Meditazioni d'Avvento a cura di don Nicola Casuscelli: l'Attesa e le attese

News del 16/12/2010 Torna all'elenco delle news

Cosa c’è nel mio cuore? Quali sono le mie aspirazioni? Quali i sogni?
 

Ogni vita umana è capace di fare grandi cose: anche chi è in un lettino alimentato da macchine per vivere, oppure chi nasce nelle regioni più povere del mondo, o chi vive abbandonato da tutti, compreso nella nostra parrocchia.

La responsabilità del loro successo dipende da noi che abbiamo di più! Se il mio sogno è di diventare chissà quale luminare della scienza o della medicina, o presidente della repubblica ben vengano queste aspirazioni, purché ci interroghiamo: “Perché?”
Se la risposta è sempre volta al sostegno degli umili, per l’aumento del bene comune  e, per noi cristiani, per la maggior gloria di Dio nell’amore fraterno: ottimo! Se invece, questi sogni sono tali perché vogliamo diventare “qualcuno”, allora purtroppo siamo molto lontani dalla verità e dal giusto rispetto della vita di tutti e, purtroppo, della nostra.

Dio ci ha dato la capacità di sognare perché ha messo nel nostro spirito il suo stesso infinito e la sete di esso.

Siamo limitati in tantissime cose, eppure cerchiamo sempre la perfezione.

Dobbiamo stare attenti in questa ricerca perché non tutto è lecito, in quanto non possiamo essere sprovveduti o lavorare solo per i guadagni o a progredire nel campo scientifico in nome del progresso. Anche il lavoro più umile, se fatto con sacrificio ed abnegazione è capace diventare esaltazione della bellezza che è in noi, e la capacità di non andare oltre, cogliendo il male delle conseguenze, è sempre un’autentica forma di rispetto e di discernimento.

Ed allora devo interrogarmi sulla qualità e la finalità dei miei desideri: come sogno? Cosa sto perseguendo? Chi “voglio essere da grande”? i più bei insegnamenti li riceviamo dai grandi che sono umili: pensa a Giovanni Paolo II, o a madre Teresa di Calcutta, o Gandhi, o Martin Luther King, e quanti altri testimoni, magari i nostri parroci, o i genitori, i catechisti, gli amici, dei professionisti!

Siamo chiamati a coltivare i nostri sogni, ma non ad appropriarcene, perché se vengono da Dio è perché possiamo diventare santi ed aiutare i nostri amici e fratelli, ed anche quanti non conosciamo, a crescere nella loro umanità.

Sono capace di silenzio?
Nel silenzio incontro il Signore?
Cosa chiedo al Signore nelle mie preghiere?
Desidero spendere totalmente la vita per gli altri?
Sono felice quando gli altri gioiscono?
 

Commento di don Nicola Casuscelli, Presidente della Commissione Diocesana per la Pastorale Liturgica

Cammino di Avvento di don Nicola Casuscelli: Meditazioni Quarta settimana