Santo del giorno 16 ottobre: santa Margherita Maria Alacoque

News del 16/10/2024 Torna all'elenco delle news

Santa Margherita Maria Alacoque promotrice del culto al Sacro Cuore di Gesù. Entrata a 24 anni nel monastero della Visitazione di Paray-le-Monial, comune francese della Borgogna-Franca Contea noto anche come "Città del sacro Cuore di Gesù", dove tuttora riposano le sue spoglie, fin dall'inizio si offrì "vittima al Cuore di Gesù" ricevendo in cambio grazie straordinarie, come le sue continue penitenze e mortificazioni. Le rivelazioni ricevute nelle apparizioni da Gesù portarono allo sviluppo del culto e all'istituzione della solennità liturgica del Sacro Cuore di Gesù il venerdì dopo l'ottava del Corpus Domini così come per le promesse legate alla pratica dei 9 venerdì del mese consecutivi. 

All'apertura canonica della sua tomba, nel luglio 1830, il corpo di santa Margherita Maria fu trovato incorrotto e tale è rimasto. È conservato sotto l'altare della cappella della Visitazione di Paray-le-Monial.

 

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Martirologio Romano: Santa Margherita Maria Alacoque, vergine, che, entrata tra le monache dell’Ordine della Visitazione della beata Maria, corse in modo mirabile lungo la via della perfezione; dotata di mistici doni e particolarmente devota al Sacratissimo Cuore di Gesù, fece molto per promuoverne il culto nella Chiesa. A Paray-le-Monial nei pressi di Autun in Francia, il 17 ottobre, si addormentò nel Signore.

(17 ottobre: A Paray-le-Monial nel territorio di Autun in Francia, transito di santa Margherita Maria Alacoque, vergine, la cui memoria si celebra il giorno precedente a questo).

 

Verosvres, Autun, Francia, 1647 - Paray-le-Monial, 17 ottobre 1690

Nata in Borgogna nel 1647, Margherita ebbe una giovinezza difficile, soprattutto perché dovette vincere la resistenza dei genitori per entrare, a ventiquattro anni, nell'Ordine della Visitazione, fondato da san Francesco di Sales. Margherita, diventata suor Maria, restò vent'anni tra le Visitandine, e fin dall'inizio si offrì «vittima al Cuore di Gesù». Fu incompresa dalle consorelle, malgiudicata dai superiori. Anche i direttori spirituali dapprima diffidarono di lei, giudicandola una fanatica visionaria. Il beato Claudio La Colombière divenne preziosa guida della mistica suora della Visitazione, ordinandole di narrare, nell'autobiografia, le sue esperienze ascetiche. Per ispirazione della santa, nacque la festa del Sacro Cuore, ed ebbe origine la pratica dei primi Nove Venerdì del mese. Morì il 17 ottobre 1690.

 

La memoria di Santa Margherita Maria Alacoque, francese, è legata alla diffusione della devozione del Sacro Cuore, una devozione tipica dei tempi moderni, e promossa infatti soltanto tre secoli fa, quando soffiò sulla Francia il vento gelido del Giansenismo, foriero della tormenta dell'Illuminismo.

All'origine della devozione al Cuore di Gesù si trovano due grandi Santi: Giovanni Eudes e Margherita Maria Alacoque. Del primo abbiamo già parlato il 19 agosto. dicendo come questo moschettiere dell'amore di Gesù e Maria fosse il primo e più fervido propagatore del nuovo culto.

Santa Margherita Maria Alacoque, da parte sua, fu colei che rivelò in tutta la loro mirabile profondità i doni d'amore dei cuore di Gesù, traendone grazie strepitose per la propria santità, e la promessa che i soprannaturali carismi sarebbero stati estesi a tutti i devoti del Sacro Cuore.

Nata in Borgogna nel 1647, Margherita ebbe una giovinezza difficile, soprattutto perché non le fu facile sottrarsi all'affetto dei genitori, e alle loro ambizioni mondane per la figlia, ed entrare, a ventiquattro anni, neII'Ordine della Visitazione, fondato da San Francesco di Sales. Margherita, diventata suor Maria, restò vent'anni tra le Visitandine, e fin dall'inizio si offrì " vittima al Cuore di Gesù ". In cambio ricevette grazie straordinarie, come fuor dell'ordinario furono le sue continue penitenze e mortificazioni sopportate con dolorosa gioia. Fu incompresa dalle consorelle, malgiudicata dai Superiori. Anche i direttori spirituali dapprima diffidarono di lei, giudicandola una fanatica visionaria. " Ha bisogno di minestra ", dicevano, non per scherno, ma per troppo umana prudenza.

Ci voleva un Santo, per avvertire il rombo della santità. E fu il Beato Claudio La Colombière, che divenne preziosa e autorevole guida della mistica suora della Visitazione, ordinandole di narrare, nella Autobiografia, le sue esperienze ascetiche, rendendo pubbliche le rivelazioni da lei avute.

"Ecco quel cuore che ha tanto amato gli uomini", le venne detto un giorno, nel rapimento di una visione: una frase restata quale luminoso motto della devozione al Sacro Cuore. E poi, le promesse: "Il mio cuore si dilaterà per spandere con abbondanza i frutti del suo amore su quelli che mi onorano". E ancora: "I preziosi tesori che a te discopro, contengono le grazie santificanti per trarre gli uomini dall'abisso di perdizione".

Per ispirazione della Santa, nacque così la festa del Sacro Cuore, ed ebbe origine la pratica pia dei primi Nove Venerdì del mese. Vinta la diffidenza, abbattuta l'ostilità, scossa la indifferenza, si diffuse nel mondo la devozione a quel Cuore che a Santa Margherita Alacoque era apparso "su di un trono di fiamme, raggiante come sole, con la piaga adorabile, circondato di spine e sormontato da una croce". E’ l'immagine che appare ancora in tante case, e che ancora protegge, in tutto il mondo, le famiglie cristiane.

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AMARE SENZA SOFFRIRE E' UN INGANNO

"Senza questo S. Cuore la vita mi apparirebbe un tormento insopportabile.

Bisogna amarlo con tutte le nostre forze e facoltà, costi quel che costi e dobbiamo essere contenti quando ci giudica degni di soffrire per amor suo...

Voler amare Dio senza soffrire è un inganno.

D'altro canto non riesco a capire come si possa soffrire quando si ama veramente il Cuore di N.S.G.C. dal momento che Egli muta in dolcezze e tutte le più disgustose amarezze e fa gustare le sue delizie in mezzo alle più grandi pene e umiliazioni.

Ma se il desiderio d'amare con tutto l'ardore il S. Cuore può produrre tali effetti, quali piaceri farà gustare a quei cuori che già lo amano coi fatti?

La pena più grossa per loro è quella di non soffrire o piuttosto di non amarlo abbastanza.

In verità, io credo che tutto si cambia in amore e un'anima, una volta accesa da questo fuoco sacro, non ha altro esercizio o altra occupazione che di amare soffrendo.

Amiamo dunque il nostro Sovrano Maestro pendente dalla croce, perché Lui gode quando trova un cuore che ama e soffre in silenzio".