1 gennaio 2017 - Solennità di Maria Santissima Madre di Dio: messaggeri di pace con l'aiuto di Maria

News del 01/01/2017 Torna all'elenco delle news

Dopo i ringraziamenti al Signore per il dono di un anno che è ormai alle spalle, dopo i festeggiamenti per il passaggio al nuovo anno 2017, ci ritroviamo, insieme a pregare, all'inizio del nuovo anno solare 2017, confidando nell'aiuto di Dio, fidandoci di Lui e affidandoci completamente alla sua guida e direzione di marcia.

Nulla è impossibile a Dio e nulla è impossibile perché questo nuovo anno possa essere carico di belle aspettative e di sogni di cristiana speranza. Con Maria, la Madre di Dio, di cui oggi ricorre la solennità e portiamo al battesimo questo anno del Signore 2017 e che ci auguriamo possa trascorrere serenamente e in pace.

Nell'antifona di ingresso di questa solennità, comprendiamo il senso di questa celebrazione di apertura del nuovo anno: "Oggi su di noi splenderà la luce, perché è nato per noi il Signore; Dio onnipotente sarà il suo nome, Principe della pace, Padre dell'eternità: il suo regno non avrà fine". (cf. Is 9,2.6; Lc 1,33).

A sette giorni dalla solennità della nascita di Gesù, la Chiesa ci invita ad assumere come modello di riferimento per tutto l'anno, Maria, la Madre del Signore e Madre nostra. D'altronde se vogliamo incontrare Gesù, in modo più certo ed immediato è quello di incontrare Maria, che ci porta direttamente a Lui, che è la nostra vita e la nostra luce.

La nostra preghiera all'inizio di questo anno è, infatti, dedicata a Maria, Regina della Pace e Madre del Principe della Pace, visto che oggi celebriamo anche la giornata mondiale della pace: "Padre buono, che in Maria, vergine e madre, benedetta fra tutte le donne, hai stabilito la dimora del tuo Verbo fatto uomo tra noi, donaci il tuo Spirito, perché tutta la nostra vita nel segno della tua benedizione si renda disponibile ad accogliere il tuo dono".

Iniziamo il nuovo anno con la speciale benedizione del Signore, il cui testo, ricco di significato religioso, spirituale ed umano, troviamo nel testo del libro dei Numeri che è la prima lettura di questa solennità della Madre di Dio: "Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace".

Penso che altra richiesta al Signore all'inizio del 2017 non può essere quella che abbiamo rivolto a Lui, nella preghiera, con queste espressioni: Dio ci benedica, ci custodisca, ci faccia vedere il suo volto di luce, di gioia e di pace. Non abbiamo bisogno che di questo. Il resto è davvero spazzatura, come quella che si usa buttare via alla fine dell'anno, per esprimere simbolicamente ciò che non ha valore e ciò che ha costituito motivo di sofferenza nell'anno che è passato.

Ogni anno nuovo è benedizione di Dio ed arrivarci è sempre un dono di cui dobbiamo essere riconoscenti al Signore. Perché senza alcun nostro merito siamo arrivati a questo nuovo appuntamento che segna l'inizio di un nuovo cammino nel tempo e in vista dell'eternità. Se il tempo passa, l'eternità resta. Se le parole dell'uomo hanno una scadenza, quella di Dio rimangono per sempre e come tali sono certezze e sostegni nel nostro itinerario terreno. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno, ci ricorda Gesù. Ecco, perciò, oggi con il Salmo 66, possiamo rivolgerci al Signore con queste parole di speranza e di futuro: Gioiscano le nazioni e si rallegrino, perché tu giudichi i popoli con rettitudine, governi le nazioni sulla terra. Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti. Ci benedica Dio e lo temano tutti i confini della terra.

Nel brano della lettera di San Paolo Apostolo ai Galati veniamo trasportati idealmente e spiritualmente alla nascita di Gesù, definito questo periodo come pienezza dei tempi, come tempi maturi per accogliere la venuta di Cristo atteso da sempre. Anche questo testo ci parla della figura di Maria, essendo Gesù nato da donna, sotto la legge, per salvare quanti erano in attesa della redenzione. E che Cristo ci ha redento mediante la sua incarnazione, passione, morte e risurrezione, lo comprendiamo meglio nei versetti seguenti: E che noi siamo figli lo prova il fatto che Dio mandò lo spirito del suo figlio, mediante il quale noi possiamo rivolgerci a Dio con il nome di Padre; per cui siamo figli liberi e non schiavi di nessuno, ed essendo figli siamo anche eredi, per grazia, del paradiso. Aver questa sicurezza ci aiuta a vivere nel mondo con lo sguardo fisso nell'eternità. E il tempo che il Signore ci concede serve proprio per questo.

La buona notizia del vangelo, quello della nascita del redentore, ci fa capire il testo di oggi, non va custodita gelosamente tutta per se stessi, ma va annunciata e diffusa mediante gli strumenti della comunicazione odierna con urgenza, forti dell'esperienza dei pastori che andarono senza indugio alla grotta di Gesù. E noi affrettiamoci a portare a tutti il messaggio di pace, a partire dai nostri vicini. Noi dobbiamo essere trasmettitori, non freddi e distaccati, ma con cuore e passione del vangelo della gioia e della pace. E con animo lieto, ci rivolgiamo a Gesù Bambino con questa preghiera:

Siamo qui davanti a Te, Gesù Bambino, per adorarti e ringraziarti, di aver scelto di stare con noi, tra le tante difficoltà della vita umana e sociale del tuo tempo, che non era molto diverso dal tempo presente. Siamo qui, in questo Natale 2016, per chiederti perdono delle nostre fragilità e debolezze umane, che Tu riscontri in ogni essere umano, che ha la consapevolezza di essere un peccatore e un uomo bisognoso del tuo perdono. Siamo qui, anche in questo anno che volge al termine, con tanti ricordi belli, tristi e sofferti, che hanno segnato la nostra storia personale ed hanno caratterizzato oggettivamente l'intero anno. Siamo qui a prostrarci ed abbassarci, imparando da Te ad essere umili, senza pretesa alcuna, ma tutti immersi nella tua luce natalizia che è forza e coraggio per il nostro avvenire. Siamo qui a contemplare il Paradiso venuto sulla terra, con il canto festoso degli angeli, con Maria, la tua tenera e dolcissima Madre, con Giuseppe l'uomo giusto e contemplativo dei divini misteri dell'Altissimo. Siamo qui e ci resteremo, per sempre, davanti alla tua grotta, nella quale sei nato e dove ti hanno adagiato in una mangiatoia, perché per Te e per la tua famiglia, non c'era posto per farti venire alla luce. Tu Signore, Luce di eterna luce vieni ad illuminare chi sta nelle tenebre dell'errore e del peccato e non sente il bisogno di confessare i propri peccati, neppure in questo Natale 2016, che ci chiede di vivere nella gioia e nel gaudio, perché Tu, principe della pace e consigliere ammirabile, sei venuto a salvarci e consolarci. Gesù Bambino, ti preghiamo, vieni a nascere nel nostro cuore e non permettere che il buio della notte, senza la stella cometa del tuo orientamento, possa turbare il nostro animo e quello di tanti fratelli che sono in una reale sofferenza. Gesù Bambino, ci inchiniamo davanti a Te che sei l'unica speranza della vita che ci hai donato e che vale moltissimo in considerazione del tuo primo ed ultimo avvento. Amen (Padre Antonio Rungi, Preghiera di Natale 2016)

Omelia di padre Antonio Rungi

 

Scoprire un Dio dalle grandi braccia e dal cuore di luce

Otto giorni dopo Natale, lo stesso racconto di quella notte: Natale non è facile da capire, è una lenta conquista. Ci disorienta: per la nascita, quella nascita, che divenne nella notte un passare di voci che raccontavano una storia incredibile. Da stropicciarsi gli occhi. È venuto il Messia ed è nel giro di poche fasce, nella ruvida paglia di una mangiatoia. Chi va a cercarlo nei sacri palazzi non lo trova.

"Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette dai pastori". Riscoprire lo stupore della fede. Lasciarci incantare almeno da una parola del Signore, stupirci ancora della mangiatoia e della Croce, di questo mistero di un Dio che sa di stelle e di latte, di infinito e di casa.

Dimentichiamo tutta la liturgia senz'anima che presiede a questi giorni: regali, botti, auguri, sms clonati, luci, per conservare ciò che vale davvero: la capacità di sorprenderci per la speranza indomita di Dio nell'uomo e in questa nostra storia barbara e magnifica, per il suo ricominciare dagli ultimi della fila.

E impariamo da Maria, che "custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore", Da lei, che salvaguarda come in uno scrigno emozioni e domande, angeli e stalla, un bambino "caduto da una stella fra le sue braccia e che cerca l'infinito perduto e lo trova nel suo petto" (M. Marcolini); da lei che medita nel cuore fatti e parole, fino a che non si dipani il filo d'oro che tutto legherà insieme, da lei impariamo a prenderci del tempo per aver cura dei nostri sogni. "Con il cuore", con la forma più alta di intelligenza, quella che mette insieme pensiero e amore.

E impariamo il Natale anche dai pastori, che non ce la fanno a trattenere per sé la gioia e lo stupore, come non si può trattenere il respiro, ma ritornano cantando, e contagiano di sorrisi chi li incontra, dicendo a tutti: è nato l'Amore!

In questo giorno di auguri, le prime parole che la Bibbia ci rivolge sono: Il Signore parlò a Mosè, ad Aronne, ai suoi figli e disse: Voi benedirete i vostri fratelli. Per prima cosa, che lo meritino o no, voi benedirete.

Dio ci chiede di imparare a benedire: uomini e storie, il blu del cielo e il giro degli anni, il cuore dell'uomo e il volto di Dio. Se non impara a benedire, l'uomo non potrà mai essere felice.

Benedire è invocare dal cielo una forza che faccia crescere la vita, e ripartire e risorgere; significa cercare, trovare, proclamare il bene che c'è in ogni fratello. E continua: Il Signore faccia brillare per te il suo volto. Scopri che Dio è luminoso, ritrova nell'anno che viene un Dio solare, ricco non di troni, di leggi, di dichiarazioni, ma il cui più vero tabernacolo è un volto luminoso. Scopri un Dio dalle grandi braccia e dal cuore di luce.

Omelia di padre Ermes Ronchi

 

Con Maria verso l'avvenire

"Nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge"(Gal 4,4). Così Paolo descrive il Cristo venuto nella carne, che è entrano nella storia umana, uomo fra gli uomini. "Nato da donna" è espressione spesso adoperata dalla mariologia per dare risalto a Maria Madre del Dio fatto uomo e alla sua figura di modello e di maternità anche per noi. A mio avviso, la frase si limita semplicemente a riferire l'elemento estremamente terreno, carnale che Cristo ha voluto assumere immedesimandosi nella nostra condizione. Anche lui, cioè, come uomo è nato da una donna, è stato concepito carnalmente pur restando Figlio di Dio, ha assunto forma umana prendendo carne da un soggetto femminile. Tutto questo non pregiudica però che egli si sia sottomesso a maternità sia in quanto Dio che in quanto Uomo. Entrando a far parte dell'umanità, Cristo da Figlio di Dio è diventato Figlio dell'Uomo, mantenendo intatta la sua divinità ma vivendo come uomo la vita divina. In altre parole è rimasto sempre, in ogni caso, vero Dio e vero Uomo. Di conseguenza ecco la figura di Maria in relazione a questa sua condizione: la Vergine è Madre di Dio in quanto Madre del Dio che si era incarnato, del Dio che si faceva uom

Nell'incarnazione avviene che Dio diventa uomo, condivide con noi la nostra natura, fa ingresso nella nostra storia senza violarla, ma percorrendone tutte le tappe e sperimentando quanto di più umano possa essere esperibile. Egli però non rinuncia ad essere Dio, ma semplicemente unisce la natura umana e la natura divina, in una solta Persona (Ipostasi). Come descrive Sant'Agostino, nel Figlio di Dio vi sono effettivamente due nascite: la prima è quella eterna, per la quale egli è "generato, non creato", l'altra è invece temporale e in essa a Betlemme egli viene concepito di Spirito Santo nella carne nel grembo di Maria. Di conseguenza, Maria è Madre di Dio, cioè del Dio che si fa uomo fatta salva la sua divinità.. Ella è madre del Dio fattosi carne allo scopo di apportare la nostra salvezza. Nell'incontro con Maria Elisabetta riconosce in lei la Madre del Verbo: "A che debbo che la madre del mio Signore venga a me" (Lc 1, 48) professando così la fede nel Dio che si incarnava per la salvezza degli uomini e riponendo nella stessa Madre del Verbo tutte le sue speranze e fondando anche tutte le sue attese.

Andando oltre, avviene però che la maternità di Maria non resta affatto un tesoro geloso che la Vergine custodisce per sé o limita al proprio Figlio. Come deliberatamente affermò Paolo VI in una certa occasione del Concilio Vaticano II, Maria essendo Madre di Cristo (Dio - Uomo) è anche Madre della Chiesa, poiché noi tutti, battezzati, formiamo con lui un unico Corpo. Madre quindi della Chiesa in quanto Madre del Capo (Cristo) che è sempre unito alla sue membra (i battezzati cristiani). Di conseguenza Maria estende la sua maternità anche a ciascuno di noi, che ci sentiamo ulteriormente sospinti a progredire in forza di una speciale protezione e di un imput che ci sprona a fare di meglio. La presenza di una Madre celeste non può che incutere coraggio e non può che animarci e guidarci verso i sentieri di vita, fiduciosi nell'avvenire.

Particolarmente in questo anno incipiente 2017, la Madre del Signore ci da un saggio particolare della sua intercessione, perché ci invita a coltivare speranze e attese per progetti che intraprenderemo per i prossimi mesi, e la sua intercessione materna mentre ci rassicura ci invita anche a cercare sempre lo stesso Cristo Signore in ogni ambito, a rivolgere costantemente l'attenzione verso il Dio Amore che non manca mai di guidarci chiamandoci alla comunione con sé. La Madre di Dio rivaluta ancora una volta, del resto, la verità che Dio assume la sua umanità fino in fondo, sottomettendosi con umiltà e senza riserve a una madre terrena dalla quale avverte la necessità di dover apprendere e dalla quale essere guidato costantemente.

In questa ottica di gioia e di speranza, auguro a tutti un FELICE E PROSPEROSO ANNO 2017.

Omelia di padre Gian Franco Scarpitta

Liturgia e Liturgia della Parola della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio 1 gennaio 2017

tratto da www.lachiesa.it