31 maggio 2010 Festa della Visitazione della Beata Vergine Maria

News del 29/05/2010 Torna all'elenco delle news

La tua visita, Signore, ci colma di gioia

Il mese di maggio volge alla fine. Il nuovo ordinamento liturgico ci permette di finirlo in bellezza proponendoci la festa della Visitazione di Maria a Santa Elisabetta. La contempliamo nel secondo mistero del gaudio, nel Santo Rosario; però in questo giorno conclusivo del mese mariano il ricordo dell'incontro delle due mamme acquista un valore tutto particolare e anche un invito pressante di volgere lo sguardo verso la Madre di Dio non tanto con atteggiamenti sentimentali, quanto con l'impegno di imitare il suo esempio di fede e di amore. L'angelo le ha preannunciato che anche la sua cugina, Elisabetta, attendeva un bambino... Maria va ad aiutare in questo frangente la sua parente portando nel grembo il Figlio di Dio: Sotto l'impulso dello Spirito Santo, Elisabetta saluta con tono profetico Maria: "Beata te che hai creduto!...". Maria risponde con il cantico di ringraziamento e di lode a Dio. I Bambini nel grembo delle madri si salutano e dimostrano la loro gioia di questo primo incontro, in attesa di altri... Tutta la scena si configura nei sogni che due mamme hanno per l'avvenire dei loro bimbi. Purtroppo un grave presentimento pervade l'animo di Maria a cui è stato annunziato che il suo Gesù sarà il salvatore del mondo... Elisabetta da parte sua capisce che in questa opera di salvezza sarà associato inevitabilmente il suo bambino, il precursore. La croce e la spada si stagliano dinanzi allo sguardo... e nonostante questo Maria eleva il suo cantico di lode e di benedizione... E' il cantico del "Magnificat"... E' il canto della maternità spirituale della Madonna verso tutta l'umanità, generata nel dolore... Potrebbe essere il nostro cantico di lode nella considerazione dei tanti ricevuti, in particolare dopo la celebrazione eucaristica e la comunione al Corpo e Sangue di Gesù. Questo incontro di mamme mi fa pensare a tante, a tutte le mamme, ai loro sogni di un avvenire fantastico per i figli, ai quali vorrebbero risparmiare ogni angoscia, amarezza e delusione... Non è stato così per Maria né per Elisabetta... forse non sarà così nemmeno per i loro bambini... E' importante però che ogni mamma li accompagni con il suo irrepetibile affetto nella vita e li affidi ogni giorno alla bontà del Signore e alla protezione della Mamma celeste. Non si sentiranno più soli nel seguire la propria strada... C'è l'affetto della mamma che li segue...e sostiene... 

 

Il Magnificat della vita

La festa della Visitazione è la festa del Magnificat, celebrata dai Francescani fin dal XIII secolo. Papa Bonifacio IX la introdusse nel calendario universale della Chiesa e papa Clemente VIII (1608) ne compose i testi liturgici. Con la riforma liturgica in seguito al Concilio Vat. II, la festa che veniva celebrata il 2 luglio, è stata anticipata al 31 maggio, a conclusione del mese dedicato a Maria, anche per armonizzarla con la memoria degli avvenimenti del Vangelo lungo l'anno liturgico, collocandola tra l'Annunciazione del Signore (25 marzo) e la nascita di S. Giovanni Battista, 24 giugno. I testi liturgici offerti alla nostra riflessione ci portano ad ammirare lo spirito di carità di Maria verso la sua parente in attesa di un bambino, ma anche il desiderio di diventare missionaria del suo Signore. La sua presenza nella casa di Elisabetta rende vera la profezia di Sofonia: "Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente". L'incontro tra Maria e Elisabetta ha tutto il clima di un gioioso incontro profetico, dove lo Spirito del Signore opera e annuncia il grande evento, la lieta notizia: Elisabetta è piena di Spirito Santo e saluta in Maria la Madre del Salvatore: "Beata te che hai creduto...". Giovanni Battista nel grembo esulta per questo incontro e Maria, confusa dinanzi a un saluto così eccelso e vero, nella sua umiltà non può che rivolgere lodi all'onnipotente Dio, intonando il suo "Magnificat" in cui afferma il proprio nulla, loda la misericordia di Dio che l'ha voluta scegliere come madre del suo Cristo "per la sua umiltà", proclama le sue grandi opere, in pieno adempimento con le promesse fatte ai Padri. In ognuno di noi Dio fa opere grandi. Riconoscerle, significa lodare il Padre della misericordia che non cessa di chiamarci a collaborare alla nostra e altrui salvezza. 

Testi dei Monaci Benedettini Silvestrini
tratti da www.lachiesa.it