1 gennaio 2013: Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, Regina della Pace
News del 30/12/2012 Torna all'elenco delle news
Nell’ottava di Natale, nel primo giorno del nuovo anno, la Chiesa celebra solennemente Maria Madre di Dio: è una festa che si rifà alla proclamazione del dogma da parte del Concilio di Efeso nel 431 d.C., uno dei primi dogmi proclamati da un concilio ecumenico che lasciò adito a molte critiche da parte di coloro che non compresero esattamente il senso di questa affermazione di carattere teologico, ma soprattutto spirituale e pastorale.
Essendo madre di Cristo, ed essendo Cristo Figlio di Dio, Maria è Madre di Cristo e Madre di Dio. E’ la Theotokos. Il Concilio, infatti, decretò che Gesù era una persona sola, non due persone distinte, completamente Dio e completamente uomo. La Vergine Maria è la Theotokos perché diede alla luce non un uomo, ma Dio come uomo. L'unione di due nature in Cristo si compì in modo che una non disturbò l'altra.
Una maternità singolare quella della Madonna, che ella esercitò nella pienezza delle sue facoltà e capacità proprio nei confronti di Gesù, dalla sua nascita alla sua ascensione al cielo. Una maternità che Gesù stesso, dalla Croce, estende alla chiesa e all’umanità intera, quando affida alla custodia del discepolo prediletto, Giovanni, la sua Madre, mentre sta morendo sulla croce per la salvezza del genere umano.
Missione quella di Maria nei confronti dell’umanità intera espressa nella preghiera dell’assemblea eucaristica all’inizio della celebrazione odierna: “O Dio, che nella verginità feconda di Maria hai donato agli uomini i beni della salvezza eterna, fa’ che sperimentiamo la sua intercessione, poiché per mezzo di lei abbiamo ricevuto l’autore della vita”.
Tale intercessione la sentiamo particolarmente necessaria, urgente ed indispensabile in questo momento storico che stiamo vivendo. Un momento difficile a livello di guerre, cattiverie, ingiustizie, recessione economica, difficoltà di ogni genere nel mondo.
Ecco perché all’inizio del nuovo anno la Chiesa affida proprio all’intercessione della Madonna l’intero anno e celebra contestualmente la Giornata mondiale della pace.
E sul tema della pace è prevalentemente imperniata la parola di Dio di oggi, ben sapendo che la Madonna, presente con Gesù Bambino e Giuseppe, dopo la nascita del Redentore nella Grotta di Betlemme, è la Regina della pace e la Madre della Misericordia, la Madre della Grazia e che ottiene e concede le grazie di cui tutti abbiamo bisogno.
Il testo del Vangelo di Luca che oggi leggiamo ci fa assaporare nelle sua bellezza e tenerezza l’evento della nascita del Redentore dal grembo verginale di Maria e con la vigile protezione di San Giuseppe, padre putativo di Cristo.
Dal Libro dei Numeri apprendiamo il linguaggio della pace e facciamo nostro l’augurio di pace che il testo sacro ci offre nella semplicità del suo dire e nella sostanza del suo contenuto. Vorremmo che questo testo fosse concretamente attuato oggi in Israele e per Israele, impegnato nuovamente in una guerra contro i palestinesi, per la questione della striscia di Gaza e del problema Hamas, gruppo terroristico che guida la rivolta in Palestina. Nella Terra di Gesù due popoli in perenne conflitto, quando dovrebbero fare ogni sforzo per vivere in pace. Gerusalemme stessa indica appunto la città della pace. Ma di pace Gerusalemme ne ha vista ben poca prima e dopo la venuta di Cristo. Per questa città e per il mondo intero invochiamo la pace in questo inizio del nuovo anno e ci affidiamo alla Vergine Santa, Madre di Dio e Madre nostra. Mai più la guerra, ma solo pace e solo serenità nell’umanità.
Ci sia di sostegno in questo universale desiderio di pace un grande apostolo, Paolo di Tarso, una volta persecutore dei cristiani, e poi, convertito, un degno discepolo di Cristo e portavoce nel mondo della sapienza del vangelo. Il testo della lettera ai Gàlati ci immette in questa riflessione teologica sulla pace. Dio nostro Padre e noi suoi figli, eredi per grazia, fratelli tra noi in Cristo Redentore. Sono questi i contenuti essenziali di una verità fondamentale che ci porta ad incontrare i vicini e i lontani con l’animo dell’amore e della tolleranza ed accoglienza e mai con l’odio, il rifiuto e l’emarginazione. In Cristo l’uomo è sostanzialmente fratello al suo simile, perché siamo figli dello stesso Padre che è Dio.
Concludo questa mia riflessione nella giornata mondiale della pace augurando a tutti un felice e sereno anno nuovo, con la bellissima preghiera del Servo di Dio Giovanni Paolo II per la pace. In essa troviamo le nostre più sincere e profonde aspirazioni di pace per questo mondo e per l’anno nuovo:
“Dio dei nostri Padri, grande e misericordioso, Signore della pace e della vita, Padre di tutti. Tu hai progetti di pace e non di afflizione, condanni le guerre e abbatti l'orgoglio dei violenti. Tu hai inviato il tuo Figlio Gesù ad annunziare la pace ai vicini e ai lontani, a riunire gli uomini di ogni razza e di ogni stirpe in una sola famiglia. Ascolta il grido unanime dei tuoi figli, supplica accorata di tutta l'umanità: mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza; minaccia per le tue creature in cielo, in terra e in mare. In comunione con Maria, la Madre di Gesù, ancora ti supplichiamo: parla ai cuori dei responsabili delle sorti dei popoli, ferma la logica della ritorsione e della vendetta, suggerisci con il tuo Spirito soluzioni nuove, gesti generosi ed onorevoli, spazi di dialogo e di paziente attesa più fecondi delle affrettate scadenze della guerra. Concedi al nostro tempo giorni di pace. Mai più la guerra”. Amen. (Papa Giovanni Paolo II)
Testo di padre Antonio Rungi
La benedezione di Dio ci alimenta
La prima lettura biblica del nuovo anno fa scendere su di noi una benedizione colma di luce, in cui prendere respiro per l'avvio del nuovo anno: il Signore parlò a Mosè, ad Aronne, ai suoi figli e disse: Voi benedirete i vostri fratelli. Voi benedirete: per prima cosa, che lo meritino o no, voi li benedirete. Dio ci raggiunge non proclamando dogmi o impartendo divieti, ma benedicendo. La sua benedizione è una energia, una forza, una fecondità di vita che scende su di noi, ci avvolge, ci penetra, ci alimenta. Dio chiede anche a noi, figli di Aronne nella fede, di benedire uomini e storie, il blu del cielo e il giro degli anni, il cuore dell'uomo e il volto di Dio. Mio e tuo compito per l'anno che viene: benedire i fratelli! Se non impara a benedire, l'uomo non potrà mai essere felice.
E come si fa a benedire? Dio stesso ordina le parole: Il Signore faccia risplendere per te il suo volto. Che cosa è un volto che risplende? Forse poca cosa, eppure è l'essenziale. Perché il volto è la finestra del cuore, racconta cosa ti abita.
Brilli il volto di Dio, scopri nell'anno che viene un Dio luminoso, un Dio solare, ricco non di troni, di leggi, di dichiarazioni ma il cui più vero tabernacolo è la luminosità di un volto. Un Dio dalle grandi braccia e dal cuore di luce.
La benedizione di Dio non è salute, denaro, fortuna, prestigio, lunga vita ma, molto semplicemente, è la luce. La luce è tante cose, lo capiamo guardando le persone che hanno luce, e che emanano bontà, generosità, bellezza, pace. Dio ci benedice ponendoci accanto persone dal volto e dal cuore luminosi. Continua la bibbia: Il Signore ti faccia grazia. Cosa ci riserverà l'anno che viene? Io non lo so, ma di una cosa sono certo: Il Signore mi farà grazia, che vuol dire: il Signore si rivolgerà verso di me, si chinerà su di me, mi farà grazia di tutti gli sbagli, di tutti gli abbandoni; camminerà con me, nelle mie prove si abbasserà su di me, mio confine di cielo, perché non gli sfugga un solo sospiro, una sola lacrima. Qualunque cosa accadrà quest'anno, Dio sarà chino su di me e mi farà grazia.
Otto giorni dopo Natale ritorna lo stesso racconto di quella notte: Natale non è facile da capire. Facciamoci guidare allora da Maria, che custodiva e meditava tutte queste cose nel suo cuore; che cercava il filo d'oro che tenesse insieme gli opposti: una stalla e «una moltitudine di angeli», una mangiatoia e un «Regno che non avrà fine». Come lei, come i pastori, anche noi salviamo almeno lo stupore: a Natale il Verbo è un neonato che non sa parlare, l'Eterno è appena il mattino di una vita, l'Onnipotente è un bimbo capace solo di piangere. Dio ricomincia sempre così, con piccole cose e in alto silenzio.
Omelia di padre Ermes Ronchi
Liturgia della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio: 1 gennaio 2013
Liturgia della Parola della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio: 1 gennaio 2013
Nesso tra le letture
La preghiera dei sacerdoti del Vecchio Testamento sul popolo ci porta la benedizione di Dio (prima lettura), all'inizio dell'anno civile, che è un riflesso del' "nuovo inizio", cioè il momento in cui la pienezza del tempo fu inaugurata dall'autentica nascita di Cristo da Maria. Il tema della pace - oggi è la Giornata Mondiale della Pace - è pure presente in tutta la liturgia.
Dio del tempo e della storia. Alle principali feste cristiane, il Natale e la Pasqua, è riconosciuto un valore aggiunto e una speciale solennità, poiché sono seguite da un'ottava. Così il "giorno" della festa dura per otto giorni. Perciò, questo primo giorno dell'anno è l'ottavo giorno di Natale: l'inizio dell'anno civile non ricade, dunque, nel tempo di Natale per mera coincidenza, ma è ad esso intimamente riferito. L'evento Cristo divide tutto il tempo in due, anche nella storia secolare. "Dopo Cristo", nulla è più uguale. Infatti, con la nascita del Redentore anche noi siamo nati di nuovo: non siamo "più schiavi", ma abbiamo uno "status nuovo di figli adottivi", cui è permesso di rivolgersi familiarmente a Dio chiamandolo "Abba", "Padre" (seconda lettura). L'orologio della vita riparte, ancora una volta. Non è nemmeno del tutto sorprendente che la prima lettura venga a proporci oggi la bella Benedizione di Aronne, in considerazione dell'anno di cui stiamo celebrando l'inizio.
Circoncisione. Il rito della circoncisione, che il neonato riceveva otto giorni dopo la sua nascita, era un segno della sua appartenenza al popolo eletto. In quel giorno, il Figlio di Dio ricevette anche il nome di "Gesù", come aveva indicato l'angelo, perché "avrebbe salvato il suo popolo dai loro peccati". Nella bibbia, il nome è sinonimo della persona. Non c'è, poi, nessuna separazione tra la persona di Gesù e la sua missione. Egli non esiste per se stesso, ma per il compito affidatogli da suo Padre.
La Madre di Dio. Noi siamo figli del nostro tempo: non c'è, dunque, nulla di strano, se molti di noi sono rimasti in piedi per dare il benvenuto al nuovo anno - magari anche con qualche piccola concessione al folclore tradizionale, nel momento in cui il calendario si appresta a voltar pagina, quasi di soppiatto, alla mezzanotte in punto! Ma noi siamo anche cristiani: e, come tali, salutiamo l'anno nuovo qui, intorno all'altare, celebrando il sacrificio eucaristico. Ed è pure assolutamente opportuno che, nel farlo, onoriamo oggi la Madre di Dio. Suo Figlio è il Signore del tempo e della storia. La pienezza del tempo albeggiò nel momento in cui lei concedeva il suo consenso a divenire sua madre. Quella che lei ha concepito è la seconda Persona della Santissima Trinità. Quando i Padri del Concilio di Efeso la proclamarono "Theotokos", il loro scopo era di proteggere la pienezza della fede in Cristo. Maria fa questo. Lei ci conduce sempre a Cristo.
Madre della nostra fede. Poiché è in virtù della fede in Cristo che veniamo salvati, (fede attiva attraverso l'amore), la fede, sul piano soggettivo, è altrattanto essenziale per la nostra salvezza, quanto Cristo stesso lo è oggettivamente. Senza la fede, egli non può essere ricevuto dal mondo. Maria è la Madre perfetta di Dio, perché lei non ha preparato solo una mangiatoia nella stalla, per accogliere il suo piccolo corpo, ma anche la fede della Chiesa che è necessaria per ricevere la sua intera Persona. Sant'Agostino spiega che Maria concepì Cristo nel suo cuore, in virtù della fede, prima che nel suo grembo. Da quel momento in poi, tutto quel che è accaduto, compresa la visita e le reazioni dei pastori, lei ne "faceva tesoro", "meditandolo nel suo cuore", così che mentre i giorni e gli anni passavano, la sua fede cresceva, fino a divenire la fede matura della Chiesa: la fede che confessa che Gesù è il Redentore e il Figlio unigenito del Padre. Dapprima, questa fede esisteva solamente nel suo cuore, ma dopo la risurrezione Maria accompagnò la crescita di questa stessa fede nel cuore degli apostoli. Ella non solo è la Madre di Dio, ma è anche la madre della nostra fede.
Catechesi. Gli angeli la invocarono nel canto, ma, duemila anni dopo, la pace sulla terra sembra sfuggente come non mai. Non è mero tentativo umano, ma immagine e frutto della pace di Cristo, Principe della Pace. Tuttavia, non può essere conseguita senza intenti di reale buona volontà e sentimenti di altruismo da parte nostra (CCC 2302-17). Altri temi attinenti a questa giornata possono essere il ruolo di Maria nell'economia della salvezza (CCC 484-511), o il nome e i "titoli" di Gesù (CCC 430-51).
Al battesimo che, dopo Cristo è il rito che c'incorpora nel popolo di Dio, riceviamo pure il nostro nome - un "nome cristiano". Questo non significa che dobbiamo avere una "personalità divisa" - ora del mondo, ora cristiani - ma essere uomini e donne la cui intera vita è sequela di Cristo e condivisione di lui con gli altri. Vuol dire pure che non dobbiamo vivere per noi stessi, ma per gli altri: e questo è l'unico modo totalmente umano di vivere.
Non è qualcosa che possiamo realizzare da soli. Tutto il tempo, tutta la vita appartengono a Dio e sono sotto la sua prudente guida. Senza sminuire nessuno dei "propositi per il nuovo anno" (né l'importanza di mantenerli davvero!), il successo di questo anno non giungerà dai nostri sforzi, ma in ultima analisi da Dio: "abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto". Per di più, questo non ci esenta dal dovere di cooperare con la sua grazia. Le buone intenzioni, o le decisioni definitive, da sé non realizzano l'opera. Se prendiamo seriamente l'impegno di migliorare la nostra vita cristiana (o qualsiasi altra cosa), questa decisione deve essere effettiva, e per essere tale deve avere un tempo e un luogo, e talvolta un volto (sarò più paziente - bene, ma con chi in particolare?). Le buone abitudini sono abbastanza difficili da formare; se non si sa da dove, da quando e come inizare a metterle in pratica, possiamo scordarcele, non se ne farà niente. Ciascuno di noi può pensare a qualcosa, anche una sola, che lo rende meno degno come figlio di Dio; decidiamo, dunque, un qualche cambiamento che possa aiutarci a porvi rimedio.
Inaugurando questo anno nuovo, non possiamo far nulla di meglio che consacrarlo a Maria che, come madre di Dio e madre della nostra fede, può certo aiutarci a far crescere la nostra fede in lui. Non ci sarebbe forse decisione più fruttifera che potremmo fare per quest'anno che quella di non lasciar passare neppure un giorno senza trascorrere qualche momento in sua compagnia. Ciò ci porterebbe definitivamente più vicini a suo Figlio. Andando al sodo: dove e quando? Decidiamoci oggi.
Testo di Totustuus
tratti da www.la chiesa.it
Maria tra Oriente e Occidente di Basilio Petrà
Immagini:
1. Affresco della Theotokos del Monastero di Visoki Decani
2. La Vergine Maria "Theotokos", cioè "Madre di Dio", come l'ha proclamata il Concilio di Efeso: icona bizantina, monastero greco melkita cattolico di San Sergio, Maalula, Siria
L’icona della Theotokos (Madre di Dio) rappresenta la santa Vergine con il bambino Gesù tra le braccia. Secondo un’antica tradizione, questa icona sarebbe una copia dell’originale dipinta da san Luca l’evangelista.