Santo del giorno 30 giugno: Santi primi martiri della Chiesa di Roma
News del 30/06/2024 Torna all'elenco delle news
Questa memoria liturgica commemora tutti i protomartiri della Chiesa di Roma che subirono il martirio nella stessa persecuzione nella quale furono messi a morte Pietro e Paolo; dal 1969 è stata fissata il giorno seguente a quella dei due apostoli.
Il giorno seguente alla celebrazione dei Santi Pietro e Paolo, la Chiesa celebra la memoria liturgica di molti cristiani che, come attesta Papa Clemente, furono trucidati nei giardini Vaticani da Nerone. La persecuzione nei confronti dei primi martiri avvenne subito dopo l’incendio di Roma della notte del 18 luglio 64. L’imperatore Nerone, per scrollarsi di dosso ogni tipo di responsabilità ed allontanare dunque da sé l’ira del popolo, attuò questa mossa sanguinaria. Anche lo storico romano Tacito nei suoi Annali dice: 'alcuni ricoperti di pelle di belve furono lasciati sbranare dai cani, altri furono crocifissi, ad altri fu appiccato il fuoco al termine del giorno in modo che servissero di illuminazione notturna'. La persecuzione si protrarrà fino all’anno 67.
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Martirologio Romano: Santi protomartiri della Santa Chiesa di Roma, che accusati dell’incendio della Città furono per ordine dell’imperatore Nerone crudelmente uccisi con supplizi diversi: alcuni, infatti, furono esposti ai cani coperti da pelli di animali e ne vennero dilaniati; altri furono crocifissi e altri ancora dati al rogo, perché, venuta meno la luce del giorno, servissero da lampade notturne. Tutti questi erano discepoli degli Apostoli e primizie dei martiri che la Chiesa di Roma presentò al Signore.
Nerone fu il primo imperatore romano a scatenare una persecuzione contro i cristiani, di cui lo storico Tacito ci racconta dettagliatamente i fatti: il 19 luglio dell'anno 64, il decimo del regno di Nerone, un terribile incendio divampò a Roma, partendo dal Circo Massimo, quartiere di negozi e bancarelle stipati di merce infiammabile; favorito dal clima (si era in piena calura estiva) il fuoco si propagò in tutte le direzioni.
La persecuzione nei confronti dei primi martiri avvenne subito dopo l’incendio di Roma, il quale ebbe luogo nella notte del 18 luglio 64. L’imperatore Nerone, per scrollarsi di dosso ogni tipo di responsabilità ed allontanare dunque da sé l’ira del popolo, attuò questa mossa sanguinaria. Le fonti che ci parlano dell’accaduto sono sostanzialmente due: Gli Annali di Tacito, storico vissuto tra il 55 e il 120 e il racconto di Papa Clemente, Vescovo di Roma dal 92 al 97.
I Santi primi martiri della Chiesa di Roma negli Annales di Tacito
Perché l’imperatore Nerone accusò e perseguitò la nascente comunità dei seguaci di Gesù? Perché furono i primi ad essere incolpati dell’incendio? Cornelio Tacito, nel XV libro degli Annales ci offre una risposta: “Siccome circolavano voci che l’incendio di Roma fosse stato doloso, Nerone presentò come colpevoli, punendoli con pene ricercatissime, coloro che, odiati per le loro abominazioni, erano chiamati dal volgo cristiani”(Tacito, Annales, Libro XV, 44). Nerone dunque scaricò sui cristiani le colpe e le accuse a lui rivolte.
Papa Clemente ci parla della tipologia di esecuzioni
Il racconto di Papa Clemente ci offre delucidazioni sul luogo del martirio e sulle modalità di esecuzione dei primi martiri della Chiesa di Roma. Il racconto del pontefice ci dice che le esecuzioni avvenivano presso i giardini vaticani, messi a disposizione da Nerone proprio a questo scopo. Molti di essi, presso i giardini del Colle Oppio, vennero cosparsi di pece e vennero bruciati di notte, perché fornissero luce notturna. Altri, tra cui bambini e donne, furono ricoperti dalla pelle di alcuni animali e offerti in pasto alle bestie feroci. Alcuni cristiani vennero crocifissi e altri decapitati.
San Pietro e San Paolo vittime di tale persecuzione
La persecuzione neroniana non si arrestò all’estate del 64, ma si prolungò almeno fino all’anno 67. Il primo Papa della Chiesa romana, San Pietro fu uno delle vittime di tale persecuzione. Egli fu crocifisso a testa in giù nel Circo Neroniano, dove sorse la basilica di San Pietro. Altro illustre martire coinvolto nella persecuzione fu l’Apostolo delle Genti, San Paolo, decapitato alle Aquae Salviae e sepolto lungo la via Ostiense. La chiesa festeggia la memoria liturgica dei Santi primi martiri della Chiesa di Roma il 30 giugno.
L'odierna celebrazione introdotta dal nuovo calendario romano universale si riferisce ai protomartiri della Chiesa di Roma, vittime della persecuzione di Nerone in seguito all'incendio di Roma, avvenuto il 19 luglio del 64. Perché Nerone perseguitò i cristiani? Ce lo dice Cornelio Tacito nel XV libro degli Annales: "Siccome circolavano voci che l'incendio di Roma fosse stato doloso, Nerone presentò come colpevoli, punendoli con pene ricercatissime, coloro che, odiati per le loro abominazioni, erano chiamati dal volgo cristiani".
Ai tempi di Nerone, a Roma, accanto alla comunità ebraica, viveva quella esigua e pacifica dei cristiani. Su questi, poco conosciuti, circolavano voci calunniose. Nerone scaricò su di loro, condannandoli ad efferati supplizi, le accuse a lui rivolte. Del resto le idee professate dai cristiani erano di aperta sfida agli dei pagani gelosi e vendicativi... "I pagani - ricorderà più tardi Tertulliano - attribuiscono ai cristiani ogni pubblica calamità, ogni flagello. Se le acque del Tevere escono dagli argini e invadono la città, se al contrario il Nilo non rigonfia e non inonda i campi, se vi è siccità, carestia, peste, terremoto, è tutta colpa dei cristiani, che disprezzano gli dei, e da tutte le parti si grida: i cristiani ai leoni!".
Nerone ebbe la responsabilità di aver dato il via all'assurda ostilità del popolo romano, peraltro molto tollerante in materia religiosa, nei confronti dei cristiani: la ferocia con la quale colpì i presunti incendiari non trova neppure la giustificazione del supremo interesse dell'impero. Episodi orrendi come quello delle fiaccole umane, cosparse di pece e fatte ardere nei giardini del colle Oppio, o come quello di donne e bambini vestiti con pelle di animali e lasciati in balia delle bestie feroci nel circo, furono tali da destare un senso di pietà e di orrore nello stesso popolo romano. "Allora - scrive ancora Tacito - si manifestò un sentimento di pietà, pur trattandosi di gente meritevole dei più esemplari castighi, perché si vedeva che erano eliminati non per il bene pubblico, ma per soddisfare la crudeltà di un individuo", Nerone. La persecuzione non si arrestò a quella fatale estate del 64, ma si prolungò fino al 67.
Tra i martiri più illustri vi furono il principe degli apostoli, crocifisso nel circo neroniano, dove sorge la basilica di S. Pietro, e l'apostolo dei gentili, S. Paolo, decapitato alle Acque Salvie e sepolto lungo la via Ostiense. Dopo la festività congiunta dei due apostoli, il nuovo calendario vuole appunto celebrare la memoria dei numerosi martiri che non poterono avere un posto peculiare nella liturgia.
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