Santo del giorno 26 giugno:San Giuseppe Maria Escrivà de Balaguer
News del 26/06/2024 Torna all'elenco delle news
san Giuseppe Maria Escrivà de Balaguer, sacerdote, fondatore dell’Opus Dei e della Società sacerdotale della Santa Croce. Ha aperto una nuova strada di santificazione nella Chiesa, ricordando che tutti gli uomini possono raggiungere la santità compiendo il loro lavoro e i loro impegni quotidiani con spirito cristiano. Il suo programma: «Santificare il lavoro, santificarsi nel lavoro e santificare gli altri con il lavoro», per coniungare l’attività professionale, la preghiera e l’apostolato.
La sua canonizzazione è avvenuta solo 27 anni dopo la sua morte, uno dei periodi di attesa più brevi nella storia della Chiesa. Il suo corpo riposa nella cripta della chiesa prelatizia di Santa Maria della Pace a Roma.
L'Opus Dei, che significa Opera di Dio, sottolinea che uomini e donne possono diventare santi svolgendo i loro doveri quotidiani con spirito cristiano. Nella sua omelia, Papa Giovanni Paolo II ha sottolineato l'importanza di ogni credente seguendo la volontà di Dio, così come il neo santo fondatore dell'Opus Dei. "Il Signore ha un piano per ognuno di noi. I santi non riescono nemmeno a concepire se stessi al di fuori del progetto di Dio: vivono solo per realizzarlo”.
Nato a Barbastro, in Spagna, Josemaria Escriva de Balaguer percepì presto di avere una vocazione al sacerdozio. Dopo la sua ordinazione nel 1925, fu brevemente ministro in una parrocchia rurale. Si è trasferito a Madrid, dove ha conseguito il dottorato in giurisprudenza.
Nello stesso tempo Padre Escriva iniziava a immaginare un movimento che avrebbe offerto alle persone comuni aiuto nella ricerca della santità attraverso le loro attività quotidiane. Fu fondata ufficialmente nel 1928.
Mentre l'Opus Dei cresceva, Padre Escriva continuò i suoi studi e il suo lavoro sacerdotale tra poveri e malati. Durante la guerra civile in Spagna dovette esercitare il suo ministero in segreto e spostarsi da un luogo all'altro. Solo dopo la guerra tornò a Madrid e completò i suoi studi di dottorato.
Successivamente si trasferì a Roma e conseguì un dottorato in teologia. Papa Pio XII lo nominò prelato onorario e consultore di due congregazioni vaticane. Nel frattempo, l'Opus Dei crebbe in dimensioni e influenza.
Quando Msgr. Escriva morì nel 1975, l'Opus Dei si trovava in decine di luoghi in tutto il mondo. Oggi la sua adesione comprende circa 83.000 laici e 1.800 sacerdoti in 60 paesi. Si tratta di una "prelatura personale", una speciale entità giurisdizionale all'interno della Chiesa.
A 16 anni quando osserva le orme di piedi scalzi impresse sulla neve lasciate da alcuni carmelitani giunti in città, si domanda cosa lui sia capace di offrire a Gesù, in confronto alla generosità totale che il segno di quei passi nudi nel gelo testimonia. È il 1918 e il ragazzo spagnolo originario di Barbastro, nell’Aragona, trasferitosi a Logroño con la famiglia, intuisce che Dio lo sta cercando per un qualcosa che non ha ancora una forma. Quelle impronte nella neve in qualche modo gli camminano dentro. Josemaría si interroga continuamente per fare chiarezza sul progetto che Dio ancora non gli svela del tutto, finché prende la decisione di diventare sacerdote. Prima a Logroño e poi nel seminario di Saragozza, il giovane studia e si forma non solo per il futuro ministero ma anche in diritto, seguendo un consiglio di suo padre, che muore nel 1924: L’anno successivo, il 28 marzo, Josemaría diventa sacerdote e la sua prima esperienza è in una periferia di Saragozza, tra poveri e analfabeti. Intanto quelle orme continuano a camminargli nel cuore.
Mercoledì 2 ottobre 1928. Dopo la Messa, don Escrivá sale nella sua camera. Da poco meno di un anno abita con la sua famiglia in un piccolo appartamento di Madrid, pochi soldi e tanto lavoro, tra impegni sacerdotali, studio e ripetizioni private. Mentre fa ordine fra i suoi appunti – propositi, ispirazioni, idee – Josemaría “vede” l’Opera che Dio gli chiede. È come una folgorazione. Persone di ogni nazione e razza, di ogni età e cultura che cercano e trovano Dio vivendo l’ordinario. Che santificano il loro mestiere, umile o prestigioso che sia. Che cristianizzano il loro ambiente, come un contagio. Josemaría si inginocchia. Dirà: “Avevo ventisei anni, grazia di Dio e buon umore. Null’altro. E dovevo fare l’Opus Dei”. Le orme erano giunte a destinazione.
Lo scoppio della guerra civile, particolarmente feroce nei confronti della Chiesa, lo costringe alla clandestinità e a riparare oltre i Pirenei, a Burgos, in Francia. Rientra a Madrid nel ’39 e poi nel ’46 parte per Roma per incontrare Pio XII. Papa Pacelli stima molto don Escrivá ma il problema è che per approvare canonicamente un’Opera del genere – cristiani comuni che vogliono santificarsi nella vita quotidiana – mancano i principi giuridici. L’Opus Dei, aveva detto qualcuno, “è arrivata con cento anni di anticipo”. Ma alla fine, tra il ’47 e il ’50, il massimo suggello ecclesiale viene concesso. I decenni successivi vedono una grande espansione dell’Opus Dei e molti viaggi nel mondo del suo fondatore. Josemaría Escrivá muore il 26 giugno 1975. Il 6 ottobre 2002 Giovanni Paolo II lo proclama Santo.
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Martirologio Romano: A Roma, san Giuseppe Maria Escrivà de Balaguer, sacerdote, fondatore dell’Opus Dei e della Società sacerdotale della Santa Croce.
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