Andarono senza indugio e trovarono Maria, Giuseppe e il bambino

News del 01/01/2010 Torna all'elenco delle news

Il Vangelo del primo gennaio ci presenta ancora una volta i pastori di Betlemme. Sono di esempio per come iniziare il nuovo anno. Essi erano ritenuti a tal punto impuri e peccatori da essere esclusi persino dalla vita religiosa ufficiale, eppure lo sguardo di Dio si posò su di loro: la notte si riempì di luce e la loro vita trovò un senso.
Quegli umili pastori divennero "i primi cristiani": ascoltarono le parole dell'angelo, lasciarono le loro greggi e si diressero verso il luogo loro indicato dall'alto. Giunti alla grotta, furono loro questa volta a guardare: videro un Bambino, un umile bambino avvolto in fasce che giaceva in una mangiatoia. Ed è bello quanto riferisce l'evangelista: "E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro". Si potrebbe dire che tutta la vita del cristiano è racchiusa in questa semplice scena di pastori. Essa è posta all'inizio di questo nuovo anno perché illumini i nostri passi nei giorni che verranno.

I Vangeli ci dicono che gli angeli avevano parlato del bambino a quei pastori, ma non è difficile pensare che anche Maria lo abbia fatto quando giunsero alla grotta. Certamente Maria lo presentò loro. E probabilmente senza di lei non avrebbero potuto comprendere quel mistero che stava davanti ai loro occhi. Maria, invece, sapeva chi era quel figlio; infatti, con molta cura "serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore".
La Liturgia di questo primo giorno dell'anno, con incredibile tenerezza, ci invita a guardare Maria per festeggiarla e venerarla come Madre di Dio. Sono passati sette giorni dal Natale, da quando i nostri occhi si sono posati su questo piccolo bambino e su tutti i piccoli e i deboli di questo mondo. Oggi la Chiesa sente il bisogno di guardare anche la Madre, e farle festa. Ma, è bene sottolinearlo, nel contemplarla non la troviamo sola: Maria ha in braccio Gesù, la Madre ha in braccio il Figlio. I pastori, scrive il Vangelo, appena giunsero a Betlemme "trovarono Maria e Giuseppe e il bambino". È lei che continua a mostrarlo agli umili discepoli di ogni tempo; ed anche a noi. Maria che tiene Gesù sulle sue ginocchia è tra le immagini più familiari e tenere del mistero dell'incarnazione. Nella tradizione della Chiesa d'Oriente è talmente forte il rapporto tra quella Madre e quel Figlio che non si trova mai un'immagine di Maria senza Gesù. Lei, infatti, è tutta di Gesù. Ed in effetti, senza Gesù non c'è Maria. Lei esiste per quel Figlio; e suo compito è generarlo e mostrarlo al mondo. Questa è l'icona di Maria, la Madre di Gesù. Ma è anche l'icona della Chiesa e di ogni credente: abbracciare con affetto il Signore e mostrarlo al mondo.

Ebbene, come quei pastori i quali, una volta usciti dalla grotta, se ne tornarono glorificando e lodando Dio, così anche i credenti, con la stessa energia e lo stesso slancio, lasciandosi un anno di vita alle spalle debbono entrare nel nuovo avendo Gesù tra le braccia per amarlo e per mostrarlo al mondo. Quale consolazione sarebbe se qualcuno potesse continuare a scrivere dei cristiani quel che l'evangelista nota per i pastori: "Tutti quelli che udirono, si stupivano delle cose che essi dicevano"!

È ormai consolidata tradizione che il primo giorno dell'anno la Chiesa si riunisca in preghiera per invocare la pace. È a dire che i primi passi dell'anno vogliamo che siano passi di pace. Erano i passi dei primi pastori, siano anche i passi di ogni discepolo di Gesù e di ogni uomo di buona volontà. L'inizio di questo nuovo millennio ha già visto tragedie immani e l'orizzonte sembra segnato dalla spirale di terrorismo e di guerra. È urgente che gli uomini abbandonino le armi e intraprendano subito un cammino di pace attraverso il dialogo e il confronto. Non si tratta di fare solo qualche gesto di buona volontà ma di un processo da intraprendere che si estenda a tutti gli aspetti della vita umana e che le vie della giustizia e del perdono. Sappiamo però che la pace, pur richiedendo l'impegno tenace degli uomini, è un dono che viene dall'alto, è un frutto dello Spirito l'amore che opera nel cuore degli uomini. Per questo la preghiera d'inizio di questo nuovo tempo è l'antica affermazione degli angeli: "Pace in terra agli uomini che Dio ama". 

Testo di mons. Vincenzo Paglia

tratto da www.lachiesa.it