24 giugno - Solennità della natività di san Giovanni Battista

News del 24/06/2024 Torna all'elenco delle news

Il 24 giugno si festeggia il cosiddetto “Natale estivo”. La Chiesa celebra la festa di tre natività soltanto: quella di Cristo, quella della Madonna e quella del Precursore. Per gli altri Santi, infatti, si festeggia non la loro nascita nella carne, bensì la loro entrata nel Cielo.

La tradizione fissa ad Ain Karem la nascita del Precursore, il primo segno pubblico dell’inizio dei tempi messianiciAttraverso il suo ministero, che cominciò dopo aver fortificato lo spirito in regioni deserte vivendo in preghiera e penitenza, divenne l’anello di congiunzione tra l’Antico e il Nuovo Testamento. Il Battista fu l’ultimo e il più grande dei profeti, perché fu l’unico che poté additare il Messia: «Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!» (Gv 1, 29).  E' patrono di: albergatori, battisteri, cantori, carcerati, cardatori di lana, condannati a morte, monaci, musicisti, pellicciai, sarti, trovatelli

 

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Martirologio Romano: Solennità della Natività di san Giovanni Battista, precursore del Signore: già nel grembo della madre, ricolma di Spirito Santo, esultò di gioia alla venuta dell’umana salvezza; la sua stessa nascita fu profezia di Cristo Signore; in lui tanta grazia rifulse, che il Signore stesso disse a suo riguardo che nessuno dei nati da donna era più grande di Giovanni Battista.

 

È difficile pronunciare il panegirico di San Giovanni Battista. Cosa possiamo aggiungere di più dopo che Nostro Signore stesso l’ha lodato, dicendo che: “Fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni”? Tre sguardi, tre “istantanee” su Giovanni Battista: contempliamo l’austerità del Profeta nel deserto; la fortezza del Testimone della luce; la dolcezza e l’umiltà del Precursore che si scansa davanti a Colui che annuncia.

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La celebrazione della nascita di san Giovanni Battista al 24 giugno ha origini antichissime, come testimonia tra gli altri sant’Agostino (354-430). La sua nascita, sulla base del racconto evangelico e dei rinvenimenti archeologici, si ricollega alla piena plausibilità storica della data del Natale al 25 dicembre. In un suo discorso in occasione della solennità, così disse il santo vescovo di Ippona in riferimento al ruolo del Battista nella storia della salvezza: «Il dischiudersi della favella di Zaccaria alla nascita di Giovanni è lo stesso che lo scindersi del velo nella Passione di Gesù. Se Giovanni avesse annunziato sé stesso non avrebbe aperto la bocca a Zaccaria. Si scioglie la lingua perché nasce la voce. Infatti a Giovanni, che preannunziava il Signore, fu chiesto: Chi sei tu? (Gv 1, 19). E rispose: Io sono voce di uno che grida nel deserto (Gv 1, 23). Voce è Giovanni, mentre del Signore si dice: In principio era il Verbo (Gv 1, 1). Giovanni è voce per un po’ di tempo; Cristo invece è il Verbo eterno fin dal principio».

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È bello festeggiare San Giovanni il Battista, non solo per i grandi elogi che gli ha riservato Gesù o per il ruolo cruciale che ha avuto nel preparare Israele per l'incontro con il Messia, ma anche perché tutti siamo in qualche modo dei Giovanni chiamati a preparare le vie del Signore. Giovanni, nella sua unicità, è anche un appello, una chiamata, un invito. Egli ci insegna a guardare alla nostra vita, non come finalizzata a noi, al nostro piccolo, ma come rimando allo Sposo. Imparando questa sua lezione, veniamo ricondotti al senso della nostra esistenza: vivere per il Signore. In particolare, soffermiamo il cuore su queste parole del vangelo di oggi: «il Signore aveva manifestato in lei [Elisabetta] la sua grande misericordia». La chiamata di Dio non avviene per farci diventare strumenti da sfruttare, ma per fare di noi recipienti di misericordia che portano frutto.

Robert Cheaib

 

Oggi la liturgia è dedicata a San Giovanni Battista, il precursore di Gesù, il suo portavoce dal momento del concepimento fino all'ultimo istante della sua vita, conclusasi con il martirio, con la decapitazione. Oggi quindi la parola di Dio ci invita a prendere esempio da questo santo unico e eccezionale, di cui non troviamo paragoni nella storia della Chiesa, anche per lo stretto rapporto con la venuta di Cristo sulla terra, di cui egli è stato il grande predicatore e annunciatore. La devozione popolare, l'iconografia, le chiese, le parrocchie, l'arte dedicano moltissimo a questo santo che affascina per la sua spiritualità, per la serietà e l'elevatura morale, per il coraggio, la penitenza, l'umiltà e lo stile di vita improntata su Dio e indirizzata all'accoglienza dell'unico Messia.

Rispetto ad altri santi, la Chiesa lo festeggia, come la Vergine Maria, anche nel giorno della sua nascita, il 24 giugno; mentre ne ricorda la tragica fine, nel giorno 29 agosto, celebrando il suo martirio.

La sua vocazione profetica si manifestò ancor prima di nascere attraverso segni messianici come "l'esultanza" davanti a Maria in visita alla cugina Elisabetta. E Cristo stesso lo definì «il più grande tra i nati da donna» È l'ultimo profeta dell'Antico Testamento e il primo Apostolo di Gesù, perché gli rese testimonianza ancora in vita. Nel Vangelo di Luca si dice che era nato in una famiglia sacerdotale, suo padre Zaccaria era della classe di Abia e la madre Elisabetta, discendeva da Aronne. La sua nascita miracolosa è annunciata dall'arcangelo Gabriele, come nella nascita di Gesù Bambino. Il testo di questo evento singolare fa parte del Vangelo della solennità di questa giornata, dedicata a questo grandissimo Santo.

Dopo quella visione, Elisabetta concepì un figlio fra la meraviglia dei parenti e conoscenti; al sesto mese della sua gravidanza, l'arcangelo Gabriele, il messaggero celeste, fu mandato da Dio a Nazareth ad annunciare a Maria la maternità del Cristo. Maria allora si recò dalla cugina Elisabetta per farle visita e al suo saluto, declamò il bellissimo canto del Magnificat. La nascita avvenne ad Ain Karim a circa sette km ad Ovest di Gerusalemme, città che vanta questa tradizione risalente al secolo VI, con due santuari dedicati alla Visitazione e alla Natività.

Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio (28-29 d.C.), iniziò la sua missione lungo il fiume Giordano, con l'annuncio dell'avvento del regno messianico ormai vicino, esortava alla conversione e predicava la penitenza e in segno di purificazione dai peccati e di nascita a nuova vita, immergeva nelle acque del Giordano, coloro che accoglievano la sua parola, cioè amministrava un Battesimo di pentimento per la remissione dei peccati, da ciò il nome di Battista che gli fu dato. Questa sua specificità è ricordata nel brano della seconda lettura di oggi, tratta dagli Atti degli Apostoli.

San Giovanni era il riferimento della gente semplice, ma anche del Re, dei notabili, quanti frequentavano il tempio e gli stessi soldati, Infatti, diversi di loro, appartenenti alla protezione del Re Erode Antipa, andavano da lui a chiedergli cosa potevano fare per convertirsi alla carità e alla giustizia, visto che opprimevano il popolo. E lui rispondeva: Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno e contentatevi delle vostre paghe (Lc 3, 13). Il fascino che esercitava Giovanni sulla gente era tanto, al punto tale che molti incominciarono a pensare che fosse lui il Messia tanto atteso. Ma lui, ben sapendo chi era, indirizzava la gente verso il vero Messia, Gesù. 

Vogliamo fare nostro il messaggio di Giovanni Battista, che è sintetizzato nella vocazione profetica di Isaia, testo della prima lettura di oggi e diventare coraggiosi annunciatori della parola di Dio, senza compromessi di nessun genere ed avere il coraggio, fino alla morte, di parlare di Cristo con lo stesso entusiasmo di San Giovanni Battista, il grande annunciatore e predicatore dell'amore misericordioso del Signore.

Sia questa la nostra preghiera che rivolgiamo a Dio, mediante l'intercessione di San Giovanni Battista. Signore rendici degni annunciatori, con la parola e con l'esempio, del tuo Regno di giustizia, verità, pace in questo mondo globalizzato dall'indifferenza verso ogni discorso di fede e di accoglienza del fratello più bisognoso della terra. Amen.

padre Antonio Rungi

 

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Ognuno di noi è un mistero. Ognuno di noi è un inedito che attende di essere conosciuto. Quando nasce una vita umana, in quella vita c’è un’unicità che ha diritto a venir fuori in tutta la sua diversità. E per questo mi piace pensare che Giovanni Battista, di cui oggi festeggiamo la sua nascita, è il protettore dell’unicità. Forse perché egli stesso è nato da un desiderio che ormai aveva perso speranza. È nato come imprevisto. Ha preso un nome che nessuno aveva mai avuto nella sua famiglia. Ha ricevuto sulle spalle una missione che forse gli avrà messo addosso l’appellativo di “strano”. Tutti i profeti sono un po’ strani. Tutti i profeti proprio perché strani sono fastidiosi. Tutti i profeti creano problemi che gli altri lascerebbero tranquillamente nascosti sotto i tappeti come la polvere di una casa. Chi decide di assumere la misura della propria unicità come misura della propria vita deve anche accettare che da quel momento in poi potrà suscitare invidie, fastidi, gelosie, scontri, problemi. Chi è unico e lo manifesta è sempre un po’ un agitatore, anche non volendolo. Giovanni pare esserlo stato anche nel grembo della madre Elisabetta. Quando Maria varca la soglia della sua casa e comincia a parlare, Giovanni immediatamente si mette a scalciare nel grembo di sua madre: “Appena mi è giunto il tuo saluto – dice Elisabetta- il bambino ha sussultato di gioia nel grembo”. E poi tutta la sua vita è stata sempre una vita strana, unica, e forse anche per questo affascinante. Nessuno come lui attirava la gente senza bisogno di grandi discorsi o di attrattive. Chi è pienamente se stesso è sempre misteriosamente affascinante e attrattivo. Forse perché le persone così ci fanno venire la nostalgia di voler essere anche noi allo stesso modo ma molto spesso non ne troviamo il coraggio. Ci vuole coraggio ad essere se stessi, ma è lì la grande differenza e la nascita di ogni vero santo. “Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: «Che sarà mai questo bambino?» si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui”.

Omelia di don Luigi Maria Epicoco

 

LITURGIA E LITURGIA DELLA PAROLA DELLA SOLENNITA' DELLA NATIVITA' DI SAN GIOVANNI BATTISTA MESSA DEL GIORNO da lachiesa.it