Meditazioni davanti al presepe: dagli scritti di San Pio da Pietrelcina

News del 04/01/2011 Torna all'elenco delle news

Nel cuore della notte , nella stagione più rigida, nella più gelida grotta, più abitazione di armenti  che di umana creatura, veniva alla luce nella pienezza dei tempi il promesso Messia – Gesù – il Salvatore degli uomini. Non strepito attorno a lui; un bue ed un asino riscaldano il neonato povero Bambino; un’umile donna, un povero uomo stanco adoranti presso di lui. Non si odono che vagiti e pianto del Dio pargoletto. E con questo pianto e con questi vagiti egli offre alla divina giustizia il primo riscatto della nostra riconciliazione.  (Ep.IV,865)


Scintillano i palazzi della superba Israele, eppure non in essi venne al mondo la Luce! Baldanzosi di umana grandezza, nuotanti nell’oro e negli agi sono i magnati della nazione giudaica, ricolmi di vana scienza e superbia i sacerdoti del santuario, contrario al vero senso delle divine rivelazioni attendono un Salvatore troppo impicciolito, venente al mondo con umana grandezza e potenza. Ma Dio, che è sempre intento a confondere la sapienza di questo mondo, disperse i loro disegni e contro l’aspettazione di chi è privo della sapienza divina, discende fra noi nella più grande abiezione. (Ep.IV,866)


Esce egli dal seno di sua Madre, come raggio di sole che attraversa il cristallo senza appannarlo, e gli angioli sono lì a porlo fra le braccia di sua madre. O Maria, diteci quali furono le effusioni del vostro cuore! … che potrebbe penetrare in quella fornace di fuoco? … essa se lo stringe al cuore ed adora in lui il suo Dio, il suo Creatore, il suo tutto … L’amore vince il rispetto.
Lo vede Dio rivestito di carne per amore … Lo vede impotente che sostenerlo e lo adora Onnipotente. Lo vede piccolo e lo adora nella sua infinita grandezza abbassato. Lo vede povero e lo adora come ricco infinitamente. Lo contempla negli abbassamenti e lo riconosce sublime, divino … Lo vede di carne mortale rivestito e lo riconosce l’immortale di tutti i secoli. Lo vede nato e lo riconosce l’increato dei secoli eterni, generato “ ab aeterno “ nello splendore della santità nel seno del Padre. (Ep.IV,871)


Il tuo regno non è lontano e tu facci partecipare al tuo trionfo sulla terra, per poi partecipare al tuo regno nel cielo. Fa’ che non potendo contenere le comunicazioni della tua divina carità, predichiamo con l’esempio e con le opere la tua divina regalità. Prendi possesso dei nostri cuori nel tempo per possederli nell’eternità… la vita sia vita attinta da te a larghi sorsi d’amore per spandersi sull’umanità e che ci faccia morire ad ogni istante per vivere solo di te e spandere te nei nostri cuori. (Ep.IV,888)
 

Dagli scritti di San Pio da Pietrelcina