Vieni, Santo Spirito, e guida i nostri cuori al pieno possesso di Dio
News del 22/05/2010 Torna all'elenco delle news
La Pentecoste, che significa: cinquanta giorni, è una
antichissima festa in cui si offrivano alle divinità le primizie dei
raccolti. Il raccolto era una promessa di vita per un solo anno.
Poi il popolo Ebreo la trasformò. E' diventato il giorno in cui si ricorda
la consegna delle tavole della legge a Mosè sul Sinai. Già in quella
occasione vi fu una teofania, fatta di fumi, fuochi e tuoni, tanto che
nessuno osava avvicinarsi al monte. Il dono della legge è già una promessa
maggiore, perché consente al popolo di vivere in pace e quindi di
prosperare.
Noi cristiani vi celebriamo la venuta dello Spirito Santo sugli Apostoli,
"che è Signore e dà la vita". Siamo passati da una semplice promessa di
sopravvivenza per un anno, ad una promessa di vita in comunione con Dio.
Per gli Apostoli, la venuta dello Spirito Santo,
ha cambiato tutta la loro vita.
Prima vivevano nella paura di essere arrestati e non sapevano cosa fare.
Dopo non hanno più paura, e sanno cosa fare e dire.
Senza questo Dono, la Chiesa non sarebbe mai nata
e non saremmo qui a pregare.
Chi è oggi, per noi lo Spirito Santo? E' la risposta ai nostri perché;
è Colui che ci permette di raggiungere l'irraggiungibile,
è Dio che viene in noi per portarci a Lui,
ma principalmente direi che è Colui che in me grida Abbà Padre.
E' Colui che risveglia in me il bisogno e il desiderio di Dio e di eternità.
E' Colui che piano piano, ma con la costanza del vento,
mi spinge verso il Padre e mi porta a gridare anch'io con lui: Abbà Padre.
Lo Spirito viene definito Paraclito che significa difensore, avvocato,
persona di fiducia, intercessore e consolatore.
Arriva "all'improvviso", quando meno te lo aspetti,
portando luce e grandi novità,
che possono trasformare la nostra vita dal di dentro,
come ha fatto con gli Apostoli,
san Paolo, Sant'Agostino, San Francesco,
e come può ancora fare con noi.
Invochiamolo, nel nome di Gesù.
(padre Paul Devreux)
Apre tutte le porte il «respiro» di Dio
Viene lo Spirito, secondo il vangelo di Giovanni, leggero e quieto come un respiro: «Alitò su di loro e disse: ricevete lo Spirito santo» (Gv 20,22).
Viene lo Spirito, nel racconto di Luca, come energia, coraggio, vento che spalanca le porte, e parole di fuoco (Atti 2,2ss).
Viene lo Spirito, nell'esperienza di Paolo, come dono, bellezza, genio diverso per ciascuno (Gal 5,22).
Tre modi diversi, per dire che lo Spirito conosce e feconda tutte le strade della vita, rompe gli schemi, è energia imprudente, non dipende dalla storia ma la fa dipendere dal suo vento libero e creativo.
La liturgia ambrosiana prega così: «O Dio, che hai mandato lo Spirito, effusione ardente della tua vita d'amore».
Lo Spirito è il debordare di un amore che preme, dilaga, si apre la strada verso il cuore dell'uomo.
Effusione di vita: Dio effonde vita. Non ha creato l'uomo per reclamarne la vita, ma per risvegliare la sorgente sommersa di tutte le sue energie.
Effusione ardente: lo Spirito porta in dono il bruciore del cuore dei discepoli di Emmaus, l'alta temperatura dell'anima che si oppone all'apatia del cuore.
Meraviglia del primo giorno: «com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa?» Lo Spirito di Dio si rivolge a quella parte profonda, nativa, originaria che è in ciascuno e che viene prima di tutte le divisioni di razza, nazione, ricchezza, cultura, età. La lingua nativa di ogni uomo è l'amore. Lo Spirito non solo ricompone la frattura di Babele, fa di più: parla la lingua comune, di festa e di dolore, di stanchezza e di forza, di pace e sogno d'amore. La Parola di Dio diventa mia lingua, mia passione, mia vita, mio fuoco. Ci fa tutti vento nel Vento.
Nella Messa di Pentecoste, ripeteremo parole tra le più forti della Bibbia: del tuo Spirito Signore è piena la terra (salmo 103). È piena. Tutta la terra. Ogni creatura. È piena anche se non è evidente, anche se ci appare piena invece di ingiustizia, di sangue, di follia. È un atto di fede che porta gioia e fiducia in tutti gli incontri.
Il mondo è un immenso santuario. Egli è qui, sugli abissi del mondo e in quelli del cuore. Anche se ci pare impossibile. Entra per porte chiuse, per fessure quasi invisibili, mette in moto, suscita energie. Guardati attorno, ascolta gli abissi del cosmo e il respiro del cuore: la terra è piena di Dio.
Cerca la bellezza salvatrice, l'amore in ogni amore. Piena è la terra. E instancabile il respiro di Dio porta pollini di primavera e disperde le ceneri della morte.
Testo di padre Ermes Ronchi
E con tutta la comunità dei credenti riunita oggi in ogni angolo della terra per celebrare la discesa dello Spirito Santo invochiamo su di noi questa discesa con le parole della sequenza della S. Messa del giorno di Pentecoste:
Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto, ospite dolce dell'anima, dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto.
O luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, nulla è nell'uomo, nulla senza colpa.
Lava ciò che è sórdido, bagna ciò che è àrido, sana ciò che sànguina.
Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli, che solo in te confidano i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.
Amen.
Testo di padre Antonio Rungi