Santo del giorno 3 dicembre: san Francesco Saverio

News del 03/12/2024 Torna all'elenco delle news

San Francesco Saverio sacerdote gesuita e missionario spagnolo pioniere della diffusione del cristianesimo in Asia: nella sua vita, tutta dedicata all’apostolato, giunse in India, Giappone e Cina, dove morì. E' considerato il più grande missionario dell’epoca moderna ed è stato proclamato Patrono dell’Oriente e delle missioni con santa Teresa di Lisieux. Il suo corpo si trova nella Basilica of Bom Jesus, Old Goa, India - Daily Mass.

San Francesco Saverio è patrono delle missioni cattoliche, dei turisti e dei marinai. Giappone, India, Pakistan, Missioni, Missionari, Marinai, turisti Protegge i viaggi per mare. Viene invocato contro le tempeste marine e i temporali.

E' famosa una sua frase: “Non per la paura dell’inferno, né per la speranza del Paradiso, ma per come mi hai amato, io ti amo”.


Nel XVI numerosi testimoni della fede compresero l’importanza di superare i “nuovi” confini geografici per portare il Vangelo là dove non era ancora giunto. Tra questi vi fu anche san Francesco Saverio, che spese tutte le sue energie per donare il messaggio del Risorto alle popolazioni del lontano Oriente, dall’India all’Indonesia, fino al Giappone. La sua memoria è un’occasione per riflettere sui confini – vicini o lontani – che oggi siamo chiamati a superare per portare la luce di Dio. Francesco Saverio era nato in Navarra nel 1506 e a Parigi aveva incontrato Ignazio da Loyola, con il quale condivise l’avventura della fondazione della Compagnia di Gesù. Nel 1540 venne mandato verso l’Oriente come missionario: mentre stava progettando di portare il Vangelo in Cina morì a causa di una polmonite sull’isola di Shangchuan nel 1552. Paolo V beatificò il Saverio il 21 ottobre 1619 e Gregorio XV lo canonizzò il 12 marzo 1622.

 


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Martirologio Romano: Memoria di san Francesco Saverio, sacerdote della Compagnia di Gesù, evangelizzatore delle Indie, che, nato in Navarra, fu tra i primi compagni di sant’Ignazio. Spinto dall’ardente desiderio di diffondere il Vangelo, annunciò con impegno Cristo a innumerevoli popolazioni in India, nelle isole Molucche e in altre ancora, in Giappone convertì poi molti alla fede e morì, infine, in Cina nell’isola di Sancian, stremato dalla malattia e dalle fatiche.


 

 Xavier, Spagna, 1506 - Isola di Sancian, Cina, 3 dicembre 1552

San Francesco Saverio è considerato il più grande missionario dell’epoca moderna. Fu proclamato Patrono dell’Oriente, dell’Opera della Propagazione della Fede e, con Santa Teresina di Lisieux, delle Missioni. Infatti, nella sua vita, tutta dedicata all’apostolato, giunse in India, Giappone e Cina, dove morì.

Particolarmente avventuroso fu il viaggio in Giappone del 1548, accompagnato da un fuggiasco giapponese, Anjiro, che si converte per poter espiare un delitto commesso. Il sacerdote ha pochissimo cibo, cammina a piedi scalzi anche quando il freddo, in alcuni momenti, è davvero pungente, svolge le mansioni più umili per sopravvivere. Anche in questo Paese Francesco Saverio riuscirà a convertire fino a mille persone. Desidera portare la Parola di Dio pure in Cina, territorio a quel tempo interdetto agli stranieri, ma si ammala e non riesce nel suo intento. Il “Grande Padre” si spegne proprio mentre sta per sbarcare nel continente cinese, sull’isola di Sancian, nel 1552. 


Il 7 aprile 2006, il Cardinale Antonio María Rouco Varela, arcivescovo di Madrid, in occasione di una Messa che celebrava il quinto centenario della nascita di san Francesco Saverio, ha spiegato così questa passione del santo: «Francesco Saverio si curava dell'anima: della sua anima e di quella di tutte le persone, l'anima di ogni essere umano. Si curava dell'«anima», perché gli stava a cuore la vita: la vita nella sua pienezza, la vita nella sua felicità, la vita eterna« Si curava della salvezza dell'uomo e per questo la sua vita consistette nel consumarsi affinché ogni creatura che egli incontrava potesse conoscere e far sua la verità secondo la quale Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna (Gv 3,16). Precisamente in virtù dell'amore che nutriva per l'uomo, egli desiderava che il maggior numero possibile di popoli e di persone giungessero alla fede cristiana; è così che si spiega la sua ricerca instancabile delle anime fin nei luoghi più remoti dove non era ancora giunta la Buona Novella di Gesù».

 

 

Lo zelo di san Francesco Saverio, che si è prodigato senza riserve per annunciare il Vangelo a migliaia di anime, costituisce una lezione e un esempio per la nostra generazione; esso ci ricorda l'urgenza e la necessità della missione, in conformità con l'insegnamento di Giovanni Paolo II: «La tentazione oggi è di ridurre il cristianesimo a una sapienza meramente umana, quasi scienza del buon vivere. In un mondo fortemente secolarizzato è avvenuta una «graduale secolarizzazione della salvezza», per cui ci si batte, sì, per l'uomo, ma per un uomo dimezzato, ridotto alla sola dimensione orizzontale. Noi invece, sappiamo che Gesù è venuto a portare la salvezza integrale, che investe tutto l'uomo e tutti gli uomini, aprendoli ai mirabili orizzonti della filiazione divina. Perché la missione? Perché a noi, come a san Paolo, è stata concessa la grazia di annunziare ai pagani le imperscrutabili ricchezze di Cristo. (Ef 3,8) La novità di vita in lui è la «buona novella» per l'uomo di tutti i tempi: a essa tutti gli uomini sono chiamati e destinati« La Chiesa e, in essa, ogni cristiano non può nascondere né conservare per sé questa novità e ricchezza, ricevuta dalla bontà divina per esser comunicata a tutti gli uomini» (Enciclica Redemptoris Missio, 7 dicembre 1990, n. 11).

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