Santo del giorno 8 aprile: sant'Agapo
News del 08/04/2024 Torna all'elenco delle news
Sant'Agapo o Agabo venerato come santo anche dalle chiese ortodosse. Era un membro della prima comunità cristiana di Gerusalemme dotato, secondo gli Atti degli Apostoli, del dono della profezia: annunciò una grande carestia e all'apostolo Paolo che si trovava a Cesarea di ritorno dal suo terzo viaggio missionario predisse la prossima prigionia e le torture che avrebbe subito.
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Martirologio Romano: Commemorazione di sant’Ágabo, profeta, che, come attestano gli Atti degli Apostoli, profetizzò, mosso dallo Spirito, una grande carestia su tutta la terra e le torture inflitte a Paolo da parte dei pagani.
Sant'Agabo profeta non è che uno della miriade di personaggi citati da San Luca negli Atti degli Apostoli. Vissuto a Gerusalemme nel I secolo dell'era cristiana, il suo strano nome forse non è che una deformazione greca di un termine semitico.
Nel libro suddetto compare la prima volta nel capitolo 11, collocato in una più ampia categoria di “profeti” giudeo-cristiani, come erano note alcune figure carismatiche, tra i più fervidi testimoni di Cristo, dotati di particolari carismi che permetteva loro di scrutare i cuori, nonchè di prevedere eventi futuri. Lo steso apostolo Paolo d'altronde, elencando i “carismi”, cioè gli speciali doni dello Spirito Santo, collocò la profezia addirittura al secondo posto dopo la missione apostolica (1 Corinzi 12,28).Agabo è dunque uno dei “profeti che scesero da Gerusalemme ad Antiochia” e come racconta Luca: “Alzatosi in piedi, egli annunziò per impulso dello Spirito che sarebbe scoppiata una grave carestia su tutta la terra. Ciò che di fatto avvenne sotto l'impero di Claudio” (11,28). In effetti attorno al 49-50 l'impero romano soffrì un simile periodo, prima in Grecia e poi a Roma e nel resto del bacino mediterraneo. L'annunzio compiuto da Agabo aveva in realtà una finalità intrinseca di solidarietà: la più ricca comunità cristiana di Antiochia di Siria infatti si autotassò per sostenere i fratelli più poveri della Giudea (11,29).Agabo riapparve poi più avanti, quando San Paolo si diresse per l'ultima volta a Gerusalemme. Giunto al porto di Cesarea, fu ospitato da un “evangelista” cristiano, un certo Filippo appartenente alla cerchia dei Sette Diaconi, che aveva quattro figlie anch'esse dotate del carisma profetico. Dalla Giudea sopraggiunse anche Agabo che nuovamente riuscì ad intuire il futuro, in questo caso dell'apostolo delle genti.
“Agabo, presa la cintura di Paolo, si legò i piedi e le mani e disse: Questo dice lo Spirito Santo: l'uomo a cui appartiene questa cintura sarà legato così dai Giudei a Gerusalemme e verrà consegnato quindi nelle mani dei pagani. All'udire questo, noi e quelli del luogo pregammo Paolo di non andare più a Gerusalemme. Ma Paolo replicò: Perché fate così, continuando a piangere e a spezzarmi il cuore? Io sono pronto non soltanto a essere legato, ma a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù”(At 21,11-13).
Qualsiasi altra notizia leggendaria su questo misterioso personaggio neotestamentario è da ritenersi pura fantasia, in quanto le uniche certezze sul suo conto sono date dai pochi passi citati su di lui contenuti negli Atti degli Apostoli (santiebeati.it)
Agabo. Profeta tra gli apostoli, indicò il destino di Paolo
La tradizione dei profeti, che con le loro parole sul futuro richiamavano il popolo a curare il rapporto con Dio, non si ferma all'Antico Testamento: negli Atti degli Apostoli, ad esempio, appare per due volte sant'Agabo, profeta. Lo si vede la prima volta, al capitolo 11, ad Antiochia annunciare una carestia. Un annuncio che spinse la comunità cristiana locale a fare una colletta di solidarietà per coloro che poi si trovarono in difficoltà soprattutto in Giudea. Agabo, poi, ritorna al capitolo 21 quando predice la sorte di san Paolo: legato dai Giudei a Gerusalemme. Parole che danno l'occasione all'apostolo di testimoniare il suo amore per Cristo. Così è la profezia: scomoda, ma espressione di quel mistero che continua a guidare la storia nel segno della verità. Ai battezzati, profeti di oggi, saperla cogliere. (avvenire.it)