3 novembre 2013 - XXXI Domenica del Tempo Ordinario: incontrare Gesù rende libero l'uomo, come accade a Zaccheo
News del 01/11/2013 Torna all'elenco delle news
L'incontro con Zaccheo a Gerico è l'ultimo episodio del viaggio di Gesù a Gerusalemme. Gerico era la sosta obbligata per i pellegrini che provenivano dal nord attraversando la Perea, una cittadina di frontiera e di collegamento per il commercio con i paesi sud-orientali. In questa realtà prosperavano i funzionari della dogana e del dazio. Zaccheo è un esattore capo e di conseguenza ricco. Le due qualifiche, funzionario del fisco e ricco, fanno di Zaccheo un caso disperato. Non solo egli appartiene alla categoria dei peccatori, ma è anche ricco. E sappiamo dall'episodio del notabile ricco che è impossibile che un ricco si salvi (Lc.18,24-25).
Gesù aveva detto ai suoi: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e si compirà tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell'uomo» (Lc 18,31), aveva annunciato la sua passione per l'ennesima volta, ma i suoi non avevano capito. Per la strada verso Gerico, Gesù incontra un cieco e lo guarisce (Lc 18,35-43). Adesso entra e attraversa la città (Lc 19,1) Gesù entra ed attraversa la vita, la storia di questa città, le sue contraddizioni i suoi peccati, la sua gente, la folla che lo accalca.
Luca ci dice che Zaccheo «cercava di vedere quale fosse Gesù» ... non lo conosceva e non solo vuole distinguerlo dai discepoli ma è interessato a capire che tipo di persona fosse quel personaggio di cui probabilmente aveva sentito parlare. Zaccheo è presentato come un uomo in ricerca, fermo nella sua volontà di capire, disposto a giocarsi la reputazione già compromessa fino ad arrampicarsi su un albero di sicomoro pur di arrivare al suo intento. Il suo rango sociale, lo spingerebbe ad essere più riservato e invece ha come una forza interiore che lo spinge a comportarsi come un bimbo, forse anche per nascondersi tra le foglie ed osservare, inosservato. Ma non sa neppure lui cosa cercare e dove cercare... si accorge che non basta la sola intelligenza, l'esperienza, la cultura, la posizione sociale. Cerca di vedere Gesù, ma tra Zaccheo e Gesù c'è la folla, c'è un contesto sociale, politico, morale: Zaccheo è un escluso, tutto e tutti lo separano da Gesù.
Si dice che era piccolo di statura, forse non è solo questione di misura fisica, pur ricco di denaro Zaccheo si sente piccolo, inadeguato. Sceglie quel sicomoro, vi si arrampica perché sa che Gesù deve passare di lì, ed ha la pazienza di aspettare. Quando qualche personaggio famoso politico o religioso incontra la folla di persone, nella massa non incontra nessuno...
Zaccheo cercava di vedere Gesù, ma è Lui che in mezzo alla folla «vede» Zaccheo nascosto sulla pianta e lo chiama per nome.
È un segno di predilezione, ma anche di misericordia; Gesù alzò lo sguardo per incontrare quello dell'uomo sull'albero, lo guarda dal basso verso l'alto come il servo verso il padrone, il povero cieco lungo la strada...
Gesù si mette a servizio di quest'uomo e della sua vita, lo ama e lo accoglie facendosi accogliere.
Gesù entra di prepotenza nella vita di quest'uomo, solidarizzando con lui senza mezze misure, sfidando le critiche dei benpensanti.
Oggi: il momento della salvezza è giunto anche per lui pubblicano e peccatore.
Devo: indica la volontà di Dio alla quale Gesù si adegua per adempiere l'opera per cui è stato mandato: che nulla vada perduto!
Fermarmi: questo "restare" che sta ad indicare il desiderio di una amicizia, di una comunione e relazione personale.
A casa tua: ricevere il Cristo nella propria "casa", o "entrare nel suo Regno" sta sempre ad indicare lo stesso e unico mistero di una unione vicendevole.
Le nostre relazioni umane sono spesso segnate più dai rimproveri e dai giudizi che dal desiderio di risanare le fratture. Gesù non teme le dicerie della gente e i giudizi dei religiosi del suo tempo. Il suo atteggiamento diventa un giudizio sullo stile dei suoi contemporanei che non vedevano in Zaccheo un fratello da amare ma solo un bersaglio facile di giudizi e accuse.
Gesù mi costringe a rivedere non solo il mio rapporto con Dio ma soprattutto il mio rapporto con gli altri.
Sono costretto a riconoscere che giudico e separo e non amo veramente chi mi sta attorno ma è diverso da me. L'amore davvero risana non solo chi è amato ma anche chi ama.
I cambiamenti fanno paura, la gente vorrebbe che tutto restasse come è: i poveri devono restare poveri, i ricchi restare ricchi, i peccatori peccatori e così via. Così anche noi possiamo rimanere come siamo.
Chi scopre di essere accolto e accoglie veramente Gesù, si preoccupa di essere come lui vuole che siamo e sa già ciò che deve fare.
COMUNIONE... do metà dei miei beni ai poveri; il denaro che aveva creato divisione e odio diventa strumento di condivisione, l'amore ricevuto va condiviso.
GIUSTIZIA... restituisco quattro volte tanto; oltre la misura richiesta perché l'abbondanza trasforma la giustizia in amore
«Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Omelia di don Luciano Cantini (Costretti dall'amore)
Incontrare Gesù rende libero l'uomo
C'è un Rabbi che riempie di gente le strade. Tanta gente, al punto che Zacchéo, piccolo di statura, ha davanti a sé un muro. Ma questo piccolo- grande uomo non ha complessi, ha un obiettivo: vuole vedere Gesù, di parlargli non spera, e invece di nascondersi dietro l'alibi dei suoi limiti, cerca la soluzione: l'albero.
Zacchéo agisce in nome non della paura ma del desiderio, e così diventa creativo, inventa, va' controcorrente, respira un'energia che lo fa correre avanti e salire in alto.
Gesù passando alzò lo sguardo: guarda quell'uomo dal basso verso l'alto, come quando si inginocchia e lava i piedi ai discepoli. Dio non ci guarda mai dall'alto in basso, ma sempre dal basso verso l'alto, con infinito rispetto, annullando ogni distanza.
Lo sguardo di Gesù: il solo sguardo che non giudica, non condanna, non umilia, e perciò libera; che va diritto al cuore e interpella la parte migliore di ciascuno, quel frammento puro che nessun peccato arriverà mai a cancellare. Zacchéo vuol dire «Dio si ricorda». Ma non del tuo peccato, bensì del tuo tesoro si ricorda. Zacchéo cerca di vedere Gesù e scopre che Gesù cerca di vedere lui. Il cercatore si accorge di essere cercato, l'amante scopre di essere amato: Zacchéo, scendi, oggi devo fermarmi a casa tua.
«Devo» dice Gesù, devo fermarmi! Dio deve cercarmi, deve farlo per un suo intimo bisogno: a Dio manca qualcosa, manca Zacchéo, manca l'ultima pecora, manco io. Se Gesù avesse detto: Zacchéo, io ti conosco bene, so che sei un ladro, se restituisci ciò che hai rubato verrò a casa tua. Credetemi: Zacchéo sarebbe rimasto sull'albero.
Zacchéo prima incontra, poi si converte: incontrare uno come Gesù fa credere nell'uomo; incontrare un uomo così rende liberi; incontrare questo amore fa amare; incontrare un Dio che non fa prediche e non condanna ma che si fa amico moltiplica l'amicizia. Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Poche parole: fretta, accogliere, gioia, che dicono sulla conversione più di tanti trattati. Apro la casa del cuore a Dio, con fiducia, e la gioia e la vita si rimettono in moto.
Infatti vediamo la casa di Zacchéo riempirsi di amici, il ricco diventare amico dei poveri: «Metà di tutto ciò che ho è per loro» Come se i poveri fossero la metà di se stesso.
Oggi a casa tua. Dio alla portata di ognuno. Dio nella casa: alla mia tavola, come un familiare, intimo come una persona cara. Perché Gerico è su ogni strada del mondo: per ogni piccolo c'è un albero, per ognuno uno sguardo. La casa di Zacchéo è la mia. Sulla soglia attendo: La mia casa è aperta, vieni!
Omelia di padre Ermes Ronchi
Preghiera di Madre Anna Maria Cànopi:
"Ti prego Signore, fammi trovare un albero; che io sappia di essere piccolo come Zaccheo, piccolo di statura morale, ma dammi la fantasia per alzarmi un po' da terra, spinto dal desiderio di vederti passare. Fa' che mi riconosca nel primo dei pubblicani, ma mettimi nel cuore un po' di curiosità per cercarti. So che devi passare dalle mie parti; ti prego Signore fammi trovare un albero per farmi vedere te e sentirmi chiamare per nome."
Liturgia e Liturgia della Parola della XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) 3 novembre 2013
tratti da ww.lachiesa.it