Santo del giorno 3 ottobre: san Dionigi l'Aeropagita

News del 03/10/2024 Torna all'elenco delle news

San Dionigi l'Areopagita  patrono delle città di Atene  e di Crotone dove il suo busto è venerato nella Basilica Cattedrale di san Dionigi. E' citato da San Luca come uno dei pochissimi ateniesi che seguirono San Paolo dopo il discorso all’Areopago: egli era membro di quel tribunale e quindi appartenente all'aristocrazia ateniese.

 

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Martirologio Romano: Commemorazione di san Dionigi l’Areopagita, che si convertì a Cristo annunciato da san Paolo Apostolo davanti all’Areopágo e fu costituito primo vescovo di Atene.

 

Dionigi viene citato da San Luca come uno dei pochissimi ateniesi che seguirono San Paolo dopo il discorso all’Areopago. Un altro Dionigi, vescovo di Corinto del II secolo, scrive che l’Areopagita fu il primo vescovo di Atene. In seguito venne confuso con l’omonimo protovescovo martire di Parigi, la cui festa cade il 9 ottobre. Tale commistione penetrò nel Martirologio Romano, che infatti considerava in tale data entrambi i Dionigi (di Atene e di Parigi) una sola persona. L'edizione del Martirologio Romano promulgata da San Giovanni Paolo II ha fatto chiarezza specificando che il San Dionigi venerato il 9 ottobre fu vescovo di Parigi e ponendo al 3 ottobre la voce di San Dionigi l'Areopagita. Sotto il nome di Pseudo-Dionigi va l’autore (forse un monaco siriaco del V-VI secolo) di celebri scritti largamente diffusi nel Medioevo: tra essi il «De coelesti Ierarchia» e il «De divinis nominibus». In essi si afferma che Dionigi avrebbe visto l’eclissi della Crocifissione e assistito alla Dormizione di Maria. Perciò furono attribuiti all’antico ateniese, pur essendo due personaggi ben distinti.

 

Tra i pochissimi che, udito il forbito discorso tenuto da Paolo all'Aeropago di Atene, aderirono a lui, Luca nomina "Dionigi l'Aeropagita", membro cioè di quel tribunale, e pertanto appartenente all'aristocrazia ateniese, "e una donna di nome Damaris", forse Damalis; secondo una tradizione riferita da s. Giovanni Crisostomo essa sarebbe la sposa di Dionigi, ma si tratta soltanto di una supposizione senza prova alcuna.

In una lettera di Dionigi, vescovo di Corinto, contemporaneo di papa Sotero, scritta agli ateniesi prima del 175, è detto, come ci ha conservato Eusebio, che Dionigi L'Areopagita morì primo vescovo di Atene; solo una leggenda tardiva lo ha identificato con il primo vescovo di Parigi, martirizzato verso il 270. Tale identificazione troviamo nel Martirologio e nel Breviario Romano, al 9 ottobre Tuttavia nel Vetus Romanum Martyrologium, i due Dionigi sono chiaramente distinti l'uno dall'altro; al 3 ottobre, infatti, si legge: "Athenis, Dionysii Areopagitae, sub Adriano diversis tormentis passi, ut Aristides testis est in opere quod de Christiana religione composuit; e al 9 ottobre: " Parisiis Dionysii episcopi cum sociis suis a Fescennino cum gladio animadversi " (PL, CXXIII, col. 171).

La Cronaca che porta il nome di Lucius Dexter identifica s. Dionigi di Parigi con Dionigi l'Areopagita, ma comunemente si nega l'autenticità di questo scritto. Il primo che identificò i due Dionigi fu Hilduinus, abate di S. Dionigi (m. 840), nella Vita s. Dionysii,. Sotto il nome di Dionigi l'Areopagita, vengono citati gli scritti, che probabilmente un monaco siriaco, promosso all'episcopato, compose tra il 480 e il 530 e che conobbero il più grande successo ed esercitarono un grande influsso durante tutto il Medio Evo: De coelesti hierarchia; De mystica theologia; De ecclesiastica hierarchia; De divinis nominibus, e dieci epistulae . Secondo la VII ep., Dionigi e il sofista Apollophanes avrebbero visto l'eclissi del sole nel giorno della crocifissione e secondo De divinis nominibus (III, 2) D. avrebbe assistito alla Dormitio della S.ma Vergine.

Da queste notizie leggendarie si è creduto che l'autore di questi scritti fosse Dionigi l'Areopagita, il discepolo di Paolo: il primo ad affermarlo fu il patriarca monofisita Severo di Antiochia (512-18), in una disputa con gli ortodossi a Costantinopoli, sotto Giustiniano I (533). Ma il portavoce dei cattolici, Hypatios, vescovo di Efeso, osservò che se tali scritti fossero stati di Dionigi, non sarebbero stati ignorati né da s. Cirillo, né da s. Atanasio: argomentazione, questa, che vale ancor oggi.

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