Il tema della "Consolazione" dai Padri a Giovanni Paolo II - di don Luigi Cannizzo

News del 21/11/2009 Torna all'elenco delle news

Dopo avere trattato il tema della consolazione nelle testimonianze bibliche, dell'Antico Testamento e dei Vangeli, e negli Scritti Paolini, e dopo  aver esaminato le testimonianze cultuali, in musica, in preghiera, nelle varie espressioni artistiche, nei santuari e nei luoghi di fede dove la Beata Vergine Maria è venerata con il titolo di Consolatrice, l'itinerario di approfondimento ci porta a ripercorrere gli scritti dei Padri, in particolare Cipriano e Paolino di Nola, e le testimonianze del Magistero della Chiesa.

Più vicini a noi, due momenti importanti per l'affermazione di Maria e del suo ruolo nella vita della Chiesa, sono il Concilio Vaticano II ed il pontificato di Giovanni Paolo II.

 

Approcci al tema della "Consolazione": dai Padri a Giovanni Paolo II

Testimonianze patristiche e del Magistero

Il Concilio Vaticano II ed i suoi sviluppi

Il Pontificato di Giovanni Paolo II

  
  
"Nel discorso di Sua Santità Giovanni Paolo II all’Angelus tenuto a Reggio Calabria il 12 giugno 1988 in occasione della sua visita al Congresso Eucaristico Nazionale, il Papa rivolgendosi al popolo reggino che venera Maria sotto il dolce titolo di Mater Consolationis advocata populi Regini, ricorda che Maria per prima è stata consolata da Dio grazie al dono della maternità divina e della gioia della Pasqua di Cristo, per questo può essere fonte di consolazione per il popolo per il quale deve intercedere; egli inoltre precisa che il suo compito di Consolatrice non si riduce solamente ad allontanare dall’uomo i mali fisici o le calamità, ma si prolunga nel condurre il mondo alla liberazione dalla schiavitù del peccato permettendo l’incontro tra l’uomo e Dio ed in particolare col Cristo presente nell’Eucaristia.

«Voi, Reggini venerate la Madonna col titolo molto significativo di Madre della Consolazione. E Maria è tale perché, per prima, è stata consolata con la gioia della maternità divina e con quella della risurrezione del Figlio suo Gesù Cristo. Per questo è fonte di consolazione e “brilla innanzi al popolo pellegrinante di Dio quale segno di sicura speranza e di consolazione fino a quando non verrà il giorno del Signore”(L.G. 68).
Si tratta di consolazione nel significato più profondo della parola: Maria non solo consola nei dolori fisici e morali, ma restituisce vigore allo spirito umano, illumina e conforta la fede in modo che il popolo di Dio diventi sempre più capace di esprimere con la parola e di tradurre nella vita il disegno di salvezza e la sua dimensione liberatrice sul piano dell’esistenza individuale e sociale.
Maria ci richiama anche al mistero dell’Eucaristia, che è il mistero centrale della nostra fede, il centro e l’apice della vita cristiana. Il Cristo, vivo e presente nell’Eucaristia, è lo stesso che è nato dalla Vergine. Maria: “Ave, verum Corpus natum de Maria Virgine”. Quel Corpo e quel Sangue, presenti sull’altare e offerti al Padre per diventare fonte di comunione fra i membri del Popolo di Dio, provengono da Lei.
Maria, Madre dell’amore e dell’unità, ci mantenga uniti, perché, come la primitiva comunità nata nel Cenacolo, siamo anche noi “un cuor solo e un’anima sola”(At.4,32).La Mater unitatis, nel cui seno il Figlio di Dio si è unito all’umanità, inaugurando l’unione sponsale del Signore con tutti gli uomini, ci aiuti ad essere “una cosa sola”, diventando strumenti di unità tra i nostri fratelli. Vergine Madre, affido a te gli aneliti di rinnovamento di questa Chiesa e di tutte le Chiese, gli aneliti di giustizia, di libertà e di pace di tutta l’umanità, perché Tu sei la Donna nuova, l’immagine della nuova creazione e della nuova umanità». (don Luigi Cannizzo)