Inizia la Settimana Santa: Rimani con noi, Signore, nell'ora della prova!
News del 22/03/2013 Torna all'elenco delle news
Il cammino di Quaresima anche quest'anno volge al termine.
È stato così intenso e pieno di avvenimenti e di vicende, soprattutto per la vita della Chiesa, ma anche per la nostra società civile, che ci è passato via quasi inosservato, e la Pasqua ci coglie alla sprovvista. Però il cammino volge al termine, si compie; e si compie anche il nostro grazie al Padre per averci sempre e comunque manifestato la sua misericordia, il suo perdono, la sua vicinanza e la sua fiducia.
Ma ora, Signore, ti preghiamo, e ti chiediamo di non abbandonarci, al termine di questo cammino. Ti chiediamo di rimanere con noi, perché questa è l'ora decisiva. È l'ora della prova.
Rimani con noi, Signore, perché questo cammino che si è concluso non apre direttamente la porta della fede su un destino di gloria, ma sulle tenebrose vicende umane di una settimana di passione.
Rimani con noi, come sei rimasto con noi nel deserto, dove abbiamo sentito fame e sete e abbiamo creduto di poterci sfamare da soli; dove abbiamo creduto che tutto quanto esiste era in nostro possesso; dove ti abbiamo sfidato perché tu facessi quello che noi ti dicevamo di fare.
Rimani con noi, come sei rimasto con noi sul monte della Trasfigurazione, dove i nostri sogni di gloria sono passati subito in secondo piano non appena la nube del mistero ha avvolto la nostra vita.
Rimani con noi, come sei rimasto con noi nel bel mezzo della tua vigna, dove sei venuto a cercare in noi frutti di bontà, di mitezza e di giustizia e non hai trovato che sterili foglie.
Rimani con noi, come sei rimasto con noi mentre, esiliati in un paese lontano, abbiamo sperperato tutto, vivendo di nostalgia per la casa del Padre; oppure, abitanti fedeli della Casa di Dio, non siamo stati capaci di gioire per il ritorno di chi se ne era allontanato.
Rimani con noi, come sei rimasto con noi quando, prostrati nella polvere e spalle contro il muro, stavamo per essere lapidati da chi ci voleva santi e per primo non era capace di esserlo.
Rimani con noi, che ora ti osanniamo e subito dopo metteremo a tacere chi lo fa', e ti tradiremo, ti consegneremo nelle mani di chi ti farà morire, e magari prima diremo a tutti che noi non ti lasceremo mai, che ti seguiremo sulla croce, e poi negheremo addirittura di conoscerti; e poi ancora ci laveremo le mani dell'ingiustizia commessa nei tuoi confronti, e ti getteremo in mano ai tuoi aguzzini, e preferiremo a te un assassino, e addirittura fino all'ultimo ti insulteremo perché non sei stato un Dio potente, capace di salvarci da morte sicura...
Rimani con noi: e fissa ancora su di noi il tuo sguardo, perché possiamo uscire fuori a piangere amaramente, consapevoli di quanto grande sia la tua tenerezza con noi.
Rimani con noi: e perdonaci in ogni momento, fino all'ultimo, quando - sia pur per interesse - abbiamo la sfrontatezza di chiederti perdono per entrare con te nella tua gloria.
Rimani con noi, anche quando tutto sarò finito e ci metteranno una bella pietra sopra.
Rimani con noi, anche quando i nostri occhi saranno incapaci di riconoscerti e il nostro cuore sarò duro e tardo nel capire le parole dei profeti.
Rimani con noi, perché ci farai ardere il cuore in petto, e i nostri occhi ti riconosceranno quando, come in quell'ultima cena, spezzerai ancora il pane per noi.
Omelia di don Alberto Brignoli
Chi decise la morte di Gesù?
Entriamo nella più grande settimana dell'anno liturgico. La più grande perché, liturgicamente, è addirittura santa. L'unica santa settimana dell'anno perché ricorda i fatti sconvolgenti della nostra salvezza.
Quali palme dobbiamo stendere?
Nel Vangelo delle Palme vediamo la folla che stende mantelli e palme davanti al passaggio di Gesù, e io quel giorno mi sono chiesta cosa potevo stendere davanti al Signore che gli fosse più gradito e ho fatto una piccola esperienza che mi ha confermato come lo Spirito sia uno e parli un unico linguaggio. Ero in cappella distesa davanti all'altare e di colpo allungo il braccio per prendere il breviario. Lo apro alla pagina dove c'era la seconda lettura della liturgia delle ore e vi leggo questo bellissimo commento di S Andrea di Creta: "Corriamo anche noi insieme a colui che si affretta verso la passione e imitiamo coloro che gli andarono incontro. Non però per stendere davanti a lui, lungo il suo cammino, rami d'ulivo o di palme, ma come per stendere in umile prostrazione e in profonda adorazione, dinanzi ai suoi piedi, le nostre persone. Accogliamo così il verbo di Dio che avanza e riceviamo in noi stessi quel Dio che nessun luogo può contenere. Stendiamo dunque noi stessi, rivestiti della sua grazia. O meglio di tutto lui stesso, poiché quanti siamo stati battezzati in Cristo ci siamo rivestiti di Cristo. Prostriamoci dunque davanti a lui come tuniche distese "Ecco la conferma che ho avuto: il Signore vuole noi e non palme o mantelli... il che è molto più impegnativo e coinvolgente. Oltre che sconvolgente...
Ma chi guidò le operazioni in quel processo?
Sappiamo che il processo che condannò Gesù fu il processo più falso che sia mai stato fatto.
Ma chi diresse realmente le operazioni in quel finto processo? I sommi capi? Il popolo? I Romani? Nessuno di loro; l'unico a dirigere le operazioni fu Gesù stesso. Quante volte avevano tentato di gettarlo giù dal monte, o di lapidarlo ma non erano mai riusciti, perché? Perché non era giunta la sua ora. Gesù aveva sempre detto: "La mia vita nessuno me la toglie, ho il potere di darla e di riprenderla di nuovo". E quando morì di cosa morì? Morì forse di tetano, d'infarto dovuto alle torture e alla posizione sulla croce, o ad altri accidenti organici, come affermano alcuni chirurghi? Niente di tutto questo: Gesù morì quando disse: "Padre nelle tue mani affido il mio spirito". MORI' QUANDO LO VOLLE. Emise l'ultimo respiro quando liberamente volle emetterlo. La sua vita nessuno gliela tolse, neanche la morte. La sua ora la decise Lui!
Come morì Gesù?
Dice San Tommaso d'Aquino nel "De Verbo Incarnato" che in Gesù non c'era abbastanza corruzione corporea per far sì che l'anima potesse abbandonare il corpo, neanche dopo le torture inflittegli sulla croce, ma ci fu il suo libero atto di donazione al Padre. In Gesù non poteva verificarsi quella morte che accadrà a tutti noi: cioè che il corpo sia così corrotto e mal ridotto da non poter più reggere l'anima, che allora gli sfuggirà. No! In Gesù quell'ora venne quando lo decise lui, liberamente. Se no chissà quante altre volte sarebbe giunta!...
Ma perché Gesù volle affrontare quella morte così atroce quando, essendo Dio, avrebbe potuto salvarci con un sorriso in quanto ogni suo atto, essendo divino, aveva un valore infinito? "Perché quello che bastava per la nostra salvezza, non bastò per il suo amore". (San Francesco di Sales).
E questa è la prova irrefutabile della sua divinità: solo Dio sceglie liberamente di salire in Croce; gli uomini fanno di tutto per scenderne. Ma Gesù vi è salito liberamente e non ha voluto scendere proprio perché era Dio.
Tewsto di Wilma Chasseur
tratti da www.lachiesa.it