Santo del giorno 17 novembre: santa Elisabetta d'Ungheria, patrona dell'Ordine Francescano Secolare

News del 17/11/2024 Torna all'elenco delle news

Santa Elisabetta d'Ungheria vissuta solo 24 anni patrona dell'ordine francescano secolare a cui si era iscritta, e delle associazioni caritative, degli infermieri e dei fornai.

Morì dicendo ai presenti: "Dovete sapere che sono stata molto felice". Quale fu il segreto di tanta felicità? L’amore di Cristo che si irradiava dalla sua persona. La povertà assoluta era la sorgente della sua gioia. Un giorno, dinanzi al crocifisso, si privò della corona regale esclamando:"Come potrei io portare la corona d’oro quando il Signore porta la corona di spine? E la porta per me" . Il segreto della gioia che Elisabetta provava nel servizio ai poveri lo rivelò lei stessa alla sua servitù, affermando: "Che grande fortuna per noi poter lavare il Signore e preparare il letto per lui". Come Francesco d’Assisi vedeva Cristo in ogni povero, in ogni lebbroso, in ogni persona afflitta.

 

Figlia di Andrea, re d'Ungheria e di Gertrude, nobildonna di Merano, ebbe una vita breve. Nata nel 1207, fu promessa in moglie a Ludovico figlio ed erede del sovrano di Turingia. Sposa a quattordici anni, madre a quindici, restò vedova a 20. Il marito, Ludovico IV morì ad Otranto in attesa di imbarcarsi con Federico II per la crociata in Terra Santa. Elisabetta aveva tre figli. Dopo il primogenito Ermanno vennero al mondo due bambine: Sofia e Gertrude, quest'ultima data alla luce già orfana di padre. Alla morte del marito, Elisabetta si ritirò a Eisenach, poi nel castello di Pottenstein per scegliere infine come dimora una modesta casa di Marburgo dove fece edificare a proprie spese un ospedale, riducendosi in povertà. Iscrittasi al terz'ordine francescano, offrì tutta se stessa agli ultimi, visitando gli ammalati due volte al giorno, facendosi mendicante e attribuendosi sempre le mansioni più umili. La sua scelta di povertà scatenò la rabbia dei cognati che arrivarono a privarla dei figli. Morì a Marburgo, in Germania il 17 novembre 1231. È stata canonizzata da papa Gregorio IX nel 1235.

 

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Martirologio Romano: Memoria di santa Elisabetta di Ungheria, che, ancora fanciulla, fu data in sposa a Ludovico, conte di Turingia, al quale diede tre figli; rimasta vedova, dopo aver sostenuto con fortezza d’animo gravi tribolazioni, dedita già da tempo alla meditazione delle realtà celesti, si ritirò a Marburg in Germania in un ospedale da lei fondato, abbracciando la povertà e adoperandosi nella cura degli infermi e dei poveri fino all’ultimo respiro esalato all’età di venticinque anni.

 

Elisabetta ha iniziato da sposa prima e da vedova poi, a dedicare la sua vita agli ultimi. E lo ha fatto da laica, non da religiosa. .. i santi non sono persone da guardare sopra i piedistalli. Sono persone che ci mettono davanti ad una sfida. Se ce l'hanno fatta loro, e se decidiamo di abbracciare la loro stessa spiritualità, ce la possiamo fare anche noi. Se non fosse una sfida, resterebbe un puro esercizio, ma gli esercizi si possono fare in palestra, mentre la vita di ogni giorno è fatta di concretezza. Francesco non era nato santo, ma si è messo alla "scuola della santità". Aveva dei sogni e il Signore lo ha aiutato a realizzarli. Come lui, possiamo farlo anche noi!».

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«[…] nella figura di santa Elisabetta vediamo come la fede, l'amicizia con Cristo creino il senso della giustizia, dell'uguaglianza di tutti, dei diritti degli altri e creino l'amore, la carità. E da questa carità nasce anche la speranza, la certezza che siamo amati da Cristo e che l'amore di Cristo ci aspetta e così ci rende capaci di imitare Cristo e di vedere Cristo negli altri.

Santa Elisabetta ci invita a riscoprire Cristo, ad amarLo, ad avere la fede e così trovare la vera giustizia e l'amore, come pure la gioia che un giorno saremo immersi nell'amore divino, nella gioia dell'eternità con Dio». 

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TRANSITO DI SANTA ELISABETTA

E' mezzanotte, è l' ora in cui Dio  redense il mondo, è l' ora in cui discioglierà anche me da questo mondo di miserie". E pregò : "O Maria, vieni in mio aiuto. E' arrivato il tempo nel quale Dio chiama i suoi amici". Piegò il capo come per un dolce sonno e spirò. Era da poco trascorsa la mezzanotte tra il 16 e il 17 novembre del 1231. Aveva appena 24 anni di età. Cori d’angeli solcarono allora l’aria, luci misteriose brillarono nella notte e un profumo ultraterreno si diffuse tutt’intorno, richiamando la morte gaudiosa del Poverello d’Assisi.

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