferita nella sacrestia e poi nel 1990 collocata nel sito attuale della ricostruita Cattedrale. In basso a destra la firma "Crestadoro pinxit 180 ... " ne autorizza la datazione al primo decennio del XIX secolo, probabilmente entro il 1804. Le figure della Vergine ascendente al cielo e degli Apostoli riuniti attorno al sepolcro vuoto si dispongono secondo il classico schema piramidale di derivazione cinquecentesca.

Sulla navata sinistra, in corrispondenza del terzo transetto, si apre la seicentesca Cappella del Sacramento, rara testimonianza d'arte barocca nel territorio reggino: scampata ai terremoti del 1783 e del 1908, fu rimontata nell'attuale Cattedrale, e poi restaurata in seguito agli eventi bellici del 1943 e finalmente riaperta al culto nel 1965. La ricca decorazione marmorea è opera del messinese Placido Brandamonte, cui fu commissionata nel 1655: complesse tarsìe figurate con volute, fiori e uccelli animano le pareti, cedendo a motivi geometrizzanti in corrispondenza dell' altare, nei plinti delle colonne in portoro nero e nella cornice, che racchiude la pala dipinta. Perduti gli affreschi tardo-settecenteschi realizzati da Domenico Giordano sulla volta e sulle pareti, unica testimonianza pittorica delle origini è il Sacrificio di Melchisedech del messinese Domenico Marolì, tela firmata e datata al 1665.

Rientrati nella navata sinistra, in corrispondenza del transetto centrale, si osservano i Monumenti funebri degli arcivescovi Enrico Montalbetti e Antonio Lanza, entrambi opera dello scultore Alessandro Monteleone. Il primo, realizzato nel 1949, comprende un sarcofago a cassa, con la figura del defunto giacente e, in alto, una nicchia, entro la quale è collocata una statua del Buon Pastore; ai lati sei formelle bronzee illustrano Episodi dell'episcopato di monsignor Montalbetti. Segue il sacello di monsignor Lanza, del 1960, nel quale in corrispondenza del sarcofago a cassa, con fronte figurata e defunto giacente, è un riquadro in bronzo dorato raffigurante la Disputa di Gesù nel tempio.

Nella prima Cappella è un Fonte battesimale in metallo argentato, realizzato nel 1818 dall'argentiere napoletano Francesco Auria, per incarico dell'arcivescovo Tommasini.

Conclude il percorso all'interno della Cattedrale l'opera più antica in essa conservata: il Monumento funebre dell'arcivescovo Gaspare Ricciulli Dal Fosso, datato al 1588 e recentemente attribuito a Rinaldo Bonanno, scultore di area messinese, attivo nella seconda metà del Cinquecento. In origine il monumento era collocato nell'antica Cappella della SS. Trinità; l'attuale ricomposizione, promossa dall'arcivescovo Montalbetti nel 1940, assembla in modo arbitrario lapide, sarcofago e busto, uniche parti originali superstiti.


1 2 3