Santo del giorno 8 agosto: san Domenico di Guzmàn

News del 08/08/2024 Torna all'elenco delle news

San Domenico di Guzmán fondatore dell'Ordine dei Frati Predicatori o domenicani, uno dei più importanti della Chiesa, convinto che bisognasse riportare il clero a quella austerità di vita che era alla base  dell'eresia degli Albigesi e dei Valdesi che cercava di combattere. Egli fonda un Ordine che ha come scopo la salvezza delle anime mediante la predicazione che scaturisce dalla contemplazione: contemplata aliis tradere sarà la felice formula con cui s.Tommaso d'Aquino esprimerà l'ispirazione di s. Domenico e l'anima dell'Ordine. Per questo nell'Ordine da lui fondato hanno una grande importanza lo studio, la vita liturgica, la vita comune, la povertà evangelica, per la prima volta legata ad un ordine clericale.

Sfinito dal lavoro apostolico ed estenuato dalle grandi penitenze, il 6 agosto 1221 muore circondato dai suoi frati, nel suo amatissimo convento di Bologna, in una cella non sua, perché lui, il Fondatore, non l'aveva. Tra le ultime parole rivolte ai frati che assistevano al suo transito:

“Fratelli carissimi, ecco l’eredità che vi lascio come a miei figli: abbiate la carità, conservate l’umiltà, abbracciate la povertà volontaria”.

Gregorio IX, a lui legato da una profonda amicizia, lo canonizzerà il 3 luglio 1234. 

Dal 1267 le reliquie del santo sono venerate a Bologna nella basilica a lui dedicata; l’arca che le contiene, scolpita da Niccolò Pisano, si è arricchita nel corso dei secoli di splendide aggiunte di importanti artisti (tra cui anche Michelangelo). Il sepolcro marmoreo, noto come Arca di san Domenico, nella Basilica del Convento San Domenico a Bologna è opera di Nicola Pisano e allievi, con contributi di Niccolò dell'Arca, Michelangelo Buonarroti, Alfonso Lombardi e Jean-Baptiste Boudard. La sua costruzione ha richiesto 5 secoli.

A Roma, nel chiostro del convento di Santa Sabina sull’Aventino, è tuttora presente una pianta di arancio che, secondo la tradizione, san Domenico portò dalla Spagna. La popolarità del santo, anche per la diffusione del suo Ordine, è stata immensa, e assai numerosi i luoghi che lo hanno voluto come protettore. Tra le città di cui è protettore Bologna, di cui fu proclamato «Patrono e Difensore perpetuo della città», e Napoli. E' titolare della parrocchia di San Domenico di Reggio Calabria.

In occasione del VII centenario della sua morte, il 29 giugno 1921 papa Benedetto XV gli dedicò l’enciclica Fausto appetente die.

 

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Martirologio Romano: Memoria di San Domenico, sacerdote, che, canonico di Osma, umile ministro della predicazione nelle regioni sconvolte dall’eresia albigese, visse per sua scelta nella più misera povertà, parlando continuamente con Dio o di Dio. Desideroso di trovare un nuovo modo di propagare la fede, fondò l’Ordine dei Predicatori, al fine di ripristinare nella Chiesa la forma di vita degli Apostoli, e raccomandò ai suoi confratelli di servire il prossimo con la preghiera, lo studio e il ministero della parola. La sua morte avvenne a Bologna il 6 agosto.

(6 agosto: A Bologna, anniversario della morte di san Domenico, sacerdote, la cui memoria si celebra tra due giorni).

 

Nato nel 1170 a Caleruega, un villaggio montano della Vecchia Castiglia (Spagna), si distinse fin da giovane per carità e povertà. Convinto che bisognasse riportare il clero a quella austerità di vita che era alla base dell'eresia degli Albigesi e dei Valdesi, fondò a Tolosa l'Ordine dei Frati Predicatori che, nato sulla Regola agostiniana, divenne nella sostanza qualcosa di totalmente nuovo, basato sulla predicazione itinerante, la mendicità (per la prima volta legata ad un ordine clericale), una serie di osservanze di tipo monastico e lo studio approfondito. San Domenico si distinse per rettitudine, spirito di sacrificio e zelo apostolico. Le Costituzioni dell'Ordine dei Frati Predicatori attestano la chiarezza di pensiero, lo spirito costruttivo ed equilibrato e il senso pratico che si rispecchiano nel suo Ordine, uno dei più importanti della Chiesa. Sfinito dal lavoro apostolico ed estenuato dalle grandi penitenze, il 6 agosto 1221 muore circondato dai suoi frati, nel suo amatissimo convento di Bologna, in una cella non sua, perché lui, il Fondatore, non l'aveva. Gregorio IX, a lui legato da una profonda amicizia, lo canonizzerà il 3 luglio 1234.

La fisionomia spirituale di S. Domenico è inconfondibile; egli stesso negli anni duri dell'apostolato albigese si era definito: "umile ministro della predicazione". Dalle lunghe notti passate in chiesa accanto all'altare e da una tenerissima devozione verso Maria, aveva conosciuto la misericordia di Dio e "a quale prezzo siamo stati redenti", per questo cercherà di testimoniare l'amore di Dio dinanzi ai fratelli.

Egli fonda un Ordine che ha come scopo la salvezza delle anime mediante la predicazione che scaturisce dalla contemplazione: contemplata aliis tradere sarà la felice formula con cui s.Tommaso d'Aquino esprimerà l'ispirazione di s. Domenico e l'anima dell'Ordine. Per questo nell'Ordine da lui fondato hanno una grande importanza lo studio, la vita liturgica, la vita comune, la povertà evangelica.

La sua personalità ricca si rifrangerà inesauribilmente nella fioritura di santi che lungo i secoli ne abbracceranno l’ideale e guarderanno filialmente a lui come a un vero uomo di Dio, all’apostolo che - secondo l’impareggiabile elogio comunicato da Dio a santa Caterina - «prese l’ufficio del Verbo».

L’elogio più alto di lui venne da Dio Padre stesso a santa Caterina da Siena, la sua più illustre “figlia”: «San Domenico è l’immagine viva del mio Verbo Incarnato, Gesù... Io ho generato questi due figli, uno, Gesù, per natura; l’altro, Domenico, per amore. Per dono mio speciale, furono in Domenico somiglianti a quelle di Gesù le fattezze naturali del volto e della persona».

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