Augurio Pasquale dell'Arcivescovo Morosini: “Christòs anèsti” è il buongiorno di Pasqua; il nostro “buongiorno” quotidiano deve essere un atto di fede in un mondo che può cambiare

News del 20/04/2014 Torna all'elenco delle news

Carissimi fratelli, 

vi giunga l’augurio più affettuoso in questa prima Pasqua che celebro con voi a Reggio. Il mio pensiero augurale va a tutti i sacerdoti e fedeli della nostra Chiesa diocesana, a tutte le autorità civili e militari, a tutti i cittadini del nostro comprensorio. 

Nel contesto di questa crisi terribile, questa Pasqua 2014 ci trova in una situazione istituzionale critica, che appesantisce quella economica. Veramente siamo un po’ tutti disorientati. 

Che ci riserva il futuro? Ha ancora senso parlare di speranza?

Miei cari, proprio perché ho voluto iniziare il mio ministero episcopale a Reggio appellandomi alla speranza, non posso non improntare i miei auguri alla speranza. Nei comuni calabresi di tradizione religiosa bizantina, al mattino di Pasqua ci si saluta con queste parole: “Christòs anèsti”, “Cristo è risorto”. Un’espressione religiosa di fede che diventa saluto anche civile e prende il posto del buon giorno. Ciò ha un significato. Noi credenti sappiamo che la salvezza offertaci con la resurrezione di Gesù, non appartiene solo al mondo dello spirito, ma ha anche ripercussioni nella vita temporale. Gesù, vincendo la morte, che è l’ultimo e più grande male dell’uomo, è garante che tutti i mali possono essere vinti. Tutti, nessuno escluso. Anche le nostre crisi economiche, politiche, religiose e istituzionali possono essere vinte. 

Dobbiamo crederci! Ecco perché l’atto di fede religioso, Gesù è risorto, diventa saluto anche civile: “Christòs anèsti”. È il buongiorno di Pasqua. È l’augurio di ogni Domenica, quando, dopo la consacrazione, noi ripetiamo: “Annunciamo la tua morte, proclamiamo la tua resurrezione, nell’attesa della tua venuta”. Lungo il cammino della nostra vita, la fede che Cristo è risorto ci dà la forza per sperare e combattere. Il nostro “buongiorno” quotidiano deve essere un atto di fede in un mondo che può cambiare, se scommettiamo perciò sulla speranza. 

Sperare significa pregare e lottare. Si lotta per il bene come se tutto dipendesse da noi. 

Si prega per un esito di bene nella nostra lotta, come se tutto dipendesse da Dio. 

Ecco i miei auguri pasquali, miei cari fratelli, fondati sull’autentica speranza cristiana, che non è attesa dormiente, ma lotta solerte e vigile impegno. 

Auguri, miei cari fratelli! Buona Pasqua nel comune impegno di preghiera e nella comune lotta per il bene. Buona Pasqua per tutti.      

Christòs anèsti, Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova! 

Christòs anèsti, Regione Calabria!

Christòs anèsti, Comune di Reggio Calabria!

Christòs anèsti, operai in lotta!

Christòs anèsti, disoccupati e perdenti di posti!

Christòs anèsti, ammalati!

Christòs anèsti, giovani in Sinodo!

Christòs anèsti, famiglie provate!

Rispondiamo con fede gioiosa: “alithòs anésti”, “è veramente risorto”.

Stretti tutti in solo abbraccio, prego per voi tutti e prego di cuore: “Christòs anèsti”

 

                                                                         +  p. Giuseppe

                                                                                   Vostro Vescovo  

 

Reggio Calabria, 4 marzo 2014