Santo del giorno 14 ottobre: san Callisto I papa
News del 14/10/2024 Torna all'elenco delle news
San Callisto I che è stato il 16°#papa dal 217 al 222 morto martire forse in una sommossa popolare contro i cristiani. Da diacono gli viene affidata la cura dei cimiteri così inizia lo scavo del grande sepolcreto lungo la via Appia che porta il suo nome, dove raccoglie le vestigia dei martiri per la venerazione dei posteri. Il suo pontificato, permeato di un originale e originario atteggiamento di misericordia, gli attira le inimicizie dell'ala più intransigente della comunità cristiana: forse perché egli stesso era stato perdonato, la sua Chiesa era una casa di Misericordia aperta ai peccatori e che andava incontro ad eretici e scismatici.
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Martirologio Romano: San Callisto I, papa, martire: da diacono, dopo un lungo esilio in Sardegna, si prese cura del cimitero sulla via Appia noto sotto il suo nome, dove raccolse le vestigia dei martiri a futura venerazione dei posteri; eletto poi papa promosse la retta dottrina e riconciliò con benevolenza i lapsi, coronando infine il suo operoso episcopato con un luminoso martirio. In questo giorno si commemaora la deposizione del suo corpo nel cimitero di Calepodio a Roma sulla via Aurelia.
Ebbe molti avversari tra i cristiani dissidenti di Roma, e proprio da uno scritto del capo di questi cristiani separati, un antipapa, abbiamo quasi tutte le notizie sul suo conto, presentate però in modo tendenzioso. Vi si legge che, prima di diventare papa, era stato schiavo e frodatore. Fuggito in Portogallo, venne arrestato e ricondotto a Roma, dove subì una condanna ai lavori forzati nelle miniere della Sardegna. Tornato a Roma in occasione di un'amnistia, venne inviato ad Anzio. Papa Zeffirino, però, lo richiamò a Roma, affidandogli la cura dei cimiteri della Chiesa. Iniziò così lo scavo del grande sepolcreto lungo la via Appia che porta il suo nome. Alla morte di Zeffirino, Callisto venne eletto papa. Ma il suo pontificato attirò le inimicizie di un'ala della comunità cristiana di Roma che lo accusò, falsamente, di eresia. Il riscatto definitivo su questa figura controversa venne dal suo martirio. Callisto, infatti, fu gettato in un pozzo di Trastevere, forse in una sommossa popolare contro i cristiani nel 222.
Secondo il Catalogo Liberiano – una lista cronologica dei Papi fino a Papa Liberio, contenuta nel cosiddetto Cronografo del 354, a sua volta una raccolta di testi prevalentemente cronografici (elenchi, cronache, descrizioni varie) compiuta nel 354 – il pontificato di Papa Callisto inizia nel 218 e termina nel 222. La fonte principale da cui attingere notizie sul suo pontificato è un’opera denominata Èlenchos, nota anche come Refutatio omnium haeresium o Philosophoumena; è necessario subito premettere che l’Èlenchos è un’opera apertamente ostile a Callisto: il suo autore ne è un nemico e quindi solo indirettamente e cercando di discernere il vero dal falso è possibile ricavare notizie attendibili.
Le prime notizie sulla vita di Callisto possono aiutare a comprendere il suo pontificato, caratterizzato dalla misericordia verso i peccatori. Il nostro era originariamente uno schiavo, schiavo di un tale Carpoforo, un cristiano liberto della casa dell’imperatore. Questi affidò a Callisto una grossa somma di denaro per fargli aprire una banca, nella zona romana della «Piscina Publica»: vedove e cristiani cominciarono ad affidare con fiducia i loro risparmi a Callisto. Ma – secondo il racconto dell’Èlenchos – questi si viene a trovare in difficoltà, «avendo dissipato tutto». Temendo la reazione del padrone, Callisto cerca di fuggire, ma viene preso e messo a girare la macina. Carpoforo gli dà un’altra possibilità per restituire il denaro che aveva preso in consegna, ma Callisto si trova nuovamente in cattive acque perché non è in grado di restituire nulla e compie uno strano gesto: va di sabato nella sinagoga e disturba la cerimonia. Una congettura porterebbe a pensare che l’intento di Callisto era quello di farsi arrestare, per liberarsi della pressione di Carpoforo. I giudei portano Callisto davanti al praefectus urbi Fusciano, accusandolo di avere impedito il loro culto. Carpoforo interviene difendendo, nel proprio interesse, il debitore insolvente, ma Fusciano, dando ascolto ai giudei, condanna Callisto ad metalla in Sardegna.
Quando Marcia, concubina di Commodo e probabilmente cristiana, richiede al Vescovo di Roma e Pontefice Vittore un elenco dei martiri cristiani condannati alle miniere per provvedere benevolmente alla loro scarcerazione, Vittore provvede ma non include nell’elenco Callisto. Un sacerdote di nome Giacinto viene mandato in Sardegna con la lettera di scarcerazione: Callisto lo supplica di inserirlo nella lista e così riesce a tornare a Roma. Viene sostanzialmente perdonato per il suo passato e recuperato alla comunità cristiana, ma per prudenza viene allontanato da Roma. Da allora, prima durante l’episcopato di Vittore e poi durante l’episcopato del nuovo pontefice Zefirino, Callisto dovette maturare ed acquistare una posizione importante all’interno della comunità cristiana di Roma; infatti, dopo la morte di Vittore, Callisto è nominato diacono e personale consigliere dal nuovo vescovo Zefirino. Fino alla importante nomina di amministratore del patrimonio ecclesiastico e successivamente, intorno al 200, preposto al cimitero sulla via Appia – il cimitero “ufficiale” della comunità romana, cimitero papale perché vi trovarono sepoltura gli stessi vescovi di Roma per circa un secolo – che da lui prenderà il nome. «Si tratta di un momento fondamentale per la storia della comunità cristiana di Roma: è l’atto di nascita ufficiale di un cimitero comunitario, la cui concreta e visibile specificità è nel sostanziale mutamento di statuto: un cimitero non più gentilizio o corporativo, ma della comunità, e dunque aperto alla accoglienza di tutti i fratelli di fede, indipendentemente dalla loro estrazione sociale», scrive Emanuela Prinzivalli.
Morto Zefirino, Callisto viene eletto al suo posto come Vescovo di Roma. Il nuovo Papa dovette affrontare problemi di natura dottrinale, considerando che nella comunità cristiana coesistevano da questo punto di vista orientamenti diversi. Callisto ebbe l’abilità di porsi in posizione mediana rispetto alle varie ed opposte fazioni, con l’obiettivo precipuo di assicurare l’unità dottrinale della Chiesa. Qual era dal punto di vista dottrinale la posizione di Callisto? Leggiamo nell’Èlenchos le seguenti parole, sostanzialmente corrispondenti al suo pensiero, anche se forse un poco rimaneggiate: «Il Logos è Figlio, e il medesimo è certo chiamato anche col nome di Padre, ma perché è una cosa sola lo spirito indiviso. Non è una cosa il Padre e un’altra cosa il Figlio, ma sono una sola e medesima cosa. E ogni realtà è ripiena di spirito divino, quella superiore e quella inferiore. E lo spirito che si è fatto carne nella Vergine non è altro dal Padre, ma è uno solo e medesimo. Questo significa ciò che è stato detto: “Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?” (Giovanni 14, 10). Infatti ciò che si vede, cioè l’uomo, questo è il Figlio, mentre lo spirito ch’è disceso nel Figlio questo è il Padre. Dunque non affermerò due dei, il Padre e il Figlio, ma uno solo. Il Padre venuto in lui e assunta la carne la divinizzò unendola a sé e facendola una cosa sola, così che si chiama Padre e Figlio il solo Dio e questa realtà essendo un solo prosopon non può essere due e così il Padre ha compatito con il Figlio».
Oltre ai problemi di natura dottrinale, Callisto dovette affrontare questioni riguardanti la disciplina nella Chiesa: forse perché egli stesso era stato perdonato, la posizione del nuovo Papa è permeata di un originale e originario atteggiamento di misericordia. Callisto accoglie ogni sorta di peccatori, è indulgente con i cosiddetti “piaceri”, cerca di andare incontro ad eretici e scismatici, consente alle matrone romane di considerare come mariti legittimi uomini di classe inferiore, contrariamente alla legge civile; la sua Chiesa non è la tradizionale assemblea dei santi, è una assemblea di santi e di peccatori, e la posizione dei pastori deve essere improntata a una sostanziale misericordia. Papa Callisto desiderava una Chiesa che fosse incarnazione della misericordia di Dio: la sua Chiesa era una casa di misericordia aperta ai peccatori, che a tutti potesse offrire la possibilità della riconciliazione dopo il peccato. La sua Chiesa è permeata da «una prassi di misericordia», con una felice espressione di Emanuela Prinzivalli.
Il martirio di Callisto, Papa e santo, è da considerare sicuro. La Depositio martyrum – un elenco dei martiri venerati a Roma, appartenente anch’esso al citato Cronografo del 354 del calligrafo Furio Dionisio Filocalo – indica la sua memoria al 14 ottobre e ne stabilisce la sepoltura sulla via Aurelia, al III miglio, quindi non nel cimitero callistiano ma nella cosiddetta catacomba di Calepodio. Il Martirologio Romano ricorda il santo Papa Callisto alla data del 14 ottobre: «San Callisto I, Papa, martire: da diacono, dopo un lungo esilio in Sardegna, si prese cura del cimitero sulla via Appia noto sotto il suo nome, dove raccolse le vestigia dei martiri a futura venerazione dei posteri; eletto poi Papa promosse la retta dottrina e riconciliò con benevolenza i lapsi (dal latino, “caduti”, ovvero i cristiani apostati, ndr) coronando infine il suo operoso episcopato con un luminoso martirio. In questo giorno si commemora la deposizione del suo corpo nel cimitero di Calepodio a Roma sulla via Aurelia».
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