Marta e Maria: due volti di un unico amore

News del 16/07/2010 Torna all'elenco delle news

Passare dall'affanno di ciò che devo fare per Lui, allo stupore di ciò che Lui fa per me, questo è l'itinerario delle due sorelle di Betania, simbolo di ogni credente.

Passare da Dio come dovere a Dio come desiderio.

Maria, che ben conosce Gesù, sa ancora ascoltarlo stupefatta; sa incantarsi ancora, come fosse la prima volta. Tutti conosciamo il miracolo della prima volta. Poi, ci si abitua. L'eternità invece è non abituarsi, è il miracolo della prima volta che si ripete sempre: il miracolo di Maria di Betania, seduta ancora una volta ai piedi di Gesù a bere le sue parole e i suoi silenzi e i suoi occhi. Perché Gesù, cultore dell'amicizia, non cerca servitori, ma amici; non cerca delle persone che facciano delle cose per lui, ma gente che gli lasci fare delle cose grandi, come Maria di Nazareth: ha fatto grandi cose in me l'Onnipotente. Il centro di tutta la fede è ciò che Dio fa per me, non ciò che io faccio per Dio.
 

Maria ha scelto la parte buona, ha iniziato cioè, dalla parte giusta, il cammino che ha origine dal cuore a cuore con Dio, dal tu per tu, dal faccia a faccia. Maria è seduta ai piedi di Gesù: l'amico domanda vicinanza. Il primo servizio da rendere all'amico - amico è un nome di Dio - è ascoltarlo, stando vicino. La prima preghiera è contemplazione, non tanto guardare lui, quanto lasciarsi guardare da lui. E poi leggersi in quello sguardo. E poi affacciarsi all'oceano interiore di quegli occhi. Una sorta di contagio ti prende quando sei vicino ad un uomo come Gesù, qualcosa più importante ancora del "fare", è il "perché fare", e le ragioni ultime della vita e il cuore acceso.

Marta, Marta, tu ti affanni per troppe cose. Gesù non contraddice il servizio, ma l'affanno; non il desiderio, ma la dispersione dei desideri: una sola è la cosa di cui c'è bisogno. E non dice quale sia. Ma sedersi ai piedi di Cristo ci fa pellegrini dell'essenziale, sentinelle che vigilano tra superfluo e necessario, tra effimero ed eterno. Qual è la sola cosa necessaria? Non vivere senza mistero, non vivere senza relazioni amorose. Non c'è infinito sulla terra al di fuori delle relazioni umane. Non c'è assoluto, lontano dall'amore.

Marta e Maria non si oppongono, i loro atteggiamenti sono complementari. Marta non può fare a meno di Maria, perché il nostro servizio ha una sorgente, l'unica che fa grande il cuore. Maria non può fare a meno di Marta, perché non c'è amore di Dio che non debba tradursi in gesti concreti. L'amica e l'ancella sono due modi d'amare, entrambi necessari, i due poli di un unico comandamento: amerai il Signore tuo Dio e amerai il tuo prossimo; di un'unica beatitudine: beati quelli che ascoltano la Parola, beati quelli che la mettono in pratica. Io sono Marta, io sono Maria; dentro di me le due sorelle si tengono per mano, e quando nulla separerà l'uomo da Dio, allora nulla separerà l'uomo dal servizio all'uomo. 

Testo di padre Ermes Ronchi