San Paolo è più attuale che mai

News del 26/06/2009 Torna all'elenco delle news

"Questi 12 mesi di celebrazioni hanno portato a una più profonda conoscenza dell’apostolo. E aprono prospettive importanti su molti fronti, a partire dall’ecumenismo".

Cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo

 

«Tra gli effetti benefici che la celebrazione dell’Anno paolino ha prodotto nella comunità ecclesiale vi è quello di aver suscitato in molti un interesse per il pensiero e l’opera di san Paolo, che continueranno a essere fecondi anche dopo la chiusura cronologica del 29 giugno. Con una iniziativa rivelatasi davvero provvidenziale, papa Benedetto XVI ha infatti voluto attirare l’attenzione della Chiesa di oggi su san Paolo per indicare a tutti i battezzati un modello di fede vissuta e testimoniata».

Don Silvio Sassi

Superiore generale della Società San Paolo

 

Intervista di Saverio Gaeta al card. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo

«Questo Anno paolino ha rappresentato una grande scossa e un importante stimolo per la rinnovata conoscenza dell’opera e dell’insegnamento di san Paolo.

Ora sta a tutti noi proseguire lungo questa strada, per approfondire un messaggio sempre attuale».

Per il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, arciprete della basilica di San Paolo fuori le Mura, la conclusione dell’Anno dedicato all’Apostolo delle genti – che viene celebrata in diverse cerimonie in tutto il Mondo ed a Roma anche dal papa Benedetto XVI, fra il 28 e il 29 giugno – rappresenta l’occasione di un opportuno bilancio.

«Quando gli proposi l’idea», prosegue il cardinale, «lo sguardo del Papa si illuminò e immediatamente, da fine teologo qual è, mi offrì due fondamentali indicazioni. La prima è stata quella di far comprendere meglio san Paolo, di cui non è ancora ben conosciuta la ricchezza dei testi. In effetti anche san Pietro era consapevole della pregnanza di queste opere: "In esse ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre Scritture, per loro propria rovina", leggiamo nella sua seconda Lettera. Ma la loro importanza è documentata dal fatto che, fra le letture proposte nell’anno liturgico, circa la metà sono di Paolo. Il secondo compito è stato di svolgere tutto in una dimensione ecumenica, pregando con i nostri fratelli separati mediante l’aiuto di san Paolo. Dopo questi 12 intensi mesi penso di poter dire che il risultato è positivo».

Che reazioni ha riscontrato nei pellegrini? C’è stata un’attenzione diversa rispetto al passato?

«Indubbiamente. Agli inizi c’è stato un avvio lento, ma gradualmente l’attenzione si è accentuata e in queste ultime settimane si è verificata quasi una corsa nelle prenotazioni. Ma, oltre al dato numerico, posso affermare che pure la qualità dei pellegrinaggi si è costantemente accresciuta, anche grazie ai documenti pastorali emanati da numerosi vescovi che hanno spiegato ai loro fedeli questo evento e li hanno poi fisicamente accompagnati qui».

Quali sono stati i momenti più significativi di questo anno celebrativo?

«Fra i tanti, vorrei citare innanzitutto i cinque appuntamenti impostati sull’interrogativo se Paolo sia ancora capace di parlare ai cristiani di oggi. Ne sono stati protagoniste personalità ecclesiastiche e culturali, ma anche artistiche e sportive, che hanno proposto la loro testimonianza e sono state accolte in ciascuna occasione da due-tremila persone molto interessate. Poi ricordo la settimana dei Colloqui paolini, in collaborazione con la Pontificia Università Gregoriana, che ci ha aiutato a riscoprire le radici ebraiche di Paolo e a mettere in luce la sua eccezionale personalità, sia di letterato che di comunicatore. Un momento fisso per tutto l’Anno è poi stata la celebrazione ecumenica che ogni venerdì pomeriggio ci ha visti riuniti nella preghiera dei Vespri con altre comunità cristiane giunte da diverse zone d’Italia e anche d’Europa».

Quali prospettive si sono aperte?

«La nostra prima preoccupazione è di far sì che tutti i benèfici effetti spirituali che abbiamo avuto possano continuare. Desideriamo coltivare nuove iniziative di studio e incrementare le esperienze ecumeniche di preghiera per l’unità dei cristiani. Proprio Paolo ci documenta infatti che è molto più quello che ci unisce che quello che ci divide. Dal punto di vista organizzativo, in collaborazione con la comunità benedettina guidata dall’abate Edmund Power, vogliamo fare in modo che la basilica e l’abbazia tornino a essere un centro vitale di spiritualità, di liturgia, di cultura. Fra i tanti progetti, vorremmo istituire un’accademia di studi paolini e promuovere un premio internazionale per i migliori saggi su san Paolo».

© Copyright Famiglia Cristiana n. 26/2009

 

 

"Cari fratelli e sorelle, come agli inizi, anche oggi Cristo ha bisogno di apostoli pronti a sacrificare se stessi. Ha bisogno di testimoni e di martiri come san Paolo: un tempo persecutore violento dei cristiani, quando sulla via di Damasco cadde a terra abbagliato dalla luce divina, passò senza esitazione dalla parte del Crocifisso e lo seguì senza ripensamenti. Visse e lavorò per Cristo; per Lui soffrì e morì. Quanto attuale è oggi il suo esempio!

Omelia del papa Benedetto XVI, 28 giugno 2007, Basilica di San Paolo fuori le mura. © Copyright 2007 - Libreria Editrice Vaticana