2-3 marzo 2013: il Museo Diocesano di Reggio Calabria aderisce alle Giornate Nazionali dei Musei Ecclesiatici

News del 01/03/2013 Torna all'elenco delle news

L'Associazione Musei Ecclesiastici Italiani (AMEI) lancia per sabato 2 e domenica 3 marzo prossimi la prima edizione delle Giornate Nazionali dei Musei ecclesiastici, un'iniziativa volta a promuovere la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio dei musei d'arte sacra, attraverso due giorni di apertura gratuita e visite guidate negli oltre 200 siti appartenenti all'Associazione, a tutti i musei che saranno interessati ad aderire all'evento e alle esposizioni temporanee in corso. Si tratta quindi di Musei diocesani o di cattedrali, chiese e confraternite dislocati in tutto il territorio della Penisola, spesso non sufficientemente conosciuti ma detentori di una ricchezza e una varietà di beni e apparati di grandissimo valore.

Il Museo diocesano "Mons. Aurelio Sorrentino" di Reggio Calabria aderisce promuovendo le seguenti iniziative:

Aperture straordinarie:
sabato 2 marzo h 9-13 e 17-19
domenica 3 marzo h 10-13

Ingresso e visite guidate gratuiti.


Visite guidate:
• sabato 2 marzo h 17,00
• domenica 3 marzo h 10,30 e h 12,00
 

Informazioni e prenotazione visite:
Tel. 3387554386
E- mail: info@museodiocesanoreggiocalabria.it


In Calabria i Musei aderenti all’iniziativa sono nove: in particolare, i Musei diocesani di Reggio Calabria, di Oppido Mamertina, di Catanzaro, di Santa Severina, di San Marco Argentano, di Cassano allo Ionio e di Rossano, cui si aggiungono il Museo diocesano-Tesoro della Cattedrale di Gerace ed il Museo dell’Arciconfraternita del Carmine a Bagnara Calabra.

Comunicato Stampa dell'iniziativa
 

IN CALABRIA SCRIGNO DI TESORI POCO CONOSCIUTI 
“Il più delle volte, parlando di musei d’arte sacra, il pensiero corre a luoghi inaccessibili e polverosi, depositi dove il tempo sembra essersi fermato.
Ciò perchè un tenace pregiudizio impedisce al potenziale visitatore di oltrepassare la soglia di un museo religioso che, di per sé, non è né un’aula di catechesi, né un luogo liturgico, né tantomeno una scuola teologica, anche se con questi luoghi e con le funzioni che in essi si svolgono intrattiene significative relazioni.
Nonostante il loro rilevante numero (un migliaio all’incirca), i musei religiosi in Italia costituiscono di fatto una realtà ‘invisibile’, per lo più sconosciuta al grande pubblico.
Sono i “Musei cancellati”, nonostante siano regolarmente aperti al pubblico, siano davvero tanti (più di mille in tutta Italia, trentatré in Calabria), ricchissimi per patrimonio e per attività e siano ospitati in luoghi e monumenti tra i più belli delle città italiane.
I “Musei cancellati” sono quelli che vanno sotto l’aggettivo di “Ecclesiastici”, ovvero Musei Diocesani, di Cattedrali, Chiese, Confraternite disseminati lungo l’intera Penisola, da nord a sud, isole comprese; un immenso patrimonio che ai più è del tutto ignoto, scarsamente segnalato dalle guide turistiche delle città, “snobbato” da un certo ambiente culturale, soffocato da un’immagine di polverosità e noia che è assolutamente lontana dalla realtà di queste istituzioni.
In Calabria la guida Musei religiosi italiani, pubblicata dal Touring Club nel 2005, ne ha censiti trentatré, evidenziandone le peculiarità: si va dalla piccola raccolta, ospitata magari in un’unica vetrina collocata all’interno di una chiesa, al museo di ampie dimensioni, allestito e organizzato secondo i più aggiornati standard museali.
Ciò che accomuna questa variegata compagine museale è la tipologia di beni conservati ed esposti al pubblico: opere d’arte sacra (in gran parte dismesse) provenienti dal territorio su cui il museo gravita, indissolubilmente associate a quel patrimonio immateriale di spiritualità e di fede che esse evocano. Di qui il fortissimo radicamento che queste istituzioni stabiliscono con la comunità di riferimento e il loro ruolo di ‘presidio’, se così si può dire, dell’identità non solo religiosa, ma culturale in senso lato di quella stessa comunità.
In questi musei la decontestualizzazione delle opere - prezzo che qualsiasi processo di musealizzazione implica - avviene in modo meno drastico: l’inevitabile affievolimento del significato che l’opera rivestiva nell’ambito della celebrazione liturgica o in relazione a specifiche pratiche devozionali viene compensata attraverso l’allestimento, gli apparati didattici, i sussidi multimediali, i progetti di valorizzazione e di educazione al patrimonio, il costante rapporto con le comunità da cui le opere provengono. Tutte ‘buone pratiche’ che insieme concorrono a ricomporre il contesto di provenienza del bene esposto.
Anche la scelta della sede nella quale collocare istituzioni di questo tipo concorre a riannodare il nesso tra bene esposto e funzione originaria: i musei religiosi sono infatti per lo più allestiti in antichi complessi monumentali di grande valore storico-architettonico, quali chiese, sacrestie, palazzi episcopali, cappelle, chiostri, matronei, oratori, canoniche, monasteri, seminari” (dal Comunicato stampa AMEI)
Per concorrere a rendere finalmente ‘visibile’ questa straordinaria realtà museale, unica per ciò che conserva ed evoca, l’AMEI (Associazione Musei Ecclesiastici Italiani), nata nel 1996 per contribuire all’istituzione, valorizzazione e conservazione dei musei religiosi d’Italia, lancia le Giornate Nazionali dei Musei ecclesiastici.
Il 2 e il 3 marzo 2013 i musei religiosi aderenti all’iniziativa apriranno le loro porte al pubblico con ingressi gratuiti e proposte di vario genere (visite guidate, incontri a tema, laboratori, concerti, spettacoli, ecc.).
In Calabria i Musei aderenti all’iniziativa sono nove: in particolare, i Musei diocesani di Reggio Calabria, di Oppido Mamertina, di Catanzaro, di Santa Severina, di San Marco Argentano, di Cassano allo Ionio e di Rossano, cui si aggiungono il Museo diocesano-Tesoro della Cattedrale di Gerace ed il Museo dell’Arciconfraternita del Carmine a Bagnara Calabra.
Realtà museali di gran pregio per il rilievo architettonico degli edifici storici che li ospitano e la preziosità delle opere d’arte esposte, i Musei ecclesiastici calabresi suindicati in occasione delle Giornate Nazionali di sabato 2 e domenica 3 marzo 2013 garantiranno aperture straordinarie, ingressi gratuiti, visite guidate e laboratori didattici offerti previa prenotazione, contattando i singoli Musei.
In un ideale itinerario visivo che da sud a nord attraversa la Calabria, nel Museo diocesano di Reggio Calabria, allestito nell’ala tardo-settecentesca del Palazzo arcivescovile, è possibile sorprendersi per qualità estetica e perizia tecnica del Pastorale quattrocentesco in argento e smalti dell’arcivescovo napoletano Antonio De’ Ricci, ma anche per il pregio della tela settecentesca con la Resurrezione di Lazzaro attribuita al napoletano Francesco De Mura o del prezioso Parato nobile settecentesco di manifattura lionese appartenuto alla Confraternita della Santissima Annunziata.
Il Museo diocesano di Gerace conserva il prezioso Tesoro della Cattedrale dell’Assunta: destano l’ammirazione dei visitatori, in particolare, la Stauroteca del XII secolo, in lamina d’oro, pietre dure e perle, ascrivibile, forse, ai laboratori di oreficeria normanna in Sicilia, ma anche il Calice in filigrana d’argento del 1726, opera di argentiere siciliano, appartenuto a mons. Diez De Aux (1689-1726) e ancora lo splendido busto reliquiario di Santa Veneranda, opera commissionata al messinese Sebastiano Juvarra nel 1704 dalla badessa del Monastero di S. Anna.
Tra le emergenze d’arte esposte nel Museo diocesano di Oppido risalta una raffinatissima testimonianza di arte scultorea rinascimentale, un busto di San Sebastiano, parte dell’Altare Correale di Terranova Sappo Minulio, databile al 1490-1491 e attribuito al toscano Benedetto da Maiano.
All’Arciconfraternita del Carmine a Bagnara Calabra, annesso alla chiesa è un Museo con una Sezione archeologica, ove sono esposti i reperti venuti alla luce, in particolare, in occasione degli scavi nel Colle di Martorano, sito abitato sin dall’Età Neolitica, nell’Età dei Metalli e, attraverso quella bizantino-normanna, ininterrottamente fino alla Moderna; nella Sezione dedicata all’arte sacra, tra gli altri, risalta un prezioso Tronetto eucaristico in argento, realizzato dal napoletano Giuseppe Rossi tra 1856 e 1857.
A Catanzaro, ospitato nel Palazzo Vescovile, il Museo diocesano espone, in particolare, pregevoli parati sacri databili dal XVIII al XX secolo, esito della nobile manifattura tessile catanzarese: tra tutti spicca il raffinato Piviale appartenuto a monsignor Emanuele Spinelli, arcivescovo di Catanzaro dal 1714 al 1727, arricchito, su fondo cremisi e oro, da merletti in trina aurea e dallo stemma del casato della nobile famiglia napoletana; nello stesso Museo è un dipinto su tela raffigurante San Nicola vescovo, attribuito a Mattia Preti, l’artista calabrese più noto nel mondo nato a Taverna nel 1613 e morto nel 1699.
Il mirabile scenario urbanistico e architettonico di Santa Severina ospita, nel Palazzo vescovile, il Museo diocesano, tra le cui opere più significative uno Spillone da piviale in oro, smalti e vetri, databile agli inizi del XV secolo, e due opere raffiguranti Sant’Anastasia, l’una un dipinto su tela opera di Fabrizio Santafede (1560-1634) e l’altra una scultura in argento di autore napoletano del 1792.
Tra i tesori d’arte esposti nel Museo diocesano di Cassano allo Ionio sarà possibile ammirare splendidi vassoi in rame quattrocenteschi, usati per la questua e provenienti da Norimberga e il trittico dipinto su tavola di Pietro Befulco (pittore di origine salernitana, attivo a Napoli fra il 1471 e 1503) raffigurante la Madonna in trono e i Santi Teodoro e Girolamo, opera firmata e datata 1500.
Allestito nell’ex chiesa di San Giovanni degli Amalfitani (XII secolo) il Museo diocesano di San Marco Argentano espone una preziosa Croce reliquario processionale degli inizi del Trecento, raffigurante il Cristo vivente, che la tradizione vuole donata da Roberto il Guiscardo all’Abbazia di Santa Maria della Matina e, ancora, un busto argenteo di San Nicola, esito di scuola napoletana del XVIII secolo.
A Rossano, infine, il Museo diocesano conserva ed espone un’opera nota in tutto il mondo, il Codex
Purpureus, codice greco membranaceo del VI secolo, un Evangeliario che deve il suo nome al color porpora delle pagine scritte in lettere argentee in carattere onciale, composto da 188 fogli e ornato da 15 mirabili miniature, verosimilmente d’arte siriaca; tra le altre opere esposte, l’Anello di San Nilo, in bronzo e pasta vitrea databile al XIII secolo, e un ostensorio cinquecentesco detto Sfera greca, di artefice napoletano o romano.
Oltrepassare la soglia dei nostri Musei ecclesiastici vuol dire vincere un pregiudizio, lasciarsi sorprendere da ciò che questi luoghi conservano ed espongono, ricomporre significativi frammenti della storia personale e collettiva, materiale e immateriale, che il patrimonio di arte sacra della terra di Calabria racconta.