La Chiesa reggina e San Paolo

Il prodigio della colonna

A San Paolo si deve il primo annuncio del Vangelo e l'impianto sul suolo calabro della prima comunità cristiana, con a capo S. Stefano da Nicea, che l'Apostolo, nel ripartire alla volta di Pozzuoli, lasciò come primo vescovo.

Secondo un’antichissima tradizione, l’approdo di Paolo a Reggio sulla spiaggia antistante il Lungomare, all’altezza del molo di Porto Salvo detto “Cippo“, avvenne un giorno in cui vi si svolgeva la festa in onore di Diana Fascelide.

Si racconta che San Paolo ottenne di parlare alla pagana e distratta folla festante, lì radunata, fino a che fosse durata la fiamma di una lucerna posta su una colonna, ma, prodigio meraviglioso, consumatasi la fiamma, iniziò ad ardere la colonna di pietra, che con la sua luce consentì che la predicazione di San Paolo si protraesse fino al mattino.

Ricordando che i primi seguaci di Paolo, in qualsiasi città, furono Giudei o orientali, e che i Romani consideravano i cristiani come seguaci di un culto orientale, possiamo interpretare tale racconto in un'altra prospettiva. La luce, nella tradizione orientale, trasmessa poi alla latina, ha un significato simbolico: è segno della Rivelazione del Signore, ed è anche segno dell'efficacia e forza della predicazione della Parola.
Anche il fatto che la colonna di pietra abbia preso fuoco durante la predicazione ha un profondo significato simbolico: significa che le parole di Paolo avevano il potere di sciogliere la durezza del cuore degli ascoltatori. 
Nell'ottica di tale simbolismo si può rileggere, pertanto, quanto a noi consegnato dalla tradizione antica.  

Di fatto, la fiamma che ardeva nelle parole dell’Apostolo infiammò anche il cuore della gente bruzia, che si convertì al Cristianesimo. 

Perciò Paolo è considerato fondatore della Chiesa reggina e padre nella fede dei cristiani di Calabria. Giovanni Paolo II lo ha proclamato Patrono principale dell'Arcidiocesi di Reggio Calabria (1980).

La memoria liturgica della venuta di San Paolo a Reggio ricorre il 21 maggio.

I resti della colonna si conservano nella Cappella di San Paolo, a destra del Presbiterio.

Sulla parete destra della stessa Cappella una Lapide riporta un’iscrizione in latino, inneggiante alla Colonna del prodigioso evento della conversione alla fede dei Reggini.

[AVE COLUMNA NOBILIS / ELECTRO ET AURO DITIOR/ ILLAQUE MOSIS IGNEA / COLUMNA FORTUNATIOR / QUOD ORE PAULUS PRAEDICAT / TE FULGURANTE COMPROBAT / TE CONFLAGRANTE RHEGIUM / CHRISTI FIDEM COMPLECTITUR / ERGO COLUMNA RHEGIA / HEBREOS UT ISRAELITICA / IN TERRAE OPIMA TRANSTULIT / TU NOS IN ASTRA DUCITO]

(Salve. o nobile colonna, più splendente dell’ambra e dell’oro e più provvida di quella colonna ignea di  Mosè. Ciò che Paolo con le sue parole proclama, conferma con il tuo fulgore. Con le tue fiamme Reggio abbraccia la fede di Cristo. Perciò come quella israelita guidò gli Ebrei nella terra promessa, tu, colonna regale, conduci noi in cielo)

La raffigurazione del prodigio si ritrova in Cattedrale in tante opere:

* Rilievo frontale sul Pergamo
* Lunetta in bronzo dorato sull’altare della Cappella di San Paolo
* Bassorilievo bronzeo in una formella della Cattedra Vescovile
* Nel Portale destro d'ingresso Apostolato di Paolo

 


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