Solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria
News del 15/08/2009 Torna all'elenco delle news
La Chiesa celebra il 15 agosto la festa dell'Assunzione di Maria al cielo. In Oriente veniva chiamata "Dormitio Virginis". Ed è bella l'antica leggenda che narra, appunto, la morte di Maria come un addormentarsi. Mentre si stava avvicinando il giorno della fine terrena della madre di Gesù, gli angeli avvertirono gli apostoli sparsi nelle varie parti del mondo, i quali subito si recarono attorno al letto di Maria. Potremmo dire che si ricomponeva, in certo modo, la scena del giorno di Pentecoste, quando essi, nel cenacolo, erano "perseveranti in preghiera con Maria"(At 1,4). Ora sono nuovamente attorno a lei, dopo molti anni da quel giorno, e magari le raccontano anche tutte le meraviglie che il Signore ha compiuto attraverso la loro predicazione. Il miracolo della Pentecoste non si era fermato: tante comunità cristiane erano nate in numerose città. Quel piccolo seme era divenuto un albero con molti rami. Narra la leggenda che, non appena gli apostoli terminarono il racconto, Maria si addormentò. Questa scena è divenuta, in Oriente, l'icona che descrive la festa odierna: al suo centro c'è Gesù che tiene tra le sue braccia una bambina, è Maria, divenuta "piccola" per il Regno, e condotta dal Signore nel cielo. Potremmo dire che la festa di oggi ricorda l'ultimo tratto di quel viaggio che Maria iniziò subito dopo il saluto dell'angelo. Luca scrive che Maria "in quei giorni, si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda". Allora correva dalla Galilea verso una cittadina vicino Gerusalemme, per andare a trovare la cugina Elisabetta. Oggi la vediamo correre verso la montagna della Gerusalemme celeste per incontrare, finalmente il volto del Padre e il suo Figlio. C'è da dire che Maria, nel viaggio della vita, mai si è staccata dal suo Figlio. Fin dall'inizio. L'abbiamo vista con il piccolo Gesù fuggire in Egitto, e poi condurlo adolescente a Gerusalemme, e per trenta anni a Nazareth, ogni giorno. Lo ha seguito quando ha lasciato la Galilea per predicare in ogni città e villaggio e lo ha accompagnato fin sotto la croce. L'umile serva del Signore tutto conservava nel suo cuore. Oggi la vediamo giungere sulla montagna di Dio, "vestita di sole, con la luna sotto i piedi e con una corona di dodici stelle sul capo" (Ap 12, 1), ed entrare nel cielo, nella celeste Gerusalemme. E' stata la prima dei credenti ad accogliere la Parola di Dio, è la prima ad essere assunta nel cielo. E' stata la prima a prendere in braccio Gesù quand'era ancora bambino, ora è lei la prima ad essere presa dalle braccia del Figlio ed essere assunta nel cielo. Lei umile ragazza di uno sperduto villaggio della periferia dell'Impero, poiché ha accolto il Vangelo, diviene la prima cittadina del cielo, assunta da Dio accanto al trono del Figlio. Davvero il Signore rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili.
E' un mistero grande, quello che oggi celebriamo. E' il mistero di Maria, ma è anche il mistero di tutti noi, anzi il mistero stesso della storia.
Questa festa ci apre uno squarcio sul nostro futuro: essere con il corpo accanto al Signore. Potremmo dire che con la festa di oggi inizia la vittoria piena della resurrezione; iniziano i cieli nuovi e la terra nuova annunciati dall'Apocalisse, la celeste Gerusalemme comincia a popolarsi e a vivere la sua vita di pace, di giustizia e di amore.
Il Magnificat di Maria può divenire perciò il nostro Magnificat, il canto dell'umanità intera che vede il Signore piegarsi su tutti gli uomini e tutte le donne, umili creature, e assumerli con Sé nel cielo per divenire per sempre suoi familiari. Oggi, sentiamo particolarmente festoso il canto di tutte quelle donne senza nome, quelle che nessuno ricorda, le povere donne schiacciate dal peso della vita, che finalmente si sentono abbracciate da mani affettuose e forti che le sollevano e le conducono sino al cielo. Sì, è l'assunzione delle povere donne da parte di Dio. E' l'assunzione delle schiave, delle donne del terzo mondo costrette a piegarsi sino a terra; è l'assunzione delle bambine obbligate ad un lavoro disumano e colpite prematuramente dalla morte; è l'assunzione delle donne costrette a soccombere nel corpo e nello spirito alla violenza cieca degli uomini; è l'assunzione delle donne che nascostamente lavorano senza che nessuno si ricordi di loro. Oggi, il Signore ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato le donne umili e sconosciute, ha rimandato i ricchi e i forti a mani vuote e ha ricolmato di beni le donne affamate di pane e di amore, di amicizia e di tenerezza. Stringiamoci attorno alla Madre di Dio e a tutte le povere donne di questo mondo, come fecero quel giorno gli apostoli, per poter essere anche noi assunti dal Signore nel suo amore.
Testo di Mons. Vincenzo Paglia
Liturgia della Festa dell'Assunzione della Beata Vergine Maria
Il foglietto della Messa della Festa dell'Assunzione