Santo del giorno 6 aprile: san Pietro da Verona

News del 06/04/2024 Torna all'elenco delle news

San Pietro da Verona martire domenicano, sepolto all'interno della Basilica di Sant'Eustorgio a Milano  città dove predicava. Nominato inquisitore dal Papa Innocenzo IV per la sua straordinaria capacità di predicazione mise ben presto talmente in difficoltà gli eretici lombardi che questi decisero di farlo tacere per sempre. Salì agli onori degli altari a meno di un anno dalla morte per il fatto che la sua morte aveva provocato un numero notevole di conversioni tra gli eretici. 

E' secondo patrono  della città di Como.
 

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Martirologio Romano: Presso Milano, passione di san Pietro da Verona, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori e martire, che, nato da genitori seguaci del manicheismo, abbracciò ancor fanciullo la fede cattolica e divenuto adolescente ricevette l’abito dallo stesso san Domenico; con ogni mezzo si impegnò nel debellare le eresie, finché fu ucciso dai suoi nemici lungo la strada per Como, proclamando fino all’ultimo respiro il simbolo della fede.

Nacque a Verona nel 1203 ed entrò in età giovanile nell’ordine del Frati Predicatori. Dopo gli studi compiuti a Bologna, dove conobbe san Domenico, frequentò numerose città, soprattutto dell’Italia centrale, facendo da piacere nelle contese e infiammando gli animi alla fede. Nel 1251 fu nominato da papa Innocenzo IV inquisitore di tutta l’Insubria. Eletto priore del convento di san Giovanni in Pedemonte di Como (che sorgeva sull’area dell’attuale stazione ferroviaria), con la parola evangelica più che con la severità inquisitoria convertì gli eretici alla retta dottrina. Vittima di un complotto lungo la strada da Como a Milano, fu ucciso a colpi di roncola il 6 aprile 1252. Dal 1691 san Pietro da Verona è il secondo patrono della città di Como.

 

San Pietro Martire: una storia di sangue, fede e devozione

Sulla vicenda umana del Santo poco si conosce e soprattutto sul quadro storico in cui si inserisce il suo assassinio, ovvero quello dei movimenti ereticali che nel XIII secolo sconvolsero l’Europa Occidentale.

Nominato inquisitore dal Papa per la sua straordinaria capacità di predicazione, il frate domenicano, originario di Verona ma attivo a Milano, mise ben presto talmente in difficoltà gli eretici lombardi che questi decisero di farlo tacere per sempre. Così, il 6 aprile 1252, mentre Pietro si stava recando da Como a Milano, nei pressi di un bosco a Barlassina venne assalito da un sicario il quale lo colpì violentemente alla testa con un falcastro (un grosso coltello ricurvo) ferendolo mortalmente.

«L’aspetto singolare di questa vicenda- ha detto il professor Merlo- è che Pietro salì agli onori degli altari in tempi rapidissimi, a meno di un anno dalla morte, per questo dobbiamo chiederci quali motivazioni storiche siano all’origine della sua canonizzazione».

Una risposta si trova nella stessa lettera di canonizzazione emessa da papa Innocenzo IV. «Non è stato santificato l’inquisitore- sottolinea il professore-  ma il martire per Gesù Cristo,  soprattutto per il fatto che la sua morte aveva provocato un numero notevole di conversioni, molti infatti furono gli eretici che tornarono nell’alveo della Chiesa romana».

Ecco allora una prima spiegazione della canonizzazione di Pietro da Verona: l’inquisitore che reprime diventa l’agnello sacrificale e il modello di redenzione da seguire. Molti eretici, soprattutto catari, si convertirono e entrarono a far parte degli ordini religiosi detti “mendicanti” o “frati predicatori”, come lo erano i domenicani, anzi Innocenzo IV abolì l’anno di noviziato per i convertiti.

Un secondo aspetto sul quale il professore ha voluto soffermarsi è stata la nascita dell’Inquisizione all’interno degli scontri di potere tra papato e impero, in particolare tra Innocenzo IV e  l’imperatore Federico II di Svevia, che morì qualche anno prima dell’assassinio di Pietro da Verona.

«Dobbiamo lasciarci alle spalle la letteratura neogotica sugli inquisitori, che li trasforma in una sorta di leggendari detective- ha spiegato Merlo- ed è un errore pensare  che l’Inquisizione sia stata istituita dalla Chiesa romana semplicemente perché spaventata dagli eretici, dobbiamo infatti inquadrarla all’interno di un preciso progetto politico, secondo il quale il papato doveva essere riconosciuto come unico vero potere all’interno della cristianità».

La stessa costruzione nella basilica di  Sant’ Eustorgio a Milano dell’arca per conservare il corpo del Santo fa parte di un progetto politico. «La figura di Pietro da Verona – conclude il professore- servì ai Visconti, all’interno della cui famiglia c’era stato un Vescovo inizialmente non riconosciuto dal Papa, per ricongiungersi con la Chiesa romana, attraverso i frati predicatori» (chiesadimilano.it)