Messaggio dell'Arcivescovo per la Pasqua 2010

News del 16/03/2010 Torna all'elenco delle news

Carissimi,
 

nell’imminenza della Pasqua del Signore, avverto il bisogno di rivolgermi a tutti e a ciascuno di voi, aprendovi il mio cuore.

Il Mistero che celebriamo, infatti, è l’evento supremo della nostra Redenzione, l’evento che - al di sopra di ogni altro - manifesta l’amore del nostro Dio. “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Suo Figlio” (Gv 3,16): in quel “dare” c’è in sintesi il “racconto” dell’amore misericordioso del Padre.

Egli, in maniera che appare incredibile, giunge a “sacrificare” il Suo Unico Figlio, il Primogenito di ogni creatura, per amore dei suoi figli.

In un certo senso ci dà ancora di più che se avesse sacrificato se stesso: perché il Padre ama il Figlio più di se stesso.

E tutti siamo chiamati, prima ancora che ad accoglierlo,   a “contemplare” questo infinito amore del Padre, che - nella Pasqua del Suo Figlio - raggiunge queste impensabili altezze.

Un artista ci aiuta in questa contemplazione.

Egli ha immaginato il Padre che “dona” il Figlio affisso sulla croce: e ha creato su tela un dipinto di straordinaria bellezza. Il Cristo crocifisso non ha dietro le spalle la croce, ma il Padre. Il Figlio è affisso alle braccia aperte del Padre. Nel suo immenso dolore grida col Salmo: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato” (Mt 27, 46)... ma il Padre é lì, nel suo misterioso Silenzio, e lo sostiene. Acquistano così una suggestione diversa le parole finali del Crocifisso: “In manus tuas commendo spiritum meum” (Lc 23, 46) (“Nelle tue mani consegno il mio spirito”).

È proprio lì, tra le Sue mani, che Egli si abbandona; ed è lì che egli emette l’ultimo respiro... “Emisit spiritum” si legge nel Vangelo secondo Giovanni (19, 30c); “emise lo spirito”, cioè morì; ma anche “emise lo Spirito”, cioè effuse lo Spirito Santo. Lì sulla croce avviene, suggestivamente, la prima Pentecoste. E lo Spirito, dal Padre e dal Figlio, viene effuso sugli astanti: il centurione, infatti, é illuminato e si converte: “Veramente quest’uomo - dice - era il Figlio di Dio” (Mc15, 39).

Reggio Calabria, 14 marzo 2010

                                                                            Arcivescovo Vittorio Mondello

 

Testo del messaggio in pdf

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