15 agosto: Solennità dell'Assunzione della B.V. Maria al cielo
News del 15/08/2024 Torna all'elenco delle news
Quello dell'Assunzione della B.V. Maria in cielo è, in ordine di tempo, l’ultimo dogma definito della Chiesa cattolica, quasi un secolo dopo quello dell’Immacolata Concezione, proclamato da Pio IX l’8 dicembre 1854. Le solenni e autorevoli parole della definizione dogmatica sono state pronunciate il 1à novembre 1950 da Pio XII: “L’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo” sono state
La breve e solenne proposizione dogmatica racchiude insieme le tre verità più importanti della Chiesa cattolica circa la Vergine Maria: Immacolata fin dalla sua concezione; Madre di Dio nella sua missione salvifica; e Assunta in cielo nella sua predestinazione finale accanto a Cristo, primizia della Chiesa. Con questa definizione, Pio XII riconosce il valore prezioso della costante fede del popolo di Dio, o sensus fidelium, nell’assunzione gloriosa della Madre di Dio nei Cieli. Una credenza da sempre presente nella tradizione cristiana, espressa sia nella pietà popolare che nella vita liturgica, sia nei padri che nei teologi, sia nel consenso unanime dell’Episcopato che nel dato rivelato sulla divina Maternità e sull’Immacolata Concezione della Vergine Maria. Il pronunciamento del Sommo Pontefice, infatti, corona una credenza da tempo universalmente professata dal popolo di Dio nel suo insieme.
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Martirologio Romano: Solennità dell’Assunzione della beata Vergine Maria, Madre di Dio e Signore nostro Gesù Cristo, che, completato il corso della sua vita terrena, fu assunta anima e corpo nella gloria celeste. Questa verità di fede ricevuta dalla tradizione della Chiesa fu solennemente definita dal papa Pio XII.
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LEGGI Le parole di papa Francesco citate nel video:
Quando l’uomo mise piede sulla luna, fu detta una frase che divenne famosa: «Questo è un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l’umanità». In effetti, l’umanità aveva raggiunto un traguardo storico. Ma oggi, nell’Assunzione di Maria in Cielo, celebriamo una conquista infinitamente più grande. La Madonna ha poggiato i piedi in paradiso: non ci è andata solo in spirito, ma anche con il corpo, con tutta sé stessa. Questo passo della piccola Vergine di Nazareth è stato il grande balzo in avanti dell’umanità. Serve poco andare sulla luna se non viviamo da fratelli sulla Terra. Ma che una di noi abiti in Cielo col corpo ci dà speranza: capiamo che siamo preziosi, destinati a risorgere. Dio non lascerà svanire il nostro corpo nel nulla. Con Dio nulla andrà perduto! In Maria la meta è raggiunta e noi abbiamo davanti agli occhi il motivo per cui camminiamo: non per conquistare le cose di quaggiù, che svaniscono, ma per conquistare la patria di lassù, che è per sempre. E la Madonna è la stella che ci orienta. Lei è andata prima. Ella, come insegna il Concilio, «brilla come segno di sicura speranza e di consolazione per il Popolo di Dio in cammino» (Lumen gentium, 68).
Che cosa ci consiglia la nostra Madre? Oggi nel Vangelo la prima cosa che dice è: «L’anima mia magnifica il Signore» (Lc 1,46). Noi, abituati a sentire queste parole, forse non facciamo più caso al loro significato. Magnificare letteralmente significa “fare grande”, ingrandire. Maria “ingrandisce il Signore”: non i problemi, che pure non le mancavano in quel momento, ma il Signore. Quante volte, invece, noi ci lasciamo sovrastare dalle difficoltà e assorbire dalle paure! La Madonna no, perché mette Dio come prima grandezza della vita. Da qui scaturisce il Magnificat, da qui nasce la gioia: non dall’assenza dei problemi, che prima o poi arrivano, ma la gioia nasce dalla presenza di Dio che ci aiuta, che è vicino a noi. Perché Dio è grande. E soprattutto, Dio guarda ai piccoli. Noi siamo la sua debolezza di amore: Dio guarda e ama i piccoli.
Maria, infatti, si riconosce piccola ed esalta le «grandi cose» (v. 49) che il Signore ha fatto per lei. Quali? Anzitutto il dono inatteso della vita: Maria è vergine e rimane incinta; e pure Elisabetta, che era anziana, aspetta un figlio. Il Signore fa meraviglie con i piccoli, con chi non si crede grande ma dà grande spazio a Dio nella vita. Egli stende la sua misericordia su chi confida in Lui e innalza gli umili. Maria loda Dio per questo.
E noi – possiamo chiederci – ci ricordiamo di lodare Dio? Lo ringraziamo per le grandi cose che fa per noi? Per ogni giornata che ci dona, perché ci ama e ci perdona sempre, per la sua tenerezza? E ancora, per averci dato la sua Madre, per i fratelli e le sorelle che ci mette sul cammino, perché ci ha aperto il Cielo? Noi ringraziamo Dio, lodiamo Dio per queste cose? Se dimentichiamo il bene, il cuore si rimpicciolisce. Ma se, come Maria, ricordiamo le grandi cose che il Signore compie, se almeno una volta al giorno lo magnifichiamo, allora facciamo un grande passo in avanti. Una volta al giorno possiamo dire: “Io lodo il Signore”; “Benedetto il Signore”: è una piccola preghiera di lode. Questo è lodare Dio. Il cuore, con questa piccola preghiera, si dilaterà, la gioia aumenterà. Chiediamo alla Madonna, porta del Cielo, la grazia di iniziare ogni giorno alzando lo sguardo verso il cielo, verso Dio, per dirgli: “Grazie!”, come dicono i piccoli ai grandi.
DALLA LUMEN GENTIUM V. Maria, segno di certa speranza e di consolazione per il peregrinante popolo di Dio
Maria, segno del popolo di Dio
68. La madre di Gesù, come in cielo, in cui è già glorificata nel corpo e nell'anima, costituisce l'immagine e l'inizio della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell'età futura, così sulla terra brilla ora innanzi al peregrinante popolo di Dio quale segno di sicura speranza e di consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore (cfr. 2 Pt 3,10).
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