27 aprile 2014: Canonizzazione dei Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II

News del 26/04/2014 Torna all'elenco delle news

Alle ore 10.00 in piazza San Pietro inizia la solenne Celebrazione presieduta da papa Francesco. In preparazione alla grande giornata sabato 26 aprile le chiese del centro della capitale saranno aperte tutta la notte, per una sorta di “Notte bianca della preghiera”.

La giornata di domenica 27 aprile 2014 si aprirà con la lettura della coroncina della Divina Misericordia e di alcuni testi dei due Papi dedicati alla misericordia, in attesa dell’evento centrale delle ore 10.00, la S. Messa celebrata da Papa Francesco. La cerimonia dovrebbe concludersi intorno alle 12.30, e a seguire la basilica di S. Pietro sarà aperta fino all’1 di notte.

Lunedi’ 28 aprile 2014 in piazza San Pietro il cardinale Angelo Comastri presiedera’ la messa di Ringraziamento per le canonizzazioni, mentre Papa Francesco ricevera’ i Reali di Spagna Juan Carlos e Sofia.

La canonizzazione è la dichiarazione ufficiale della santità di una persona. Nella Chiesa cattolica, la canonizzazione avviene al termine di un’apposita procedura, che normalmente dura molti anni. Si richiede che vengano riconosciuti dei miracoli attribuiti all’intercessione della persona oggetto del processo. La decisione finale sulla canonizzazione è riservata al Papa, che sancisce la conclusione del processo canonico attraverso un atto pontificio. 

 

Biografia di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II

Libretto della Celebrazione

Per il Pontefice argentino canonizzare insieme Roncalli e Wojtyla è “un messaggio alla Chiesa: questi due sono bravi. Ma – ricorda il Papa – ci sono in corso anche le cause di beatificazione di Paolo VI e di Albino Luciani“. A Roncalli e a Wojtyla Francesco è particolarmente legato. Se fosse stato eletto al posto di Ratzinger nel 2005 Bergoglio, come ha rivelato lui stesso, si sarebbe chiamato Giovanni XXIV scegliendo il nome del “Papa buono”. Per Francesco, Roncalli “è un po’ la figura del ‘prete di campagna’, il prete che ama e sa curare ognuno dei fedeli e questo lo ha fatto da vescovo e da nunzio. Quante testimonianze di battesimo false ha fatto in Turchia in favore degli ebrei! È un coraggioso, un prete di campagna buono, con un senso dell’umorismo tanto grande e una grande santità. Quando era nunzio – ha raccontato Bergoglio – alcuni non gli volevano tanto bene in Vaticano, e quando arrivava per portare cose o chiedere, in certi uffici lo facevano aspettare. Mai si è lamentato: pregava il rosario, leggeva il breviario, mai. Un mite, un umile, anche uno che si preoccupava per i poveri”. Papa Francesco ha sottolineato anche la grande intuizione di Roncalli di indire il Concilio Ecumenico Vaticano II. “Giovanni XXIII era un uomo docile alla voce di Dio, perché il Concilio gli è venuto dallo Spirito Santo, gli è venuto e lui è stato docile. Pio XII pensava di farlo, ma le circostanze non erano mature per farlo. Credo che Roncalli non abbia pensato alle circostanze: lui ha sentito quello e lo ha fatto. Era un uomo che si lasciava guidare dal Signore”.

“Un grande missionario della Chiesa” è, invece, la definizione che Francesco dà di Wojtyla, il Papa che nel 1992 lo nominò vescovo ausiliare di Buenos Aires, nel 1998 arcivescovo della capitale argentina e nel 2001 lo creò cardinale. “Giovanni Paolo II è un missionario, un uomo che ha portato il Vangelo dappertutto. Viaggiava tanto. Sentiva questo fuoco di portare avanti la parola del Signore. È un san Paolo, è un uomo così; questo per me è grande”.

Per il “Papa buono” Bergoglio ha approvato un percorso privilegiato dispensando la sua canonizzazione dal riconoscimento di un secondo miracolo. Sarà invece la guarigione straordinaria della costaricana Floribeth Mora Díaz a condurre Wojtyla alla santità. Per lei la diagnosi non dava alcuna speranza: rottura di aneurisma fusiforme dell’arteria cerebrale media destra con emorragia subaracnoidea. Dopo alcuni giorni di ricovero i medici suggerirono al marito di riportarla a casa perché non c’era più niente da fare. È qui che Floribeth seguì in televisione la cerimonia di beatificazione del Papa polacco, il 1° maggio 2011, e pregò Wojtyla: “Intercedi presso Dio perché non voglio morire e aiutami a guarire”. Successivamente una nuova visita neurologica e due risonanze magnetiche eseguite nel 2011 e nel 2012 hanno evidenziato la completa scomparsa spontanea dell’aneurisma con ricostituzione di un albero vascolare normale. Ulteriori indagini hanno sia confermato i segni della sofferenza cerebrale e dell’ischemia, sia la completa guarigione della donna. Il 28 febbraio scorso, nell’ultimo giorno di regno di Benedetto XVI, la consulta medica della Congregazione delle cause dei santi ha approvato all’unanimità l’inspiegabilità scientifica dell’evento.

tratto da http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/30/giovanni-paolo-ii-e-giovanni-xxiii-saranno-santi-27-aprile-2014/727939/