Missione è contagiare di speranza

News del 18/10/2009 Torna all'elenco delle news

Missione è servire e contagiare di speranza tutti i popoli

Nella Giornata Missionaria Mondiale ci viene proposto l'esempio di Gesù (Vangelo), che "non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per tutti" (v. 45). Egli è il più grande, eppure si è fatto nostro servitore; è il primo, e si è fatto schiavo di tutti (v. 44). Gesù che lava i piedi dei discepoli, l'agonia nell'orto, il Crocifisso… sono fatti sufficienti per convincerci di questa parola del Vangelo odierno. Gesù ha bevuto fino in fondo -e con amore!- il calice della passione, e ha ricevuto il battesimo della morte e della risurrezione (v. 38). In tal modo, Egli, vero Servo del Signore, ha dato compimento alla profezia di Isaia (I lettura): ha offerto se stesso in espiazione, addossandosi le nostre iniquità, con la certezza di una discendenza numerosa (v. 10-11). Poiché Egli, sommo sacerdote grande (II lettura), sa compatire le nostre infermità, tutti i popoli sono invitati ad accostarsi a Lui con piena fiducia, "per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno" (v. 16).

"Bere il calice - ricevere il battesimo" sono espressioni che per Gesù indicano un itinerario di morte e di risurrezione, affinché tutti abbiano vita in abbondanza (Gv 10,10). A questa Sua opera missionaria, Gesù vuole associare tutti i discepoli: coloro che sono battezzati nel Suo nome e quelli che Egli chiama ad una vocazione di speciale consacrazione (sacerdoti, religiose, religiosi, laici). Da questa identificazione sacramentale con Cristo nasce per tutti il dono e l'impegno della Missione, cioè per l'annuncio del Vangelo ai popoli che ancora non lo conoscono.

Alla domanda del Maestro: "potete bere il calice...?" i discepoli Giacomo e Giovanni rispondono: "Lo possiamo" (v. 38). In questa risposta c'è una dose di presunzione, ma c'è anche generosità e audacia. Dopo la Pentecoste dello Spirito, essi avranno effettivamente la forza di dare tale suprema testimonianza. Anche oggi, di fronte alle molteplici esigenze dell'impegno missionario della Chiesa nel mondo intero, è richiesto a tutti i cristiani di dare risposte concrete e creative, secondo la condizione di ciascuno. Ad alcuni è richiesto un servizio missionario per tutta la vita, anche in zone lontane e pericolose; ad altri, è richiesta la vita stessa... A tutti, il contributo della preghiera e della condivisione solidale con i bisognosi.

Nel messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale, il Papa ricorda a tutti che lo spirito di servizio è fondamentale per un valido e coerente annuncio del Vangelo di Gesù: «I discepoli di Cristo sparsi in tutto il mondo operano, si affaticano, gemono sotto il peso delle sofferenze e donano la vita. Riaffermo con forza quanto più volte è stato detto dai miei venerati Predecessori: la Chiesa non agisce per estendere il suo potere o affermare il suo dominio, ma per portare a tutti Cristo, salvezza del mondo. Noi non chiediamo altro che di metterci al servizio dell'umanità, specialmente di quella più sofferente ed emarginata, perché crediamo che "l'impegno di annunziare il Vangelo agli uomini del nostro tempo... è senza alcun dubbio un servizio reso non solo alla comunità cristiana, ma anche a tutta l'umanità" (Evangelii Nuntiandi, 1), che "conosce stupende conquiste, ma sembra avere smarrito il senso delle realtà ultime e della stessa esistenza" (RMi 2)».

Un esempio di servizio gratuito fino alle estreme conseguenze, è certamente San Damiano de Veuster, missionario lebbroso nelle Isole Hawaii, appena canonizzato l'11 ottobre scorso da Benedetto XVI: "La sua attività missionaria, che gli ha dato tanta gioia, raggiunge il suo culmine nella carità. Non senza paura e ripugnanza, fece la scelta di andare nell'isola di Molokai al servizio dei lebbrosi che si trovavano là, abbandonati da tutti; così si espose alla malattia della quale essi soffrivano. Con loro si sentì a casa. Il servitore della Parola divenne così un servitore sofferente, lebbroso con i lebbrosi, durante gli ultimi quattro anni della sua vita".


Parola del Papa
"La missione della Chiesa è quella di contagiare di speranza tutti i popoli. Per questo Cristo chiama, giustifica, santifica e invia i suoi discepoli ad annunciare il Regno di Dio, perché tutte le nazioni diventino Popolo di Dio. È solo in tale missione che si comprende ed autentica il vero cammino storico dell'umanità. La missione universale deve divenire una costante fondamentale della vita della Chiesa. Annunciare il Vangelo deve essere per noi, come già per l'apostolo Paolo, impegno impreteribile e primario.
Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2009


Sui passi dei Missionari

- 18/10: Giornata Missionaria Mondiale, con il tema: "Vangelo senza confini".
- 18/10: S. Luca, autore del terzo Vangelo e degli Atti degli Apostoli, compagno di Paolo nella missione in Macedonia e in seguito altrove (Atti 16,10s.).
- 19/10: SS. Giovanni di Brébeuf, Isaac Jogues, sacerdoti gesuiti, e altri sei compagni martiri, missionari tra gli Uroni e gli Irochesi (Stati Uniti d'America e Canadà, +1642-1649).
- 19/10: S. Paolo della Croce (1694-1775), promotore di missioni popolari con il messaggio della Passione di Cristo; è fondatore dei Passionisti.
- 20/10: BB. Davide Okelo e Gildo Irwa, giovani catechisti e martiri (di 16 e 12 anni), uccisi a Paimol (Kalongo-Nord Uganda, +1918).
- 21/10: B. Laura Montoya y Upeguí (1874-1949), missionaria colombiana tra gli indigeni e fondatrice; morì a Medellín (Colombia).
- 23/10: S. Giovanni da Capestrano (1386-1456), sacerdote francescano, missionario e predicatore efficace in vari paesi dell'Europa centrale e orientale. Lavorò per la libertà e l'unione dei cristiani.
- 24/10: S. Antonio Maria Claret (1807-1870), spagnolo, predicatore di missioni al popolo, fondatore, vescovo di Santiago di Cuba. Morì in esilio in Francia.
- 24/10: B. Luigi Guanella (1842-1915), sacerdote italiano, fondatore di due Istituti per i poveri.
- 24/10: Giornata delle Nazioni Unite (organizzazione creata nel 1945). 

Testo di padre Romeo Ballan
tratto da www.lachiesa.it