Santo del giorno 21 febbraio: San Pier Damiani

News del 21/02/2025 Torna all'elenco delle news

San Pier Damiani Dottore della Chiesa, priore del Monastero di Fonte Avellana, vescovo di Ostia e cardinale. Le sue ossa sono custodite nella Basilica Cattedrale di San Pietro apostolo di Faenza San Terenzio in Cattedrale Diocesi di Faenza-Modigliana di cui è patrono.

Scrisse per coloro che avrebbero visitato il suo sepolcro: «Io fui nel mondo quel che tu sei ora; tu sarai quel che io ora sono: non prestar fede alle cose che vedi destinate a perire; sono segni frivoli che precedono la verità, sono brevi momenti cui segue l'eternità. Vivi pensando alla morte perché tu possa vivere in eterno...».

 

Ravenna, 1007 – Faenza, 22 febbraio 1072
Nacque a Ravenna nel 1007. Ultimo di una famiglia numerosa, orfano di padre, ebbe come riferimento educativo il fratello maggiore Damiano. Di qui, probabilmente l'appellativo «Damiani». Dopo aver studiato a Ravenna, Faenza, Padova e insegnato all'università di Parma, entrò nel monastero camaldolese di Fonte Avellana. Nel 1057 il Papa lo chiamò a Roma per averlo accanto in un momento di crisi della Chiesa, dilaniata da discordie e scismi e alle prese con la piaga della simonìa. Nominato vescovo di Ostia e poi creato cardinale, aiutò i sei Papi che si succedettero al Soglio pontificio, a svolgere un'opera moralizzatrice. In quest'azione si avvalse particolarmente dell'abate benedettino di San Paolo Fuori le Mura, Ildebrando che nel 1073 fu eletto Papa con il nome di Gregorio VII. Pier Damiani, fu delegato pontificio in Germania, Francia e nell'Italia settentrionale. Morì a Faenza nel 1072. Nel 1828 Leone XII lo proclamò dottore della Chiesa. 

 

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Martirologio Romano: San Pier Damiani, cardinale vescovo di Ostia e dottore della Chiesa: entrato nell’eremo di Fonte Avellana, promosse con forza la disciplina regolare e, in tempi difficili per favorire la riforma della Chiesa, richiamò con fermezza i monaci alla santità della contemplazione, i chierici all’integrità di vita, il popolo alla comunione con la Sede Apostolica.

(22 febbraio: A Faenza in Romagna, anniversario della morte di san Pier Damiani, la cui memoria si celebra il giorno prima di questo).

 

Che triste infanzia quella di Pietro. Nato a Ravenna nel 1007, dopo la perdita del padre, la madre, disperata, lo abbandona ancora in fasce senza allattarlo perché ha troppi figli di cui occuparsi. Una vicina di casa, di buon cuore, lo accoglie e poi lo affida a un fratello sposato di Pietro. Il piccolo viene maltrattato dal fratello che, per un piatto di minestra, gli fa svolgere i lavori più umili, come accudire i maiali. Nel frattempo anche la madre di Pietro muore e lui, quando trova una moneta, invece di tenerla la affida a un sacerdote chiedendogli di recitare una preghiera per i genitori morti. Chissà quale pena deve albergare nel cuoricino di Pietro!

Ma per il povero orfanello la vita cambia. Un altro fratello, Damiano, arciprete di Ravenna, lo prende con sé. Il bambino è intelligentissimo e il buon Damiano lo fa studiare. Pietro diventa un bravo e famoso avvocato e insegna all’università. Conduce una vita lussuosa anche se prova inquietudine. Un giorno, mentre sta pranzando, nega infastidito l’elemosina a un povero, come era lui da bambino. Nello stesso istante una spina di pesce rischia di soffocarlo. Dopo lo scampato pericolo, Pietro si sente salvato da Dio e capisce l’errore commesso.

Cambia vita ed entra nel Convento degli eremiti di Fonte Avellana (Pesaro-Urbino). Egli desidera pregare, digiunare, studiare, scrivere. Aggiunge al suo nome, diventato Pier, quello del fratello (trasformato in Damiani) in segno di gratitudine e viene nominato abate del convento. Con i suoi beni crea una biblioteca nel monastero dove i monaci possono studiare e scrivere libri. L’umile Pier Damiani vorrebbe vivere in solitudine, ma la sua cultura e la sua saggezza sono necessarie alla Chiesa in un momento di grave crisi morale.

Pier Damiani è chiamato da vescovi, cardinali, papi e imperatori a risolvere varie controversie e ad intervenire, attraverso i suoi illuminanti scritti, contro il dilagare della corruzione e il commercio delle cariche ecclesiastiche. Pier Damiani vorrebbe rimanere un semplice monaco ma, ubbidiente, accetta la nomina di vescovo di Ostia e di cardinale. Scrive poesie, preghiere, libri e con la sua attività diplomatica – in viaggio tra Francia, Germania e Milano – riesce a farsi ascoltare da tutti. Muore a Faenza (Ravenna) nel 1072 e viene sepolto nella cattedrale di questa cittadina. Nominato dottore della Chiesa nel 1828, è invocato contro il mal di testa.

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