19 giugno 2020 - Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù

News del 18/06/2020 Torna all'elenco delle news

La festa del Sacro Cuore è legata alla figura di Santa Margherita Maria Alacoque, una monaca dell'Ordine della Visitazione (fondato da San Francesco di Sales e da Santa Giovanna de Chantal) vissuta in Francia dal 1647 al 1690. Morì all'età di 43 anni, dopo aver vissuto per 19 anni nel Monastero di Paray-le-Monial, dove ebbe lo straordinario privilegio delle rivelazioni di Gesù, che parlava con lei cuore a cuore. Il nome di Santa Margherita Maria Alacoque richiama subito la devozione al Sacro Cuore, e in particolare la novena in suo onore dei primi venerdì del mese.

Il culto al Sacro Cuore è una scuola di santità, esige una profonda rieducazione del cuore, suppone una riforma dei sentimenti, mettendoli all'unisono con il Cuore del Salvatore. Qui c'è tutta la ricchezza (e le esigenze) del Vangelo di Cristo.

Margherita mostrava un grande amore all'Eucaristia, una grande sensibilità verso poveri e sofferenti. Il Noviziato di Margherita non fu facile, nonostante i privilegi mistici da parte di Dio. Era diventata una discepola di Cristo, fattosi suo diretto Maestro. La Superiora e la Comunità capivano e non capivano queste grazie mistiche, la sottoposero a molte prove. Un incarico molto umile: custodire... un asinello! Per Suor Margherita il disagio cresceva soprattutto perché non poteva risvegliare nel mondo, come le aveva ordinato Gesù in una delle visioni, la memoria del suo grande amore per l'umanità attraverso il culto del Sacro Cuore.

Il messaggio centrale che Suor Margherita ricevette nelle rivelazioni di Gesù si può sintetizzare in alcune parole dirette: "Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini... però la maggior parte di essi ricambia con ingratitudine, irriverenza verso il SS. Sacramento, sacrilegi". Il messaggio si concentra sempre sul fatto che "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio"; Cristo presentava il proprio Cuore come simbolo del suo Amore infinito per l'umanità. Cristo assicurava i suoi tesori di misericordia attraverso il culto al Sacro Cuore e all'Eucaristia, da ricevere frequentemente. Chiedeva infine la partecipazione alla riparazione delle offese fatte a Dio.

Le Promesse di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque per i devoti del suo Sacro Cuore:

1. Darò loro tutte le grazie necessarie al loro stato.

2. Porterò soccorso alle famiglie in difficoltà e metterò la pace nelle famiglie divise.

3. Li consolerò nelle loro afflizioni.

4. Sarò il loro sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte.

5. Spargerò abbondanti benedizioni sopra tutte le loro opere.

6. I peccatori troveranno nel mio Cuore la fonte e l'oceano della Misericordia.

7. Le anime tiepide si infervoreranno.

8. Le anime fervorose giungeranno in breve a grande perfezione.

9. Benedirò i luoghi dove l'immagine del mio Sacro Cuore verrà esposta ed onorata.

10. A tutti coloro che lavoreranno per la salvezza delle anime darò loro il dono di commuovere i cuori più induriti.

11. Il nome di coloro che propagheranno la devozione al mio Sacro Cuore sarà scritto nel mio Cuore e non ne verrà mai cancellato.

12. Io ti prometto, nell'eccesso della Misericordia del mio Cuore, che il mio Amore Onnipotente concederà a tutti coloro che si comunicheranno al Primo Venerdì del mese per nove mesi consecutivi, la grazia della penitenza finale. Essi non moriranno in mia disgrazia, né senza ricevere i Sacramenti, e il mio Cuore sarà il loro asilo sicuro in quell'ora estrema.

Omelia di  don Angelo Sceppacerca

 

Oggi celebriamo la solennità del Sacro Cuore di Gesù e il Vangelo ci offre subito uno spaccato intimo del Signore.

Egli è mite ed umile di cuore e si pone come esempio per affidare la nostra vita a Lui e trovare così ristoro, rimedio, alle nostre fatiche e alle nostre debolezze.

La preghiera che Gesù eleva al Padre è di una dolcezza unica ed esprime tutto l'animo del Figlio, che ringrazia e loda, che chiede e si affida, che ottiene e porta a compimento.

Solo se anche noi saremo miti ed umili, piccoli, come dice Gesù, allora potremo comprendere il volere del Padre, potremo entrare nella realtà più intima dell'amore di Dio e godere della ricchezza della vita trinitaria svelataci dal Signore Gesù Cristo. 

Signore, grazie per la tua infinita misericordia e per il tesoro di grazia che il tuo cuore, colmo di amore, riversa abbondantemente su di noi 

Don Pasqualino Catanese

 

La rivoluzione illuminista ci ha tutti convinti che la parte più interessante dell’uomo è il suo cervello, la sua ragione. La verità però è un’altra. Infatti la parte più decisiva di ogni uomo è il suo cuore, perché in esso anche la ragione trova il suo spazio a non è lasciata sola. La festa di oggi ci ricorda che anche Gesù ha un cuore. Anzi, essenzialmente, il Suo Cuore è ciò che di più Sacro noi continuiamo ad avere di Lui, perché l’Eucarestia altro non è che la versione sacramentale del Suo Amore, del Suo Cuore appunto. E questo con buona pace di tutti quelli che pensano che il cuore sia semplicemente una maniera simbolica di parlare di sentimenti ed emozioni. Il cuore è il luogo delle decisioni, non solo il luogo del “sentire”. E la pagina del Vangelo di oggi ci rivela cosa frulla nel Cuore del nostro Redentore: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.  Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te”. La prima cosa che troviamo nel Cuore di Cristo è la gratitudine, la capacità di bene-dire, di rendere grazie. Troppo spesso invece nei nostri cuori alberga il contrario: risentimento, lamentela, maledizione. Non siamo esercitati a riconoscere e dire il bene della vita, sappiamo solo elencarne il male. Ma chi vive solo guardando il bicchiere mezzo vuoto, alla fine sente solo il penso della vita. Ma anche a coloro che vivono schiacciati dal peso della vita, Gesù offre uno spazio nel Suo Cuore: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”. L’Eucarestia è la possibilità che Gesù ci dà di portare la vita insieme con Lui. Solo così essa si alleggerisce, e torna ad essere pienamente umana. Senza Eucarestia siamo solo degli schiacciati in cerca di capri espiatori.  

Don Luigi Maria Epicoco

 

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LITURGIALITURGIA DELLA PAROLA DELLA SOLENITTA' DEL S. CUORE DI GESU' (ANNO A) 19 giugno 2020

tratto da www.lachiesa.it