Espressioni cultuali di don L. Cannizzo

News del 14/11/2009 Torna all'elenco delle news

Continuano fino al 28 novembre gli spunti di approfondimento del culto alla Beata Vergine Maria della Consolazione, "avvocata" e patrona del Popolo reggino.

Dopo un breve excursus storico sulla nascita ed il diffondersi della devozione mariana ed in particolare sulle due forme di culto della devozione sabatina e della festa settembrina, che sono particolari della nostra diocesi, sul Quadro e sul Santuario, il tema della consolazione è stato trattato nelle testimonianze bibliche, dell'Antico Testamento e dei Vangeli, e negli Scritti Paolini. 
E' la volta ora delle testimonianze cultuali, in musica, in preghiera, nelle varie espressioni artistiche, nei santuari e nei luoghi di fede dove la Beata Vergine Maria è venerata con il titolo di Consolatrice.
 

Approcci al tema della "Consolazione": testimonianze cultuali
 

Composizioni inniche e litaniche

Il formulario 41 delle "Messe della Beata Vergine Maria"

La Liturgia delle ore

Espressioni artistiche

I Santuari 

  
  
"L’invocazione Maria, Madre della Consolazione racchiude in sé la dimensione della presenza materna di Maria nella Chiesa e nel mondo.
La venerazione di Maria sotto questo titolo è molto antica nella Chiesa ed è estesa dall’Oriente all’Occidente. In santuari, chiese, eremi ed oratori nel mondo si invoca e si prega Maria sotto questo affettuoso nome, benché la rappresentazione iconografica presenti espressioni differenti. 
Tale invocazione del popolo credente nei confronti della Vergine nasce dalla constatazione che Maria ha un cuore sensibile alle difficoltà dell’uomo, ed in particolare non può essere indifferente davanti ai sofferenti che invocano il suo aiuto e la sua materna intercessione. Ella che ha conosciuto il dolore rimanendo vicino al Cristo sofferente nelle vicende della passione, è dunque capace di compatire chi versa in situazioni particolarmente difficili, di sofferenza e di prova.
  A partire da ciò si comprende come Maria è la creatura che ha ricevuto l’abbondanza delle consolazioni divine.  Inoltre, alla luce della Scrittura «Maria ci appare sempre assillata dal desiderio di profonde consolazioni e conforti su tutte le miserie che incontra sui suoi passi», e proprio tali sentimenti sono quelli che la accomunano e la avvicinano all’uomo che sperimenta nella quotidianità la realtà e la fatica di scontrarsi con le difficoltà e le sofferenze di ogni giorno. Queste considerazioni porteranno la Chiesa a riconoscere a Maria il compito di sostenere, accompagnare e consolare il popolo di Dio in cammino verso la salvezza.
    
Nelle Litanie Lauretane, dopo aver invocata Maria Salute degli infermi e Rifugio dei peccatori, la si invoca come Consolatrice degli afflitti: Ella infatti, porge aiuto e materno conforto a tutti gli infelici ed in particolare a coloro che versano nella sofferenza e nel dolore. Maria è presentata dunque come Madre attenta alle necessità dei figli che la invocano con suppliche e preghiere, e Lei che fu presente sotto la croce del Cristo e sperimentò il dolore di madre può giustamente compatire coloro che sono nelle pene e nelle prove della vita.

La Vergine Maria che è madre della Chiesa è invocata nella preghiera serale affinché la sua intercessione presso l’Altissimo sia propizia nei confronti dei malati e dei sofferenti in quanto Ella stessa viene appellata quale Salus infirmorum, viene inoltre richiesto il suo ausilio affinché il Signore conceda conforto, misericordia, pace e salvezza a coloro che vivono momenti difficili o camminano nelle tenebre del peccato.
  
È la Chiesa riunita in preghiera nella celebrazione del ringraziamento vespertino ad innalzare a Cristo la richiesta di consolazione per intercessione di Maria. Bisogna sperimentare la consolazione donata da Dio per essere capaci di diffondere la gioia dell’incontro col Risorto in particolare a coloro che sono nelle difficoltà; è dunque richiesta con insistenza l’intercessione della Vergine Maria, consolata da Dio e consolatrice dell’umanità affinché ciò si possa realizzare". (don Luigi Cannizzo)