Santo del giorno 4 settembre: santa Rosa da Viterbo

News del 04/09/2024 Torna all'elenco delle news

Santa Rosa da Viterbo terziaria francescana Proclamata è patrona della città e della diocesi di Viterbo, del Terz’Ordine femminile di San Francesco, della Gioventù Femminile di Azione Cattolica e della Gioventù Francescana Gi.Fra. e protegge anche ragazze e fiorai.

Che coraggio ha nel 1250 questa ragazzina di appena diciassette anni: cammina scalza per le strade di Viterbo martoriata dalla lotta tra Guelfi e Ghibellini, e, brandendo un crocifisso, chiede la pace invitando tutti gli abitanti a rimanere fedeli alla Chiesa. Si scaglia contro l’imperatore Federico II e ne predice la morte imminente. Morirà presto anche lei, a soli 18 anni, dopo aver chiesto di entrare in quel monastero delle Clarisse di Santa Maria delle Rose, che invece la rifiuta per ben 3 volte e che, come lei aveva predetto, ne accoglierà invece le spoglie.

Ogni 4 settembre, anniversario della traslazione del suo corpo nel monastero delle Clarisse, è festeggiata a Viterbo. La sera del 3 settembre viene trasportata per le vie della città la “macchina di Santa Rosa“, una specie di torre portata da un centinaio di uomini (chiamati “facchini” e vestiti in bianco con una fascia rossa sulla vita).

 

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Martirologio Romano: A Viterbo, beata Rosa, vergine, del Terz’Ordine di San Francesco, che fu assidua nelle opere di carità e a soli diciotto anni concluse anzitempo la sua breve esistenza.

 

 

Nel 1252 papa Innocenzo IV pensa di farla santa, e ordina un processo canonico, che forse non comincia mai. La sua fama di santità cresce ugualmente, e nel 1457 Callisto III ordina un nuovo processo, regolarmente svolto: ma nel frattempo muore, e Rosa non verrà mai canonizzata col solito rito solenne. Ma il suo nome è già elencato tra i santi nell’edizione 1583 del Martirologio romano. Via via si dedicano a lei chiese, cappelle e scuole in tutta Italia, e anche in America Latina.

Vita breve, la sua. Nasce dai coniugi Giovanni e Caterina, forse agricoltori nella contrada di Santa Maria in Poggio. Sui 16-17 anni, gravemente malata, ottiene di entrare subito fra le terziarie di san Francesco, che ne seguono la regola vivendo in famiglia. Guarita, si mette a percorrere Viterbo portando una piccola croce o un’immagine sacra: prega ad alta voce ed esorta tutti all’amore per Gesù e Maria, alla fedeltà verso la Chiesa. Nessuno le ha dato questo incarico. Viterbo intanto è coinvolta in una crisi fra la Santa Sede e Federico II imperatore. Occupata da quest’ultimo nel 1240, nel 1247 si è “data” accettandolo come sovrano.

Rosa inizia la campagna per rafforzare la fede cattolica, contro l’opera di vivaci gruppi del dissenso religioso, nella città dove comandano i ghibellini, ligi all’imperatore e nemici del papa. Un’iniziativa spirituale, ma collegata alla situazione politica. Per questo, il podestà manda Rosa e famiglia in domicilio coatto a Soriano del Cimino. Un breve esilio, perché nel 1250 muore Federico II e Viterbo passa nuovamente alla Chiesa. Ma non sentirà più la voce di Rosa nelle strade. La giovane muore il 6 giugno probabilmente del 1251 (altri pongono gli estremi della sua vita tra il 1234 e il 1252). Viene sepolta senza cassa, nella nuda terra, presso la chiesa di Santa Maria in Poggio. Nel novembre 1252 papa Innocenzo IV promuove il primo processo canonico (quello mai visto) e fa inumare la salma dentro la chiesa. Nel 1257 papa Alessandro IV ne ordina la traslazione nel monastero delle Clarisse. E forse vi assiste di persona, perché trasferitosi a Viterbo dall’insicura Roma (a Viterbo risiederanno i suoi successori fino al 1281).

La morte di Rosa si commemora il 6 marzo. Ma le feste più note in suo onore sono quelle di settembre, che ricordano la traslazione del corpo nell’attuale santuario a lei dedicato. Notissimo è il trasporto della “macchina” per le vie cittadine: è una sorta di torre in legno e tela, rinnovata ogni anno, col simulacro della santa, portata a spalle da 62 uomini. Si ricorda nel 1868 anche l’iniziativa del conte Mario Fani che col circolo Santa Rosa, a Viterbo, anticipava la Società della Gioventù Cattolica, promossa poi dai cattolici bolognesi con Giovanni Acquaderni. Nel 1922 Benedetto XV ha proclamato Rosa patrona della Gioventù Femminile di Azione Cattolica.

A Viterbo, di cui è patrona della città e compatrona della diocesi, è ricordata il 4 settembre, giorno della traslazione.

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Avvenimenti

• Per tre volte non viene accettata dalle Clarisse a motivo della sua salute cagionevole. Rosa, molto dispiaciuta ma serena, profetizza: «Non mi avete voluto da viva, mi accoglierete da morta».

 

• Viene cacciata da Viterbo perché, nella lite tra papa Innocenzo IV e l’imperatore Federico II, si schiera dalla parte del papa e invita i cittadini a fare altrettanto. Fa ritorno a Viterbo dopo che la città rientra sotto il potere papale.

 

Aneddoti

• Predica per le piazze e le vie della città: per farsi vedere dagli ascoltatori sale su una pietra. Questa si innalza miracolosamente per portarla più in alto, rimanendo sospesa in aria.

 

• Durante la festa di san Nicola del 1250, le appare la Madonna che la invita a diventare terziaria francescana.

 

• A Vitorchiano sfida un mago che, con la sua influenza, soggioga tutta la popolazione. Rosa fa accendere un rogo sulla piazza e vi resta illesa per tre ore: quando ne discende senza nessuna ustione, il mago si getta ai suoi piedi.

 

• Dopo pochi anni dalla sua morte, Rosa appare per tre volte a papa Alessandro IV, che in quel tempo dimora a Viterbo, invitandolo a far trasferire il suo corpo nel monastero delle Clarisse.

 

Spiritualità

Non riuscendo a entrare tra le Clarisse, trasforma la sua cameretta in una cella e trascorre il tempo nella più alta contemplazione e nelle più aspre penitenze.

 

Morte

Muore a soli 18 anni (come lei stessa ha predetto), forse consunta dalla tisi o forse anche a causa della rarissima e grave malformazione fisica caratterizzata dalla mancanza dello sterno che può causare la morte entro i primi tre anni di vita. Sei anni dopo la morte il suo corpo, trovato incorrotto, viene trasferito nel monastero delle Clarisse di Santa Maria delle Rose, dove tutt’ora si conserva. E’ canonizzata nel 1457. Nel 1922 è nominata patrona della Gioventù Femminile di Azione Cattolica. Ogni 4 settembre, anniversario della traslazione del suo corpo nel monastero delle Clarisse, è festeggiata a Viterbo. La sera del 3 settembre viene trasportata per le vie della città la “macchina di Santa Rosa“, una specie di torre portata da un centinaio di uomini (chiamati “facchini” e vestiti in bianco con una fascia rossa sulla vita).

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