Santo del giorno 9 settembre: san Pietro Claver

News del 09/09/2024 Torna all'elenco delle news

San Pietro Claver gesuita missionario patrono della Colombia e delle missioni in Africa e fra gli afroamericani. «Schiavo degli Etiopi sempre» è il voto che pronuncia  e a cui tiene fede per tutta la vita, la prova della sua devozione ad un popolo di innocenti, vittime del commercio degli schiavi.

 

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Martirologio Romano: San Pietro Claver, sacerdote della Compagnia di Gesù, che, a Cartagena in Colombia si adoperò per oltre quarant’anni con mirabile abnegazione e insigne carità per i neri ridotti in schiavitù, rigenerando di sua mano nel battesimo di Cristo circa trecentomila di loro.

(8 settembre: A Cartagena in Colombia, anniversario della morte di san Pietro Claver, sacerdote, la cui memoria si celebra domani).

 

Nato a Verdù in Catalogna (Spagna) nel 1580 in una modesta e religiosa famiglia, giovane novizio entra a far parte della “Compagnia di Gesù”. Nel 1604 pronuncia i voti monastici completando gli studi a Palma di Maiorca (Spagna). In questa città conosce Alfonso Rodriguez, umile confratello portinaio. La sua amicizia è fondamentale perché lo aiuta a rivelare a se stesso la sua vocazione di missionario. Infatti è Alfonso che consiglia al timido e insicuro giovane Pietro di farsi inviare nelle colonie americane. Pietro viene ordinato sacerdote nel 1616 a Cartagena (Colombia) dove inizia la sua missione in Sud America. Si dedica ad alleviare le sofferenze degli schiavi sbarcati dalle navi negriere e sottoposti a brutali atrocità da parte degli spietati padroni.

Padre Claver li aiuta, li battezza, dividendo con loro le terribili condizioni in cui sono costretti a vivere. Per la sua veemente difesa a favore dei poveri derelitti, subisce opposizioni e calunnie dai ricchi e potenti mercanti di schiavi che lo accusano di dare l’Eucaristia a chi, secondo loro, non è degno di riceverla. A queste accuse Pietro Claver risponde che sono degni agli occhi del Signore. Aiutato da gruppi di laici e religiosi, Padre Claver continua la sua opera evangelica per quarant’anni. Visita le prigioni portando conforto ai carcerati. Negli ospedali si prende cura anche degli ammalati più gravi, sia bianchi sia neri, li assiste, li conforta, prodigandosi per lenire il loro dolore. Muore di malattia nel 1654 a Cartagena. È patrono delle missioni cattoliche in Africa.

Inizia gli studi di teologia a Barcellona e li completa a Cartagena di Colombia (dove diventa sacerdote nel 1616). Qui sbarcano migliaia di schiavi neri, quasi tutti giovani: ma invecchiano e muoiono presto per la fatica e i maltrattamenti; e per l’abbandono quando sono invalidi. Tra questa umanità la Compagnia di Gesù ha mandato i suoi missionari. Unitosi a loro, Pietro Claver conosce il mondo della sofferenza e della disperazione; discerne la volontà di Dio, che il portinaio di Maiorca gli insegnava a cercare: Dio vuole che egli serva gli schiavi con tutte le sue forze, ogni giorno della sua vita.

Così si ritrova a vivere la loro sofferenza, e a combatterla. Sta con loro per nutrire e per curare, imperturbabile ed efficiente anche nelle situazioni più disgustose. A questa gente che non ha nulla, che non è nulla, insieme al soccorso offre il rispetto. Si sforza di risvegliare in ognuno il senso della sua dignità, senza il quale non potrebbe parlare di Dio e del suo amore. Impara la lingua dell’Angola, parlata da molti di loro, e crea un’équipe di interpreti per le altre lingue. Ma si fa capire anche col suo modo di vivere, che è quello degli schiavi più sfortunati: basta guardarlo per dargli fiducia, credere in lui, confidarsi (e per questo gli si attribuisce il dono della “lettura delle anime”). Basta guardarlo per capire e condividere la devozione che egli predica per Cristo sofferente.

Poi si ammala, forse di peste. Sopravvive, ma senza più forze, trascinandosi allo stesso modo dei vecchi schiavi. Deve sopportare i maltrattamenti del suo infermiere: un nero. Anche in queste cose bisogna scorgere la volontà di Dio. Muore a 74 anni e verrà canonizzato nel 1888, con Alfonso Rodriguez, il fratello portinaio di Maiorca.

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