19 febbraio 2014- Presentazione della Lettera alla città dell'Arcivescovo Morosini: scommettere sulla speranza per la costruzione del bene comune
News del 19/02/2014 Torna all'elenco delle news
Carissimi,
con questo scritto voglio rendere un servizio alla Città, che si prepara alle prossime elezioni amministrative. Esso non è nato all’interno di alcuna scelta partitica, perché non sono schierato da nessuna parte e non voglio influenzare il vostro voto, indirizzandolo verso una delle parti politiche in competizione. Quanto vi scrivo è il frutto di una riflessione fatta con alcuni amici1, con i quali mi sono confrontato, sul servizio che avrei potuto offrire alla Città come Vescovo, che vuole la sua Chiesa radicata sul territorio. Sono nate queste pagine, che vi offro per spingervi a votare ed esprimere un voto veramente libero, maturo e costruttivo per il bene comune e per la crescita della Città. Nessuno vi deve ingannare con facili promesse e programmi impossibili da realizzare.
Il mio intento è quello di risvegliare in voi la coscienza civica, la passione politica, la voglia di coinvolgersi e di partecipare. Se ci riuscirò, ringrazio Dio.
1. Scommettere sulla speranza
All’inizio del mio ministero di Vescovo a Reggio vi ho invitati a scommettere sulla speranza affermando che il mio servizio pastorale sarebbe partito proprio da questa virtù, confidando anche sulla voce critica e costruttiva dei giovani, che invitavo a non lasciarsi andare in un pessimismo sterile e demolitore di ogni bene.
Riparto da questa virtù, chiarendo che essa non è l’attesa passiva di un bene che qualcuno dovrà darci. La speranza cristiana è attesa orante del dono di Dio, ma è anche impegno preciso a fare ciascuno la sua parte per la costruzione del bene comune. Con questo intento è partita la preparazione del Sinodo dei giovani, ai quali ho consegnato un decalogo per coltivare la speranza.
Vi invito, perciò, a vedere i numerosi germi di bene presenti sul territorio: dalla coscienza di reagire al male e al contagio criminale alle numerose iniziative tese all’affermazione della giustizia e della legalità; dalla nascita delle piccole imprese alla consapevolezza di vigilare sull’uso dei beni della collettività; dal moltiplicarsi del volontariato e di iniziative assistenziali ai numerosi suggerimenti e proposte per una pianificazione del bene comune. Dinanzi a questi germi occorre il coraggio della partecipazione e del sacrificio, per rendere concreto quanto aspettiamo, che già va prendendo forma, stimolati dal rinnovamento in atto delle coscienze.
Il primo segnale di speranza deve partire da ciascuno di noi, esercitando il nostro diritto di voto con discernimento, senza lasciarci illudere da promesse illusorie o impaurire da poteri occulti o criminali. Votiamo con libertà e responsabilità.
L’altro segnale di speranza lo potrebbero dare gli eletti nella prossima competizione, se saranno capaci di concordare, al di là di ogni interesse di parte, un’amministrazione di salute cittadina, che affronti veramente i problemi, senza inutili litigi, mettendo fine una volta per sempre alla fase in atto di colpevolizzazione reciproca.
2. Reggio, la nostra Città
Reggio è la nostra Città e ci appartiene, perché qui abbiamo le nostre radici e qui viviamo una storia comune. Perciò noi amiamo questa Città e vogliamo vivere il prossimo appuntamento elettorale con impegno e responsabilità, perché essa possa avere un presente dignitoso, progettando un futuro credibile e possibile. Vogliamo essere cittadini responsabili, che trovano nella fede cristiana un’ulteriore spinta alla partecipazione, senza delegare ad altri la cura del bene comune. Oltre che cittadini responsabili, vogliamo essere anche cristiani generosi e coraggiosi, che trovano l’equilibrio tra fede e vita anche nell’impegno politico. Generosi perché amiamo la Città; coraggiosi, perché vogliamo fare scelte libere e trasparenti, reagendo contro la delusione diffusa tra la gente, che spesso si limita solo alla critica sterile.
Noi vogliamo coniugare al presente la speranza per la nostra Città, per progettare un futuro diverso conoscendo, dialogando e condividendo con quanti hanno la nostra stessa passione politica.
Auspico che questi tre verbi siano l’orizzonte di riferimento per i cattolici, che vogliono vivere il tempo elettorale da cristiani, ma li offro anche a tutte le persone di buona volontà.
* Conoscere i bisogni reali del territorio e le possibili strade da percorrere per risolverli.
* Dialogare con la gente e con le Istituzioni perché ciò che si realizza o viene trascurato ci riguarda.
* Condividere la passione per la Città, per quello che potrebbe essere e non è ancora.
Invito i cattolici ad aprirsi ad un confronto serrato con tutti, senza rimanere bloccati in uno scontro sterile sul passato. Non è il passato in gioco, ma il futuro.
3. Partecipazione alla vita della Città
La mancata o carente attivazione di adeguati strumenti di democrazia partecipativa, previsti dai nostri ordinamenti, ha contribuito all’accelerazione di una diffusa insofferenza, o peggio ancora rassegnazione, della cittadinanza rispetto alla politica e alle istituzioni. ...
In quest’ottica di democrazia decentrata va rimessa al centro la dignità della persona umana, l’affermazione dei suoi diritti-doveri, una rinnovata etica dei valori ed una profonda e diffusa coscientizzazione del bene comune.....
4. Senso dello Stato
L’educazione al senso dello Stato è molto carente tra di noi. Spesso appare un fatto retorico richiamarsi ad esso; e ciò per responsabilità sia di chi ci governa che di noi cittadini. Più volte in questi mesi ho ricordato che questa educazione fa parte della moralità, che la Chiesa propone e che, perciò, deve passare nell’azione formativa delle parrocchie. Va, però, chiarito il rapporto tra legalità e giustizia. La prima richiama al leale rispetto delle leggi che regolano la vita comune basata su norme generali uguali per tutti, non su ingiustificabili privilegi o sulle raccomandazioni. La giustizia riguarda il riconoscimento della dignità di ogni donna e di ogni uomo, in quanto persone; e la ragionevole eguaglianza con cui tutti devono essere considerati e trattati, mai come mezzi e sempre come fini, non come oggetti ma come soggetti.
In questa lettera non posso fare a meno di denunciare come anticristiana una certa assuefazione all’illegalità. .....
5. Futuro amministrativo e scelte impopolari
In questo momento a nessuno sfugge che chiunque amministrerà nei prossimi anni la nostra Città, e anche molti centri della Provincia attualmente sciolti o in dissesto, si troverà a dover saldare impegni già presi dalle amministrazioni commissariate per far fronte ai pesanti debiti accumulati negli anni. E’ drammatico dirlo, ma va affermato con coraggio, per non ingannare i cittadini. ....A queste logiche risponde l’adozione non più procrastinabile del bilancio partecipativo.
6. Rilancio dell’economia
L’economia calabrese e reggina, centrata sui servizi pubblici e sul commercio, è in ginocchio per i tagli, per la crisi e la pervasività dell’economia mafiosa all’interno di interi comparti produttivi e commerciali. Il crescente numero di attività sequestrate e confiscate è solo uno dei segnali in questa direzione. .....
7. Lavoro
Le difficoltà economiche ed imprenditoriali sopra indicate si riflettono naturalmente sui dati legati al lavoro. L’occupazione nelle imprese mostra nel secondo trimestre 2013 una gravissima diminuzione rispetto allo stesso trimestre del 2012, arrivando a 4,1%, quasi due volte e mezzo la riduzione osservata a livello nazionale (pari a 1,7%). Nella sola Reggio Calabria la quota di occupati sulla popolazione residente si mantiene al 27,3%, un valore di oltre 10 punti inferiore al dato italiano, ed in assenza di interventi seri il tasso di disoccupazione aumenterà tra il 2014 e il 2015. Già oggi 1 giovane su 3 risulta disoccupato, senza tener conto del triste fenomeno del lavoro nero.3.....
Come Vescovo, debbo ancora richiamare il principio della centralità della persona, cardine della dottrina sociale della Chiesa; esso deve guidare ogni scelta, anche quelle economiche e di bilancio. Su questo principio la politica deve dar prova di voler dettare la speranza, cosa ben diversa dagli inconsistenti impegni clientelari che hanno caratterizzato un’epoca intera in Calabria. Dettare la speranza significa offrire certezza, attraverso concreti segnali di ripresa, che è possibile produrre cambiamento, produrre benessere, lavoro reale, dignitoso, senza nascondere i relativi costi in termini di sforzi comuni, di sacrifici, di giustizia, di equità, di coerenza. ....
Mi rivolgo ora soprattutto ai giovani e ai loro genitori per esortarli
* a superare l’attesa di un lavoro fisso sotto casa, sognando una “scrivania”, o addirittura di rincorrere l’idea che si possa avere uno stipendio senza fatica e lavoro;
* a guardare con occhio positivo anche al lavoro manuale, artigianale ed agricolo;
* ad accettare di iniziare lentamente: fare la gavetta, perché le grandi mete si raggiungono poco per volta;
* ad imparare ad associarsi ed a cooperare.
L’educazione al lavoro e alla cooperazione inizi già dalla scuola, avvicinando concretamente gli alunni alle realtà produttive.
8. Vivibilità e mobilità
L’analisi del contesto urbano della Città evidenzia enormi problematiche relative allo stato di abbandono e degrado dei beni architettonici e culturali della nostra Città, alle opere incompiute o mai iniziate o periodicamente annunciate o peggio ancora completamente abbandonate e sottratte alla fruibilità dei suoi abitanti. A ciò si aggiunga l’inaccessibilità della Città per i disabili e gli anziani, la mancata eliminazione delle barriere architettoniche, l’inadeguatezza del sistema di trasporti, su gommato, ferroviario ed aereo, sostanzialmente arretrati e poco funzionali. .....
9. Dalle politiche di welfare alle politiche di comunità
In Calabria una famiglia su quattro vive in povertà4; e ciò è la conseguenza di una politica di elargizione dei sussidi e non di investimento per risolvere alla radice la povertà. Gli esigui contributi economici sono solo palliativi, perché crescono la disoccupazione e l’emarginazione soprattutto giovanile all’interno di famiglie spesso disgregate. Nella nostra Città esiste una povertà in qualche modo strutturale, che si manifesta agli angoli delle strade e che si consuma nel perimetro delle case in un drammatico silenzio. I diritti fondamentali della gente rischiano di essere considerati privilegi. Assistiamo ad un antagonismo fra poveri e fra portatori di interessi, che priva tutti del senso di umanità e solidarietà. .....
10. Cultura, istruzione, cura del territorio
...In pochi altri posti come a Reggio e in Calabria questione ambientale e comunitaria si intrecciano, rendendo per il nostro territorio necessaria un'ecologia dell'uomo intesa in senso giusto. Il degrado della natura è infatti strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza umana: quando l'ecologia umana è rispettata dentro la società, anche l'ecologia ambientale ne trae beneficio. Come le virtù umane sono tra loro comunicanti, tanto che l'indebolimento di una espone a rischio anche le altre, così il sistema ecologico si regge sul rispetto di un progetto che riguarda sia la sana convivenza in società sia il buon rapporto con la natura.4 .....
Concludendo questo aspetto, voglio ancora ricordare la dottrina sociale della Chiesa quando unisce valore della persona e rinascita culturale: La formazione di una cultura capace di arricchire l'uomo richiede il coinvolgimento di tutta la persona, la quale vi esplica la sua creatività, la sua intelligenza, la sua conoscenza del mondo e degli uomini e vi investe, inoltre, la sua capacità di autodominio, di sacrificio personale, di solidarietà e di disponibilità a promuovere il bene comune.5
11. Giovani protagonisti del cambiamento
Dagli anni ottanta, la nostra cultura è chiamata post-moderna per le sue caratteristiche di frammentarietà delle conoscenze e delle convinzioni. Valori e tradizioni di un tempo sembrano non far più presa; i modi di vivere e di pensare sono diventati così numerosi, che ognuno ritiene di doverne elaborare di nuovi, a propria misura. ....
La pressione sociale spinge a fare dei ragazzi, dei personaggi di spicco, uomini e donne di successo. Ci si dimentica di accompagnare i ragazzi a coltivare le virtù e le qualità umane: la lealtà, l’onestà, la giustizia, la fede, la solidarietà, la fortezza, la bontà. Bisogna, invece, far sì che i giovani non siano considerati come oggetto ma come soggetti della loro crescita, dando loro centralità nella vita della Città. I giovani non sono solo la speranza del domani, ma anche la certezza dell’oggi. Devono disporre, pertanto, oggi di spazi di bene, per costruirsi efficacemente e prepararsi al futuro.
Si tratta di una questione che interroga fortemente il mondo adulto...
12. Conclusione
Carissimi, ho aperto questa lettera con un richiamo alla speranza. La voglio chiudere, richiamandomi di nuovo ad essa. Abbiamo bisogno di un’eccedenza di speranza, che non è vuoto ottimismo ma testimonianza della nostra fede. C’è bisogno di credere che si può spendere la propria vita per la costruzione del Bene Comune, ricercando la giustizia e la pace.
Incoraggio i cattolici ad impegnarsi ancora di più in politica, coniugando coraggiosamente, con tenacia e coerenza, la fede e la vita. Fate in modo che questa stagione lunga e faticosa della Città contribuisca a far sorgere una generazione nuova di cattolici reggini che sentano la cosa pubblica come importante e alta, capace di segnare il destino di tutti; e per essa siano disposti a dare il meglio dei loro pensieri, dei loro sogni, dei loro giorni.
A quanti non si riconoscono nella fede cattolica l’invito a metterci assieme su quei punti che costituiscono la ricerca del bene comune. Potremo fare insieme un lungo cammino.
Auguro alla nostra Città un futuro migliore per la fattiva collaborazione di tutti i suoi figli.
Come Vescovo di questa Città prego e benedico di cuore.
+ p. Giuseppe
Reggio Calabria, 14 febbraio 2014, Anniversario della nascita di San Gaetano Catanoso
1 Sono Maria Angela Ambrogio, Carmine Gelonese,Ornella Occhiuto, Agostino Siviglia, Luciano Squillaci, Ettore Triolo, Aldo Velonà, che ringrazio di cuore.
2 Fonte: CCIAA RC/ISNART
3 Fonte: Osservatorio economia 2013 CCIAA RC
4 Piano degli Interventi a sostegno della situazioni di povertà della Regione Calabria
4 Caritas in Veritate,51.
5 Compendio… n. 556
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