Santo del giorno 16 agosto: san Rocco

News del 16/08/2024 Torna all'elenco delle news

San Rocco, terziario francescano, taumaturgo e pellegrino da Montpellier a Roma, dove rimase tre anni curando gli ammalati all'Ospedale di Santo Spirito, dove è avvenuto il miracolo più famoso: la guarigione di un cardinale, liberato dalla peste dopo aver tracciato sulla sua fronte il segno di croce. Fu proprio questo cardinale a presentare San Rocco al pontefice, e questo fu il momento culminante del soggiorno romano. E' il santo più invocato, dal Medioevo in poi, tanto da essere il più rappresentato in assoluto, e uno dei più amati e popolari nonostante le notizie sulla sua vita siano poche e imprecise, patrono di numerose città e paesi, tra cui la nostra Scilla. E' invocato come protettore dal terribile flagello della peste e per estensione patrono protettore dalle epidemie, patrono di invalidi e prigionieri. Prima di spirare, il Santo aveva ottenuto da Dio il dono di diventare l’ intercessore di tutti i malati di peste che avessero invocato il suo nome: a fianco del suo corpo ingiustamente recluso in prigione, venne ritrovata una tavoletta, sulla quale erano incisi il nome di Rocco e le parole: «Chiunque mi invocherà contro la peste sarà liberato da questo flagello».

 

 

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Martirologio Romano: In Lombardia, san Rocco, che, originario di Montpellier in Francia, acquistò fama di santità con il suo pio peregrinare per l’Italia curando gli appestati.

 

Le fonti su di lui sono poco precise e rese più oscure dalla leggenda. In pellegrinaggio diretto a Roma dopo aver donato tutti sui beni ai poveri, si sarebbe fermato a ad Acquapendente, dedicandosi all'assistenza degli ammalati di peste e facendo guarigioni miracolose che diffusero la sua fama. Peregrinando per l'Italia centrale si dedicò ad opere di carità e di assistenza promuovendo continue conversioni. Sarebbe morto in prigione, dopo essere stato arrestato presso Angera da alcuni soldati perché sospettato di spionaggio. Invocato nelle campagne contro le malattie del bestiame e le catastrofi naturali, il suo culto si diffuse straordinariamente nell'Italia del Nord, legato in particolare al suo ruolo di protettore contro la peste. Gregorio XIII introdusse il nome di Rocco nel Martirologio Romano, sotto il pontificato di Urbano VIII la Congregazione dei Riti accordò un Ufficio e una Messa propri per le chiese costruite in onore del santo. Infine, nel 1694, Innocenzo XII presrisse ai Francescani di celebrare la festa con rito doppio maggiore, forte della citazione fatta nel 1547 da Paolo IV nella Bolla Cum a nobis di San Roco quale membro del Terz'Ordine di San Francesco.

 

Nonostante la grande popolarità di San Rocco, le notizie sulla sua vita sono molto frammentarie per poter comporre una biografia in piena regola, comunque è possibile, grazie ai molti studi fatti, tracciare a grandi linee un profilo del nostro Santo, elaborando una serie di notizie essenziali sulla sua breve esistenza terrena. Tra le varie “correzioni” che sono state proposte alle date tradizionali (1295-1327), si è gradatamente imposta quella che oggi sembra la più consolidata: il Santo è nato a Montpellier fra il 1345 e il 1350 ed è morto a Voghera fra il 1376 ed il 1379 molto giovane a non più di trentadue anni di età. Secondo tutte le biografie i genitori Jean e Libère De La Croix erano una coppia di esemplari virtù cristiane, ricchi e benestanti ma dediti ad opere di carità. Rattristati dalla mancanza di un figlio rivolsero continue preghiere alla Vergine Maria dell’antica Chiesa di Notre-Dame des Tables fino ad ottenere la grazia richiesta. Secondo la pia devozione il neonato, a cui fu dato il nome di Rocco (da Rog o Rotch), nacque con una croce vermiglia impressa sul petto. Intorno ai vent’anni di età perse entrambi i genitori e decise di seguire Cristo fino in fondo: vendette tutti i suoi beni, si affiliò al Terz’ordine francescano e, indossato l’abito del pellegrino, fece voto di recarsi a Roma a pregare sulla tomba degli apostoli Pietro e Paolo. Bastone, mantello, cappello, borraccia e conchiglia sono i suoi ornamenti; la preghiera e la carità la sua forza; Gesù Cristo il suo gaudio e la sua santità. Non è possibile ricostruire il percorso prescelto per arrivare dalla Francia nel nostro Paese: forse attraverso le Alpi per poi dirigersi verso l’Emilia e l’Umbria, o lungo la Costa Azzurra per scendere dalla Liguria il litorale tirrenico. Certo è che nel luglio 1367 era ad Acquapendente, una cittadina in provincia di Viterbo, dove ignorando i consigli della gente in fuga per la peste, il nostro Santo chiese di prestare servizio nel locale ospedale mettendosi al servizio di tutti. Tracciando il segno di croce sui malati, invocando la Trinità di Dio per la guarigione degli appestati, San Rocco diventò lo strumento di Dio per operare miracolose guarigioni. Ad Acquapendente San Rocco si fermò per circa tre mesi fino al diradarsi dell’epidemia, per poi dirigersi verso l’Emilia Romagna dove il morbo infuriava con maggiore violenza, al fine di poter prestare il proprio soccorso alle sventurate vittime della peste.

L’arrivo a Roma è databile fra il 1367 e l’inizio del 1368, quando Papa Urbano V è da poco ritornato da Avignone. E’ del tutto probabile che il nostro Santo si sia recato all’ospedale del Santo Spirito, ed è qui che sarebbe avvenuto il più famoso miracolo di San Rocco: la guarigione di un cardinale, liberato dalla peste dopo aver tracciato sulla sua fronte il segno di Croce. Fu proprio questo cardinale a presentare San Rocco al pontefice: l’incontro con il Papa fu il momento culminante del soggiorno romano di San Rocco. La partenza da Roma avvenne tra il 1370 ed il 1371. Varie tradizioni segnalano la presenza del Santo a Rimini, Forlì, Cesena, Parma, Bologna. Certo è che nel luglio 1371 è a Piacenza presso l’ospedale di Nostra Signora di Betlemme. Qui proseguì la sua opera di conforto e di assistenza ai malati, finché scoprì di essere stato colpito dalla peste. Di sua iniziativa o forse scacciato dalla gente si allontana dalla città e si rifugia in un bosco vicino Sarmato, in una capanna vicino al fiume Trebbia. Qui un cane lo trova e lo salva dalla morte per fame portandogli ogni giorno un tozzo di pane, finché il suo ricco padrone seguendolo scopre il rifugio del Santo. Il Dio potente e misericordioso non permette che il giovane pellegrino morisse di peste perché doveva curare e lenire le sofferenze del suo popolo. Intanto in tutti i posti dove Rocco era passato e aveva guarito col segno di croce, il suo nome diventava famoso. Tutti raccontano del giovane pellegrino che porta la carità di Cristo e la potenza miracolosa di Dio. Dopo la guarigione San Rocco riprende il viaggio per tornare in patria. Le antiche ipotesi che riguardano gli ultimi anni della vita del Santo non sono verificabili. La leggenda ritiene che San Rocco sia morto a Montpellier, dove era ritornato o ad Angera sul Lago Maggiore. E’ invece certo che si sia trovato, sulla via del ritorno a casa, implicato nelle complicate vicende politiche del tempo: San Rocco è arrestato come persona sospetta e condotto a Voghera davanti al governatore. Interrogato, per adempiere il voto non volle rivelare il suo nome dicendo solo di essere “un umile servitore di Gesù Cristo”. Gettato in prigione, vi trascorse cinque anni, vivendo questa nuova dura prova come un “purgatorio” per l’espiazione dei peccati. Quando la morte era ormai vicina, chiese al carceriere di condurgli un sacerdote; si verificarono allora alcuni eventi prodigiosi, che indussero i presenti ad avvisare il Governatore. Le voci si sparsero in fretta, ma quando la porta della cella venne riaperta, San Rocco era già morto: era il 16 agosto di un anno compreso tra il 1376 ed il 1379.

Prima di spirare, il Santo aveva ottenuto da Dio il dono di diventare l’intercessore di tutti i malati di peste che avessero invocato il suo nome, nome che venne scoperto dall’anziana madre del Governatore o dalla sua nutrice, che dal particolare della croce vermiglia sul petto, riconobbe in lui il Rocco di Montpellier. San Rocco fu sepolto con tutti gli onori.

Sulla sua tomba a Voghera cominciò subito a fiorire il culto al giovane Rocco, pellegrino di Montpellier, amico degli ultimi, degli appestati e dei poveri.

Il Concilio di Costanza nel 1414 lo invocò santo per la liberazione dall'epidemia di peste ivi propagatasi durante i lavori conciliari.

Dal 1999 è attiva presso la Chiesa di San Rocco in Roma, dove per volontà di Papa Clemente VIII dal 1575 è custodita una Insigne Reliquia del Braccio destro di San Rocco, l’Associazione Europea Amici di San Rocco, con lo scopo di diffondere il culto e la devozione verso il Santo della carità attraverso l’esempio concreto di amore verso i malati ed i bisognosi.

Oltre a quello romano, altri centri rocchiani sono:

- l'Arciconfraternita Scuola Grande di Venezia, che ne custodisce il corpo

- il santuario di San Rocco della sua città natale di Montpellier

- l'Association Internationale che ha sede sempre in Montpellier e che aggrega e collega le diverse associazioni nazionali

- l'Associazione Nazionale San Rocco Italia che ha sede a Sarmato (PC), dove avvenne l'incontro col cane

- il Comitato Internazionale Studi Rocchiani che ha sede in Voghera (PV), località da cui prese avvio il culto.

 LEGGI SU santiebeati.it

 

ECCO IL PROGRAMMA DEI FESTEGGIAMENTI a Scilla, la famosa cittadina in provincia di Reggio Calabria, di cui è il santo patrono:

Il programma ufficiale dei festeggiamenti in onore di San Rocco, Patrono della città di Scilla, è già iniziato domenica 11 agosto 2024, con la meditazione su San Rocco amico dei fanciulli e dei ragazzi che ha accompagnato le Sante Messe e i momenti di preghiera personale e comunitaria e con l’accensione sulla facciata della chiesa e attorno alla panoramica piazza delle luminarie. Altri spunti meditativi scandiscono tutte le giornate, con la possibilità di visitare la chiesa dal mattino a tarda sera.

Venerdì 16 agosto, Festa liturgica di San Rocco e giorno festivo cittadino, si apre alle 8,00 con la Santa Messa presieduta dall’arciprete don Francesco Cuzzocrea e seguita dalla Iurnata I Santa Roccu, ossia un’intera giornata di adorazione eucaristica e di intensa preghiera personale e comunitaria che gli Scillesi svolgono ogni anno per antichissimo voto.

Alle 19,00, la Santa Messa sarà seguita dalla processione con la Statua di San Rocco seduto, detta Santa Rroccheddu, alla cappelletta di villa Comunale, antica Porta della Città, dove rimarrà fino alla conclusione dei festeggiamenti.

Sabato 17 alle 18,00, la Santa Messa precederà la processione con la venerata Statua lignea di San Rocco che scenderà ad abbracciare i quartieri marittimi di Chianalea e Marina Grande, circumpercorrendo la Rocca con il Castello.

Domenica 18 alle 10,30 la santa Messa solenne con la consegna del cero votivo da parte dell’amministrazione comunale.

Alle 18,00 la Santa Messa precederà la processione delle 19,00 che abbraccerà il quartiere centrale di San Giorgio.

I fuochi d’artificio della Foti Fire Events e le note del Complesso bandistico «Clemente Scarano-Città di Scilla» scandiranno tanti momenti salienti di questi giorni di festa, come l’inizio e metà giornata, l’uscita e il rientro della venerata Effigie, fino, in particolare, al tradizionale spettacolare Trionfino che verrà acceso al termine della processione di domenica in piazza San Rocco.

I costi e le attività propedeutiche di tutto quanto precede - ossia i Festeggiamenti senza i «Fuochi di Mezzanotte» - sono sostenuti dalla Parrocchia, grazie ai volontari e alle offerte dei fedeli raggiunti casa per casa o che si recheranno in chiesa. 

Stante l’indisponibilità dell’amministrazione comunale a farsene carico e a una serie di ostacoli finanziari, burocratici e logistici, l’impegno di alcuni privati cittadini e la risposta di alcune centinaia di abitanti, emigrati e operatori economici renderà possibile anche svolgere il tradizionale spettacolo pirotecnico dei Fuochi di Mezzanotte, che per la prima volta verrà esploso dal Porto «Cap. Natale De Grazia», illuminando il versante di Chianalea della costa di Scilla.