Santo del giorno 14 agosto 2024: Massimiliano Maria Kolbe

News del 14/08/2024 Torna all'elenco delle news

San Massimiliano Maria Kolbe, sacerdote e francescano polacco fondatore della Milizia dell'Immacolata che ad Auschwitz diede la propria vita al posto di quella di un padre di famiglia come ricorda una scritta su un bassorilievo, all’ingresso del blocco 11: “Homo homini” cioè “Un uomo per un altro uomo”. E' patrono principale dei Piccoli Fratelli e Sorelle dell'Immacolata della Cittadella dell’Immacolata ispirata dalle Cittadelle realizzate da s. Massimiliano e realizzata alcuni anni fa a Bagnara Calabra (RC) da padre Santo Donato, canonico del Capitolo Metropolitano della Basilica Cattedrale.

Giovanni Paolo II lo ha chiamato «patrono del nostro difficile secolo». La sua figura si pone al crocevia dei problemi emergenti del nostro tempo: la fame, la pace tra i popoli, la riconciliazione, il bisogno di dare senso alla vita e alla morte.

 

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Martirologio Romano: Memoria di san Massimiliano Maria (Raimondo) Kolbe, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali e martire, che, fondatore della Milizia di Maria Immacolata, fu deportato in diversi luoghi di prigionia e, giunto infine nel campo di sterminio di Auschwitz vicino a Cracovia in Polonia, si consegnò ai carnefici al posto di un compagno di prigionia, offrendo il suo ministero come olocausto di carità e modello di fedeltà a Dio e agli uomini.   

 

 

Massimiliano Maria Kolbe nasce nel 1894 a Zdunska-Wola, in Polonia. Entra nell'ordine dei francescani e, mentre l'Europa si avvia a un secondo conflitto mondiale, svolge un intenso apostolato missionario in Europa e in Asia. Ammalato di tubercolosi, Kolbe dà vita al «Cavaliere dell'Immacolata», periodico che raggiunge in una decina d'anni una tiratura di milioni di copie. Nel 1941 è deportato ad Auschwitz. Qui è destinato ai lavori più umilianti, come il trasporto dei cadaveri al crematorio. Nel campo di sterminio Kolbe offre la sua vita di sacerdote in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia.  Muore pronunciando «Ave Maria». Sono le sue ultime parole, è il 14 agosto 1941.

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Ad Auschwitz su un bassorilievo, all’ingresso del blocco 11 è scritto: “Homo homini”ovvero “Un uomo per un altro uomo” a memoria del “novello San Francesco” che è stato più forte della morte. È per questo che, all’unisono con Jean Guitton, si può affermare: “Ai miei occhi è il più grande santo del Novecento”.

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La sorgente della felicità e della pace non sta fuori, ma dentro di noi. Sappiamo trarre profitto da ogni cosa per esercitare la nostra anima nella pazienza, nell’obbedienza, nella povertà e nelle altre virtù della vita cristiana, e le croci non saranno più tanto pesanti

Nelle opere divine nulla nasce di grande senza dolore.

“Chi ha Maria per madre, ha Cristo per fratello.”                                                                                                                                        “Noi, da noi stessi, siamo nulla e nulla siamo in grado di fare; senza di Lei, Mediatrice delle grazie, non ci si preserva dal cadere.”                                                                               

“Rimettiti in tutto alla Divina Provvidenza attraverso l'Immacolata e non preoccuparti di nulla.”                                                                                                                             

“L'obbedienza, ed essa sola, è quella che ci manifesta con certezza la divina volontà.”       

                                                                                             “L'odio non è forza creativa. Solo l'amore è forza creativa!”