28 gennaio 2014 - Seconda giornata della Settimana Diocesana dell'Educazione: la famiglia, prima e indispensabile comunità educante
News del 29/01/2014 Torna all'elenco delle news
La famiglia, principio di ogni educazione è stata il fulcro della riflessione della seconda giornata della settimana diocesana dell’educazione.
Al mattino S.E. Mons. Morosini ha visitato l’ITIS “Panella-Vallauri”. Lo hanno festosamente accolto il dirigente Anna Nucera con i suoi collaboratori e specialmente tutti gli studenti che hanno regalato a padre Giuseppe alcuni oggetti realizzati nei laboratori della scuola: una scacchiera con pedine e una lira calabrese.
L’incontro è proseguito con la visita ai laboratori dell’Istituto, da quello di chimica a quello video-grafico, da quello di elettronica a quello di meccanica. E poi, nel cortile, il vescovo, insieme agli studenti, ha piantato un ulivo. Dopo una lunga chiacchierata con gli allievi Mons. Morosini ha salutato tutti con la promessa di tornare per incontrare più prolungatamente gli studenti. L’Istituto Industriale, che da sempre si è caratterizzato per la qualità dei laboratori e il livello di specializzazione dei docenti, è stato per la città di Reggio e per la sua provincia sempre un punto di riferimento. Da questo Istituto sono nate realtà importanti come quelle animate da don Italo Calabrò, idimenticabile professore di religione di questa scuola.
Nel pomeriggio, alle 18,30, presso l’Aula Magna dell’Istituto Paritario “San Vincenzo de’ Paoli”, l’ufficio Educazione-Scuola-Università in collaborazione con l’Ufficio Famiglia ha organizzato un momento pensato soprattutto per i genitori. Dopo il saluto del coordinatore didattico dei licei dell’Istituto “San Vincenzo”, prof. Daniela Andreoni, l’incontro, moderato da suor Lidia Gatti, ha registrato gli interventi dei coniugi Michela e Pino Bellantone, membri della commissione dell’Ufficio Famiglia, e di don Simone Gatto, direttore dell’Ufficio.
I coniugi Bellantone, si sono soffermati sulla funzione educativa genitoriale, vissuta nella "quotidianità dell'essere genitori imperfetti". La realtà contemporanea e la famiglia con le sue luci e ombre sono state rilette attraverso tre icone evangeliche (la parabola del figliol prodigo, il ritrovamento di Gesù al tempio e la morte di Cristo in croce) a cui sono stati accostati i momenti principali della vita dei figli: la fanciullezza, l’adolescenza e la maturità.
La fase adolescenziale dei figli, che sembra spaccare e minare la funzione genitoriale, deve essere vista come una grande opportunità educativa. E' il momento in cui, di fronte all'emergere della personalità dei figli, i genitori si sentono spiazzati, ma i figli a loro volta li rieducano. "Bisogna rettificarli nell'amore senza intaccare la loro dignità".
Ma i genitri imparano l'amore soprattutto nella fase in cui i figli, già grandi ed autonomi, fanno sentire il senso di vuoto e di fallimento: dal grande mistero del dolore avviene la rigenerazione nell'amore, come la Pasqua dopo la sofferenza della croce.
Proprio per questo è stata evidenziata la necessità della riscoperta della coppia come bene principale del matrimonio, come testimonianza che attraverso la cura dell'intimità e dell'armonia, attraverso la qualità della relazione tra i genitori, comunica l'amore e svolge la sua funzione educativa.
Su questi spunti l'intervento di don Simone Gatto, attraverso il riferimento ai documenti recenti sulla famiglia (l’esortazione apostolica “Familiaris consortio”, gli orientamenti pastorali per il decennio 2010 – 2010 “Educare alla vita buona del Vangelo”, la “Pastorale dei fidanzati” e il “Direttorio di pastorale familiare”) ha evidenziato tre elementi essenziali del rapporto educativo: l’amore, la comunicazione e la testimonianza.
Durante l’intervento è stata evidenziata la necessità della riscoperta della coppia come bene principale del matrimonio.
Da ultimo, è emersa la visione della famiglia come risorsa in un contesto sociale e politico che, però, non la favorisce tutelando maggiormente l’interesse dei singoli o di altre realtà.
La famiglia deve essere invece supportata dallo Stato che deve riconoscere il principio di sussidiarietà insito in essa e anche dalla Chiesa che riconosce il primato educativo della famiglia.