Santo del giorno 7 settembre: san Grato di Aosta

News del 07/09/2024 Torna all'elenco delle news

San Grato di Aosta uno dei primi evangelizzatori della Valle d'Aosta nel V sec., secondo vescovo, taumaturgo  e patrono di Aosta e della Diocesi di Aosta. Le sue reliquie sono conservate nella Cattedrale di Aosta. E' invocato dai contadini contro la grandine e tutto quello che minaccia i raccolti.

 

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Martirologio romano: ad Aosta, san Grato, vescovo.

 

 

Del santo patrono di Aosta san Grato, esistono due fonti che forniscono notizie sulla sua esistenza, una storica ma ridotta e un’altra fantasiosa, ma su cui si è basata la grande diffusione del culto, anche al di fuori della Valle d’Aosta.

 

Il fondamento storico

Le notizie storiche fondate, dicono che s. Grato era un sacerdote che collaborava con Eustasio, primo vescovo di Aosta, da taluni ritenuto santo; ambedue erano di origine greca come fa intendere il nome del vescovo, probabilmente il più anziano dei due Eustasio, chiamò presso di sé il più giovane Grato.

Si ritiene che ambedue abbiano ricevuto successivamente, educazione e formazione ecclesiastica, nel celebre cenobio fondato da s. Eusebio da Vercelli († 371), il grande vescovo che al ritorno dall’esilio in Oriente, impostagli dall’imperatore Costanzo, volle trapiantare nella sua diocesi il monachesimo.

Sant’Ambrogio affermò, che in quel tempo tutti i vescovi dell’Italia Settentrionale provenivano dal cenobio eusebiano, quindi anche Eustasio e Grato, vissuti nella seconda metà del V secolo, provenivano da lì; tenendo conto anche che Aosta, la romana Augusta Pretoria, fondata intorno al 25-24 a.C., il cui nome fu posto in onore di Augusto e della sua Guardia Pretoriana, prima del tempo di Eustasio era compresa nel territorio della Chiesa vercellese.

Si sa che quando Grato era ancora semplice sacerdote, rappresentò il vescovo di Aosta, Eustasio, al Concilio provinciale di Milano del 451, sottoscrivendo la lettera che quell’assemblea inviò al papa san Leone I Magno, per condannare l’eresia di Eutiche († 454 ca.), monaco greco che negava le due nature di Cristo, affermando l’assimilazione della natura umana in quella divina.

In un anno imprecisato, ma certamente dopo il suddetto 451, Grato alla morte di Eustasio, gli successe alla guida della giovane diocesi valdostana, divenendone il secondo vescovo; durante il suo episcopato, Grato partecipò alla traslazione delle reliquie del martire tebeo s. Innocenzo, alla quale erano presenti anche i vescovi di Agauno e di Sion, come ricorda la “Passio Acaunensium Martyrum”.

Non si conosce l’anno della sua morte, ma stranamente quello della sepoltura, 7 settembre, ricavato dalla breve iscrizione sepolcrale: “Hic requiescit in pace S. M. GRATUS EPS D P SUB D. VII ID. SEPTEMB.”; incisa sulla pietra tombale conservata nella chiesa parrocchiale di Saint-Christophe.

 

La diffusione del culto

La popolarità del culto di san Grato risale però al XII o al XIII secolo, quando le sue reliquie furono traslate dalla chiesa paleocristiana di San Lorenzo, che sorgeva a est della città nella zona dell’attuale collegiata di Sant’Orso, alla cattedrale, dove sono tuttora conservate in un reliquiario in argento e rame dorato del XV secolo.

Secondo la tradizione era il 27 marzo di un anno imprecisato, la festa liturgica che fu introdotta per ricordare la traslazione, incluse un antichissimo rito che si chiamò poi “Benedizione di san Grato”: la triplice benedizione della terra, dell’acqua e delle candele, per allontanare ogni flagello dai campi, dai contadini e dal bestiame e per invocare il favore di Dio sui prossimi raccolti.

Era una tipica cerimonia di origine pagana che coincideva con l’inizio della primavera e che venne, come in altri casi, cristianizzata.

Man mano quella benedizione attirò sul santo vescovo aostano una serie di patronati: lo si invocava quando il disgelo faceva straripare laghetti e torrenti, quando la siccità spaccava il terreno, la grandine minacciava il raccolto, quando s’incendiava il fienile o quando bruchi, cavallette e talpe devastavano i campi.

Era ancora considerato protettore e taumaturgo contro streghe e diavoli, che tanto influenzavano la mentalità del Medioevo. La città e diocesi di Aosta lo venera come santo patrono e lo celebra il 7 settembre.

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