Gesù risorto si manifesta ogni domenica

News del 16/04/2009 Torna all'elenco delle news

Da questa domenica — e per tutto il tempo pasquale — la liturgia della Parola orienta la nostra riflessione verso un’unica realtà: la Chiesa, comunità dei credenti, nata dalla Pasqua di Cristo (cf SC 5).
In modo molto concreto, le singole domeniche mettono in rilievo aspetti diversi della vita dei cristiani, come testimonianza del Signore risorto.
La primitiva comunità apostolica di Gerusalemme non ha finito di esistere: deve rispecchiarsi nelle nostre comunità, nelle nostre assemblee domenicali. Ciascuna di esse è continuamente ricreata e si costruisce grazie alla presenza del Risorto e in forza dei suoi doni pasquali (lo Spirito, i sacramenti, la pace, la gioia); ciascuna è chiamata ad essere nel mondo segno e annuncio permanente della Pasqua del Signore, del suo invito alla pace e alla riconciliazione.

L’assemblea domenicale
Il vangelo di Giovanni racconta due apparizioni dei Signore risorto: una la sera stessa del giorno di Pasqua, «il primo dopo il sabato» (= il primo della settimana); l’altra «otto giorni dopo».
Il ritmo settimanale delle apparizioni di Gesù, il suo presentarsi con i segni gloriosi della passione in mezzo ai discepoli riuniti, creano un contesto fortemente liturgico. Il giorno delle apparizioni del Signore fu ben presto indicato dai cristiani con un nome nuovo: «giorno del Signore»; e fin dagli inizi della Chiesa venne considerato come il «segno» settimanale della Pasqua che veniva celebrata dai fedeli riuniti in assemblea.
«Secondo la tradizione apostolica,… in questo giorno i fedeli devono riunirsi in assemblea per ascoltare la parola di Dio e partecipare all’Eucaristia, e così far memoria della passione, della risurrezione e della gloria del Signore Gesù e rendere grazie a Dio che li "ha rigenerati nella speranza viva per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti" (1 Pt 1,3) [seconda lettura]. Per questo la domenica è la festa primordiale che deve essere proposta e inculcata alla pietà dei fedeli» (SC 106).

L’assemblea dei «credenti»
La pagina di Giovanni va ascoltata e meditata secondo la logica propria del quarto Vangelo: il suo autore ha raccolto e tramandato le parole e i fatti di Cristo per provare che egli era veramente il Messia-Figlio di Dio, e per suscitare la fede che salva.
La Parola che risuona oggi nell’assemblea è dunque un richiamo a vivere quella fede pasquale su cui si fonda la comunità cristiana. L’episodio di Tommaso e la « beatitudine » di coloro che crederanno pur non avendo visto, insegnano che è giunto il momento di instaurare una nuova economia di fede; la presenza di Cristo in mezzo ai suoi sarà riconosciuta solo attraverso l’esperienza di segni sacramentali: la Parola (l’«insegnamento degli apostoli») ascoltata con fedeltà; la comunione fraterna vissuta in modo concreto e realistico; il gesto di spezzare il pane nell’Eucaristia; la partecipazione alla preghiera comune (cf prima lettura).
L’esperienza della prima comunità apostolica si rinnova oggi per la nostra assemblea: la fede riconosce la presenza del Signore risorto nel segno stesso dell’assemblea, nel segno della Parola proclamata e ascoltata, nella condivisione del pane e dei vino.

tratto dal sito www.maranatha.it

liturgia di domenica 19 aprile 2009   IIDomPasqua.pdf