2 ottobre: Memoria dei Santi Angeli custodi...e festa dei nonni!

News del 01/10/2024 Torna all'elenco delle news

Santi angeli custodi e festa dei nonni dal 31 luglio 2005 in questa data perché chi, meglio di un nonno o di una nonna, è in grado di impersonare un angelo custode? Dice Papa Francesco: «L’angelo custode è sempre con noi e questa è una realtà: è come un ambasciatore di Dio con noi.. ecco l'importanza di dare ascolto alla sua voce, perché lui ci consiglia, ci accompagna, cammina con noi nel nome di Dio.. quando sentiamo quell’ispirazione “Ma fa’ questo... questo è meglio... questo non si deve fare...”, il consiglio giusto è di ascoltarla e non di ribellarci all’angelo custode.. è un amico, un amico che noi non vediamo, ma che sentiamo; è un amico che sarà con noi in cielo, nella gioia eterna».

 

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Martirologio Romano: Memoria dei santi Angeli Custodi, che, chiamati in primo luogo a contemplare il volto di Dio nel suo splendore, furono anche inviati agli uomini dal Signore, per accompagnarli e assisterli con la loro invisibile ma premurosa presenza.

 

Nella storia della salvezza, Dio affida agli Angeli l'incarico di proteggere i patriarchi, i suoi servi e tutto il popolo eletto. Pietro in carcere viene liberato dal suo Angelo. Gesù a difesa dei piccoli dice che i loro Angeli vedono sempre il volto del Padre che sta nei Cieli.

Figure celesti presenti nell'universo religioso e culturale della Bibbia - così come di molte religioni antiche - e quasi sempre rappresentati come esseri alati (in quanto forza mediatrice tra Dio e la Terra), gli angeli trovano l'origine del proprio nome nel vocabolo greco anghelos = messaggero. Non a caso, nel linguaggio biblico, il termine indica una persona inviata per svolgere un incarico, una missione. Ed è proprio con questo significato che la parola ricorre circa 175 volte nel Nuovo Testamento e 300 nell'Antico Testamento, che ne individua anche la funzione di milizia celeste, suddivisa in 9 gerarchie: Cherubini, Serafini, Troni, Dominazioni, Potestà, Virtù celesti, Principati, Arcangeli, Angeli. Oggi il tema degli Angeli, quasi scomparso dai sermoni liturgici, riecheggia stranamente nei pulpiti dei media in versione new age, nei film e addirittura negli spot pubblicitari, che hanno voluto recepirne esclusivamente l'aspetto estetico e formale.

La memoria dei Santi Angeli, oggi espressamente citati nel “Martirologio Romano” della Chiesa Cattolica, come Angeli Custodi, si celebra dal 1670 il 2 ottobre, data fissata da papa Clemente X (1670-1676); la Chiesa Ortodossa li celebra l’11 gennaio.
Ma chi sono gli Angeli e che rapporto hanno nella storia del genere umano? Prima di tutto l’esistenza degli Angeli è un dogma di fede, definito più volte dalla Chiesa (Simbolo Niceno, Simbolo Costantinopolitano, IV Concilio Lateranense (1215), Concilio Vaticano I (1869-70)).
Tutto ciò che riguarda gli Angeli, ha costituito una scienza propria detta ‘angiologia’; e tutti i Padri della Chiesa e i teologi, hanno nelle loro argomentazioni, espresso ed elaborato varie interpretazioni e concetti, riguardanti la loro esistenza, creazione, spiritualità, intelligenza, volontà, compiti, elevazione e caduta.
 

L’Angelo Custode
Infine l’Angelo Custode, l’esistenza di un angelo per ogni uomo, che lo guida, lo protegge, dalla nascita fino alla morte, è citata nel Libro di Giobbe, ma anche dallo stesso Gesù, nel Vangelo di Matteo, quando indicante dei fanciulli dice: “Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”.
La Sacra Scrittura parla di altri compiti esercitati dagli angeli, come quello di offrire a Dio le nostre preghiere e sacrifici, oltre quello di accompagnare l’uomo nella via del bene.

Il nome di ‘angelo’ nel discorrere corrente, ha assunto il significato di persona di eccezionale virtù, di bontà, di purezza, di bellezza angelica e indica perfezione.

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LEGGI L'OMELIA di papa Francesco: L'Angelo custode esiste, ascoltiamo i suoi consigli


Il nuovo Calendario universale della Chiesa ha conservato, a questa data, non la festa, ma la memoria degli Angioli Custodi.
Abbiamo già parlato, il 5 maggio, dell'unico Santo che ripete, nei calendari, il nome di Angelo, il carmelitano Martire in Sicilia. Ma tra i moltissimi fedeli che ripetono questo nome così diffuso non mancheranno quelli che preferiscono celebrare il loro onomastico nel giorno dedicato proprio agli Angioli, non di nome ma di fatto.
Un tempo questa festa veniva celebrata il 29 settembre, insieme con quella di San Michele, custode e protettore per eccellenza. Tre giorni fa, a quella data, abbiamo ricordato i tre Arcangeli principali, e diciamo così prototipi, ognuno con il loro nome: Michele, Gabriele e Raffaele.
L'uso di una festa particolare dedicata agli Angioli Custodi si diffuse nella Spagna nel '400, e nel secolo successivo in Portogallo, più tardi ancora in Austria. Nel 1670, il Papa Clemente X ne fissò la data al 2 ottobre.
La devozione per gli Angioli è più antica di quella per i Santi: prese particolare importanza nel Medioevo quando i monaci solitari ricercarono la compagnia di queste invisibili creature e le sentirono presenti nella loro vita di silenzioso raccoglimento.

Dopo il concilio di Trento, la devozione per gli Angioli fu meglio definita e conobbe nuova diffusione. Nella vita attuale, però, gli uomini trascurano sempre di più la propria angelica compagnia, e non avvertono ormai la presenza di un puro spirito, testimone costante dei pensieri e delle azioni umane.
Di solito si parla dell'Angiolo Custode soltanto ai bambini, e per questo anche l'iconografia si è fissata sulla figura dell'Arcangiolo Raffaele, che guida e conduce il giovane Tobiolo.
Gli adulti, invece, dimenticano facilmente il loro adulto testimone e consigliere, il loro invisibile compagno di viaggio, il muto testimone della loro vita. E anche questo aumenta il senso della desolazione e addirittura dell'angoscia che caratterizza il nostro tempo, nel quale si sono lasciate cadere, come infantili fantasie, tante consolanti e sostenitrici verità di fede.
Resta infatti verità di fede che ogni cristiano, dal Battesimo, riceve il proprio Angiolo Custode, che lo accompagna, lo ispira e lo guida, per tutta la vita, fino alla morte, esemplare perfetto della condotta che si dovrebbe tenere nei riguardi di Dio e degli uomini.
L'Angiolo Custode è dunque il luminoso specchio sul quale ogni cristiano dovrebbe riflettere la propria condotta giornaliera.
Per questo la Chiesa ha dettato una delle più belle preghiere che dice: "Angiolo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Così sia".


Presenze invisibili agli occhi umani, ma non nella fede

Vedere queste realtà invisibili che Dio pone sul nostro cammino è un dono che la fede ci dà attraverso l'intercessione di questi nostri amici e custodi della nostra vita.

Per accogliere il loro aiuto e i loro suggerimenti certo non basta lo sguardo umano, ma occorre proprio lo sguardo di Dio, che ci aiuta a rintracciare le loro orme sul nostro cammino.

Presenza dunque invisibili apparentemente, ma efficaci e che possiamo percepire attraverso l'esperienza della vita della fede.

Angeli custodi, che tengono come custodia il nostro essere vivi in Dio, il nostro avere a cuore le realtà più vere, il nostro preservare noi stessi dal male e dunque poter accedere al vero bene.

Questa custodia è sopratutto emanazione della presenza e della vicinanza di Dio stesso che, lungo il cammino della vita, pone il segno del suo esserci accanto nei nostri amici e nelle presenza invisibili della coscienza.

Solo la nostra coscienza di essere con Cristo ci apre alla visione e alla percezione di questa vicinanza preziosa e efficace per la nostra vita.

Testo di don Luciano Sanvito
 


Commento al Sal 90 - Dalla Parola del giorno
“Gli Angeli del Signore ti custodiranno in tutte le tue vie”


La liturgia ci ha fatto incontrare, pochi giorni fa gli Arcangeli; oggi ci rende consapevoli di un’altra verità. È antica tradizione quella che afferma il nostro essere protetti da un Angelo custode. A ciascuno il suo Angelo!
Il nome Angelo non designa la natura di questi esseri del tutto spirituali ma la loro funzione che è quella di aiutarci a lasciarci salvare. Solo Dio, attraverso il mistero della morte e resurrezione di Gesù, solamente Dio può salvare l’uomo! Sì, ogni uomo, anche il più delinquente. Purché, nell’esercizio della sua volontà libera, egli si lasci salvare.
Ma quanto groviglio di passioni, quanta aberrazione nella vita di chi vive un orizzontalismo tale da soffocare, in certo senso, la parte sua più nobile: lo spirito. Ecco, gli Angeli (e in particolare gli Angeli custodi) hanno il compito di aiutarci a spiritualizzare la vita. Il che non significa vivere di spiritualismi che deformano e tradiscono la realtà. Anzi, la stessa mia sacrosanta dimensione corporea è dal mio Angelo protetta e aiutata a espandersi e a esprimersi secondo il disegno di Dio.
Quel mondo che è invisibile (per ora ai nostri occhi mortali) è colmo, grazie a Dio, di questi esseri che agiscono anche se, solitamente, noi non ne avvertiamo il “come”.

Oggi, nel mio rientro al cuore, amo riposare la mente e il cuore in questa consolantissima realtà: Dio ha affidato anche agli Angeli la mia vita perché io non precipiti fuori dal suo Amore, anzi me ne lasci inondare, pacificare, vivificare, perché è salvezza.

Signore, grazie, fortissimamente grazie per l’Angelo Custode. Rendimi desto al suo starmi accanto per aiutarmi a gettar giù i muri del non-amore e a spalancarmi attivo all’amore che è salvezza per me e per i miei fratelli.

Gli spiriti immortali e beati, che abitano le sedi dei cieli e godono della partecipazione al loro Creatore - per la cui eternità sono saldi, nella cui verità sono certi, per il cui dono sono salvi - amano con grande misericordia noi, mortali e miseri, desiderando che diventiamo beati e immortali; però non vogliono, e a buon diritto, che noi a loro sacrifichiamo, ma solo a Colui per il quale sanno che noi e loro siamo un sacrificio (S. Agostino) 

Testo da  Eremo San Biagio


Gli angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre...

"Chi è il più grande nel regno dei cieli?" Una richiesta da parte dei discepoli direttamente rivolta al Maestro, non completamente libera da nascoste rivalità personali, serpeggianti nel gruppo.
Nell'animo umano si annida sempre la sete di grandezza e di prestigio. Non per nulla il testo dice: "se non vi convertirete, non entrerete nel regno dei cieli". Il fine dell'azione del Figlio è la comunità da costruire, dove si è fratelli, perché figli dello stesso Padre. Nella comunità sono impegnati cielo e terra. Da una parte c'è il Padre con i suoi angeli e il Figlio con il suo Spirito, dall'altra gli uomini, così come sono, con le loro piccolezze, scandali e peccati.
La logica del Regno dei cieli va in direzione opposta e per accoglierla bisogna cambiare mentalità, ossia convertirsi, "diventare come bambini". E' il farsi tali come bisogno di tutto e come abbandono: "costui è il più grande nel Regno dei cieli".
Gesù risponde alla domanda iniziale dei discepoli. Il più grande nel regno del Padre è quello che più somiglia a lui, il Figlio, che tutto riceve in dono – come un bambino – e tutto dona, fino al dono di sé. "Chi accoglie anche uno solo di questi bambini, in nome mio, accoglie me".
Dio si identifica con un bambino, che vive di accoglienza. Lui, che è amore e accoglienza, può vivere solo se è accolto. "Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli". Questi 'piccolì sono i prediletti del Signore, i loro angeli vedono sempre il volto di Dio e sono a lui vicini. Se il Padre, che è nei cieli circonda i bambini, donando loro gli angeli custodi, i discepoli sono chiamati a compiere gli uni verso gli altri un servizio simile a quello degli angeli e a farsi buona compagnia nel faticoso viaggio della vita. 

Testo dei Monaci Benedettini Silvestrini 

tratti da www.lachiesa.it

 

Festa dei nonni

L'origine della Festa dei nonni è abbastanza recente, per quanto riguarda il nostro Paese, in quanto risalente al 31 luglio 2005. Lo scopo principe, riguardo l'istituzione di tale ricorrenza, fu quello di incentrare l'attenzione delle famiglie sul ruolo di primaria importanza svolto appunto dai nonni e nonne d'Italia. Ufficializzata dalle istituzioni in calendario, nel giorno dedicato, come già anticipato, agli Angeli Custodi e cadente appunto il 2 di ottobre di ogni anno. Man mano negli anni si è andata sempre più popolarizzando, arrivando ad essere, oggi, vera e propria festa di massa.

Ben più lontane, però, affondano le radici di questa ormai famosa ricorrenza. La storia della Festa dei nonni prende vita nel lontano anno 1978, per volere dell'allora Presidente degli Stati Uniti d'America Jimmy Carter. A ideare l'evento fu una casalinga, a quel tempo madre di ben quindici pargoli e nonna di quaranta nipoti, la signora Marian McQuade. L'idea a cui la donna volle dare seguito, molto probabilmente scaturì dal lavoro svolto presso un gruppo di anziani. La stessa era convinta, a ragione, del'importanza dei nonni in relazione alle giovani generazioni.

tratto da it.blastingnews.com