Alberto BonfĂ  (1910-1998)

Alberto Bonfà è nato a Bianco nel 1910 da Pasquale, imprenditore del locale Vino Greco, e da Carmela Perrone. Ha compiuto il suo corso di studi diplomandosi, dopo il liceo, all\'Accademia di Belle Arti di Napoli sotto la guida di illustri maestri: Migliaro, Siviero, Licata. La sua formazione avvenne nell\'ambito della scuola napoletana ispirata al tardo impressionismo e alla pittura della luce. Presto il suo grande amore, la pittura, assorbì tutta la sua vita, tutti i suoi interessi.

Ritornato a Bianco, intraprese sia la professione di pittore che quella di insegnante nel Liceo Artistico di Reggio Calabria, poi nel suo studio di Bianco. Egli si distinse anche nella pittura di soggetti sacri. Tra i suoi affreschi, vi sono due raffiguranti Santa Teresa e Santa Rita che si trovano nel duomo di Reggio Calabria, nelle due cappelle laterali. 

Abile ritrattista, la storia di Bianco gli deve la sopravvivenza della tela storica della Madonna di Pugliano, un quadro dell\'Ottocento del pittore Cavaleri, che fu rubato negli anni Settanta. 

E\' sua dunque la raffigurazione che si trova oggi nell\'omonimo santuario di Bianco, che ogni anno, precisamente il 15 Agosto, sfila per le vie della città. Molti dei suoi quadri si trovano in svariati posti prestigiosi del mondo: alcuni arricchiscono la Pinacoteca Civica di Reggio Calabria; tre quadri raffiguranti degli splendidi paesaggi si trovano nel palazzo del Quirinale a Roma, altri nel Palazzo di Montecitorio, ed ancora in musei americani (ricordiamo la galleria di W. H. Stokes Jr. di Pittsburg in Pensilvania). 

Ha partecipato molte volte a festival di pittura di Ravenna, dove nel 1971 ha vinto la medaglia d\'oro della Presidenza della Repubblica. I quadri presentati a Ravenna denunciano una nuova fase del percorso espressivo dell\'artista. Egli, pur mantenendo della sua cifra originaria la liquidità e la trasparenza della luce, dimostra un interesse sempre più accentuato verso un racconto pittorico di tipo espressionista. Egli va concentrando la sua attenzione sul linguaggio delle cose, sul loro autonomo protagonismo, espresso attraverso una materializzazione plastica ottenuta sempre tramite l\'uso particolare del colore. Ecco che i soggetti preferiti diventano le barche, sui canali della Romagna come sulle spiagge bianchesi, solitarie o in coppia, la cui esplosiva corporeità è la corposità del colore, che nutre e ne fa creature parlanti. 

E' questa l'ultima stagione del pittore-poeta Alberto Bonfà, che muore a Bianco nel luglio del 1998.

Il suo nome è citato da più di un Dizionario dell\'Arte Contemporanea, mentre ebbe l\'onore di essere iscritto in alcuni esclusivi sodalizi ed associazioni, quali "L\'Accademia Romana del Cinquecento" e la "Pubblio Virgilio Marone". Numerose riviste, come "Mondo Europeo", "Calabria letteraria", "Arte nostra", "Mondo lirico", "La follia di New York" e diversi quotidiani, hanno parlato favorevolmente ed entusiasticamente di questo delicato artista. 

 

tratto dal sito dell'artista