Santo del giorno 29 febbraio: Beata Antonia di Firenze
News del 29/02/2024 Torna all'elenco delle news
Beata Antonia di Firenze fondatrice e prima badessa del monastero dell’Eucaristia delle clarisse a L'Aquila, dove il suo corpo incorrotto è stato conservato sino al sisma del 2009, per poi essere trasferito nel monastero di Santa Chiara a Paganica dove le clarisse sono oggi fedeli testimoni del suo carisma.
Il messaggio lasciato dalla Beata Antonia è quello d’una santità gioiosa e nascosta, totalmente avvolta nella segreta bellezza di un Dio sommamente amato.
Il 28 febbraio si ricorda la Beata Antonia. La Beata Antonia nacque a Firenze nel 1440; giovanissima si sposò ed ebbe un figlio. Rimasta vedova, opponendosi ai desideri della famiglia che voleva contraesse un nuovo matrimonio, spinta dalle prediche di San Bernardino da Siena, decise di entrare nel monastero delle terziarie di San Francesco, fondato a Firenze nel 1429 dalla Beata Angelina da Marsciano, anch’essa giovane vedova. Per il suo forte carisma, fu mandata come badessa a Foligno, nel monastero più antico dell’Ordine. Dopo qualche anno, si trasferì definitivamente a L’Aquila nel monastero di Santa Elisabetta che resse per diversi anni. Tuttavia, desiderosa sempre di una vita più contemplativa, il 16 luglio del 1447, incoraggiata da San Giovanni da Capestrano, fondò insieme a tredici consorelle il monastero del Corpus Domini sotto la regola di Santa Chiara. In breve tempo, spinte dall’esempio della Beata Antonia, molte fanciulle aquilane entrarono tra le mura del convento: la badessa era mite d’animo, modesta e obbediente e praticava con rigore il silenzio, secondo la regola delle clarisse. La tradizione vuole che alcune consorelle la videro rapita in estasi, con un’aureola luminosa attorno al capo. La Beata morì alle ore 21 del 29 febbraio 1472, molto amata dalla città dell’Aquila, tanto che i magistrati stessi vollero sostenere le spese del funerale. Quindici giorni dopo l’inumazione, le suore disseppellirono il corpo per trovare ancora una volta conforto nella madre superiora, e lo trovarono miracolosamente incorrotto. Ben presto la voce del prodigio si diffuse in città e il vescovo Amico Agnifili ordinò che fosse traslata in un luogo di riguardo. A seguito di una nuova ricognizione, nel 1477 il vescovo Borgio, constatato lo stato di perfetta conservazione del corpo della Beata Antonia e la sua fama di santità, ne autorizzò il culto, confermato da Pio IX il 28 luglio 1848. Il suo corpo incorrotto è stato conservato fino al 2009 nella Chiesa del Monastero dell’Eucaristia all’Aquila. A seguito del sisma del 6 aprile, le clarisse, con l’aiuto dei soccorritori e dei Vigili del Fuoco, misero in salvo la teca contenente il venerato corpo della Beata Antonia e si trasferirono a Pollenza, in provincia di Macerata, dove le reliquie restarono fino al 16 luglio 2015. In questa data, infatti, l’urna è stata ricondotta in città, nel monastero di Santa Chiara a Paganica, dove tutt’ora risiedono le consorelle (ilcapoluogo.it)