Santo del giorno 31 ottobre: Santa Maria dell’Immacolata Concezione
News del 31/10/2024 Torna all'elenco delle news
Santa Maria dell'Immacolata Concezione in spagnolo Maria de la Purísima de la Cruz religiosa delle sorelle della Compagnia della Croce Sorelle della croce, canonizzata nell'ottobre 2015 solo 17 anni dopo la morte. Le sue spoglie riposano nella cappella accanto al corpo incorrotto della Fondatrice, sant’Angela della Croce, nella Casa Madre delle Sorelle della Compagnia della Croce a Siviglia. La comunità a Reggio Calabria opera nella Casa della Fraternità Lucianum.
Come ha fatto notare il giornalista Giorgio Bernardelli su «Vatican Insider», santa Maria della Purissima della Croce risulta essere, alla data di pubblicazione del decreto sul miracolo, seconda solo a Giovanni Paolo II per la breve distanza tra data di morte e quella di canonizzazione, se ci si limita ai santi dell’epoca contemporanea.
I suoi resti mortali riposano nella cappella accanto al sepolcro dove riposa il corpo incorrotto della Fondatrice, sant’Angela della Croce, nella Casa Madre delle Sorelle della Compagnia della Croce a Siviglia.
Il nome religioso, in spagnolo, suona come “Maria de la Purísima de la Cruz”. La traduzione presente nei bollettini della Sala Stampa vaticana a partire dall’annuncio della canonizzazione è invece “Maria dell’Immacolata Concezione”. Nel testo, tranne che nel titolo, abbiamo utilizzato l’altra traduzione perché è quella adoperata nelle comunità italiane (Roma e Reggio Calabria) delle Sorelle della Compagnia della Croce.
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Madrid, Spagna, 20 febbraio 1926 – Siviglia, Spagna, 31 ottobre 1998
María Isabel Salvat Romero, nativa di Madrid in Spagna, avvertì nell’adolescenza un forte desiderio di consacrarsi a Dio per servire i poveri. Entrò quindi nelle Sorelle della Compagnia della Croce, assumendo il nome di suor Maria della Purissima della Croce. Fu Madre Generale per 22 anni, rieletta per tre mandati consecutivi. Fedele interprete del carisma di sant’Angela della Croce, sua fondatrice, si spese per i più abbandonati della Spagna e non solo, fondando nuove case e trasmettendo a tutti serenità e fiducia in Dio. Colpita da un tumore ai polmoni e al fegato, morì a Siviglia il 31 ottobre 1998, a 72 anni. Beatificata sotto il pontificato di papa Benedetto XVI il 18 settembre 2010, è stata canonizzata da papa Francesco il 18 ottobre 2015, insieme ai coniugi Martin e a don Vincenzo Grossi. I suoi resti mortali, esumati prima della beatificazione, attualmente riposano nella cappella della Casa Madre delle Sorelle della Compagnia della Croce, a Siviglia, accanto all’urna che conserva il corpo incorrotto della Santa Fondatrice.
Una suora spagnola, morta nel 1998, cioè appena diciassette anni fa, è entrata in un ipotetico “guiness dei primati”, raggiungendo la canonizzazione, tra i santi degli ultimi secoli, prima ancora di Madre Teresa e del fondatore dell’Opus Dei (che pure sono stati superveloci) e seconda solo a Giovanni Paolo II°, per il quale tuttavia è stata imboccata una “corsia preferenziale” che ha derogato al limite temporale dei cinque anni dalla morte per l’avvio della causa. A dire il vero, le consorelle avevano provato anche con lei, tanta era la fama di santità di cui era circondata, avanzando nel 1999 una richiesta di dispensa per avviare anzitempo l’inchiesta diocesana. La Congregazione per le Cause dei santi non ha ritenuto accondiscendere e il nulla osta è arrivato solo a gennaio 2004, tuttavia madre Maria della Purissima Salvat Romero ha rimontato in fretta e bene, arrivando al traguardo in appena 11 anni: un tempo da record. E non ci troviamo di fronte ad una fondatrice, bensì ad una suora che ha cercato, nel nascondimento e nel servizio umile, di essere fedele custode del carisma della sua congregazione.
Maria Isabella nasce nel 1926 nel quartiere di Salamanca a Madrid da una famiglia agiata, che si rifugia in Portogallo durante la guerra civile, per poi rientrare nel 1939 nella capitale spagnola. Entra a 18 anni tra le Suore della Compagnia della Croce, fondate a Siviglia nel 1875 da Angela de la Cruz, e che in particolar modo si dedicano al servizio, anche a domicilio, dei poveri e degli anziani infermi, oltre che all'educazione delle ragazze. Con il nuovo nome di suor Maria della Purissima (o dell’Immacolata Concezione), questa ragazza dell'alta società madrilena cerca di modellare la sua vita, nello spirito della congregazione, sull’austerità, la povertà, il servizio umile nei tuguri in cui bisogna andare a cercare i malati più poveri ed abbandonati. “Nella casa di Dio non ci sono servizi più umili di altri, tutti sono alti”, sussurra a se stessa ed alle altre; così le testimonianze concordano nel ricordare come Suor Maria, pur nello svolgimento degli incarichi che di volta in volta le vengono assegnati come direttrice di collegi, superiora o maestra delle novizie, riesce sempre a ritagliarsi, non si sa come, lo spazio per visitare i malati, lavando le loro piaghe, facendo il bucato dei loro effetti personali, cucinando i loro pasti.
“Quanto più è forte il nostro amore per il Signore, tanto più amiamo la nostra vocazione e ci entusiasma tutto ciò che ci compete: l’amore per i poveri, lo stare ai piedi di tutti… perché vediamo in esso delle occasioni per dimostrare a Lui il nostro amore”, suggerisce alle novizie, che capiscono non trattarsi soltanto di pie intenzioni, vedendo lo sforzo quotidiano con cui cerca di tradurre in pratica ciò che insegna. Malgrado gli sforzi di non mettersi in evidenza e di passare inosservata, nel 1977 viene eletta superiora generale e in tale carica viene confermata per tre volte: 21 anni in tutto, passati a consolidare le comunità, aprirne di nuove, sostenere le sorelle più fragili, sopportare avversità e incomprensioni, come la temporanea e dolorosa divisione dell’istituto in due province e la porta che le viene chiusa in faccia in una comunità “ribelle”. Un intervento di mastectomia nel 1994 sembra frenare la progressione di un tumore che la sta divorando: si riprende in fretta e prosegue la sua attività di superiora senza risparmiarsi e senza lamentarsi.
Intraprende nel 1998 l’ultima visita canonica alle comunità dell’America del sud, già arsa dalla febbre e resa quasi inappetente, anche se cerca in tutti i modi di non far pesare sulle consorelle la sua indisposizione. Che a settembre, invece, si rivela in tutta la sua gravità, con metastasi che ormai hanno intaccato fegato e polmoni. Non si perde d’animo e sorride alla morte, pur accettando i cicli di chemioterapia che le vengono proposti Si spegne, dolcemente e silenziosamente, il 31 ottobre, ma evidentemente “parla ancora”. Per la cronaca, il miracolo che ha portato suor Maria alla beatificazione ha riguardato una bimba di tre anni, nata con una cardiopatia congenita e senza la vena cava inferiore, ripresasi nel 2004, in modo inspiegabile da un arresto cardiorespiratorio. Per la canonizzazione, invece, la ripresa dopo due settimane di coma, durante le quali già si parlava di morte clinica e donazione degli organi, di un uomo di 44 anni in seguito ad un arresto cardiorespiratorio durato 27 minuti, con i conseguenti danni cerebrali: giudicati irreversibili, ma che invece così non sono stati.
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