Itinerario artistico

Un percorso che invita alla scoperta del pregevole patrimonio artistico custodito nella cattedrale

Nell'adiacente Sala capitolare sono alcuni dipinti, tra i quali i Ritratti degli arcivescovi Matteo Gennaro Piccolomini e Domenico Zicari, eseguiti dal reggino Vincenzo Cannizzaro (1742-1768), ed una tela raffigurante il Transito di San Giuseppe, attribuita alla scuola di Francesco Trevisani (Capodistria, 1656 - Roma, 1746) e in origine collocata nella Cappella di San Giuseppe.

Sulle pareti dell'Ufficio parrocchiale sono collocate due tele provenienti dall'antica Cattedrale. La Predicazione di San Paolo ed il prodigio della colonna ardente, su soggetto del canonico abate Giuseppe Barilla, fu dipinta per la Cappella del Santo da ignoto pittore napoletano della fine del XVIII secolo. Al riguardo, l'arcidiacono Alessandro Maria Tommasini, a Napoli al seguito dell'arcivescovo Capobianco, scriveva al Barilla di ritenere poco probabile che la tela fosse pronta per il settembre 1791; dovette esser ultimata poco dopo e, comunque, entro la data di benedizione della Cappella il 27 ottobre 1793.

Nello stesso vano è esposto il dipinto raffigurante San Michele Arcangelo, San Martino di Tours e San Giovanni di Matha, opera di autore meridionale del XVIII secolo. La tela era collocata in origine sull'altare dedicato ai Santi omonimi, eretto nel transetto destro della Cattedrale ricostruita dopo il terremoto del 1783 ed inaugurata il 10 settembre 1796. Taluni studiosi erroneamente lo identificano col dipinto raffigurante San Giovanni di Matha e San Felice di Valois, commissionato dall'arcivescovo Ybanez y Villanueva (1675-1695), documentato dal De Lorenzo nel 1888 nella Cappella di San Paolo, ma probabilmente andato distrutto nel 1908.

Al Tesoro della Cattedrale appartiene, tra gli altri, un calice di ignoto argentiere napoletano con bollo consolare di Geronimo Di Benedetto, databile tra 1710 e 1733; un ostensorio di bottega napoletana del XVIII secolo; tre anfore per la consacrazione degli oli santi, con stemma dell'arcivescovo Alberto Maria Capobianco (1767-1792), realizzate da un non identificato argentiere messinese tra 1787 e 1789; un reliquiario a ostensorio datato 1757, sul cui piede è raffigurato lo stemma della città di Reggio, San Giorgio ed il drago, entro uno scudo con corona.

di Lucia Lojacono


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