Santo del giorno 5 agosto: sant'Emidio

News del 05/08/2024 Torna all'elenco delle news

Sant'Emidio, primo vescovo e martire cefaloforo, patrono della città e della Diocesi di Ascoli Piceno e delle cittadine di Leporano e Cerro al Volturno e di Placanica in provincia di Reggio Calabria, è invocato come protettore contro i terremoti. Le spoglie sono conservate nella cripta sotterranea del Duomo di Ascoli Piceno.

Dopo la sua decapitazione Emidio, tra lo stupore generale raccolse il proprio capo, (cefaloforia) e camminò fino al monte dove aveva costruito un oratorio in cui morì. 

 

 

Nacque a Treviri nel 273 in una nobile famiglia pagana. Sui primi anni della sua vita fonti e tradizioni sono assai povere e divergono. Le due ipotesi più probabili vedono Emidio dedicato allo studio delle arti liberali oppure arruolato nelle milizie romane. La sua conversione al Cristianesimo (290?) avvenne grazie alla predicazione dei santi Nazario e Celso. Diventò catecumeno, lo battezzarono e si dedicò allo studio delle Sacre Scritture. Entrato in conflitto con la famiglia che tentò in tutti i modi di ricondurlo al paganesimo, partì per l’Italia insieme ai tre amici Euplo, Germano e Valentino (cui attribuirono la prima agiografia del santo). Giunto a Milano, il vescovo Materno lo consacrò sacerdote (296?) e stette per tre anni all’oratorio di San Nazario. In questo periodo la sua attività di predicatore fu particolarmente feconda ed ebbe come risultato la conversione di molti dei suoi ascoltatori.

A causa della persecuzione di Diocleziano fuggì a Roma dove si rifugiò presso un certo Graziano. Qui gli attribuirono molte guarigioni miracolose (tra cui la figlia paralitica dello stesso Graziano), tanto che il popolo lo credette la reincarnazione del dio Esculapio.

Recatosi dal papa Marcellino, su invito di un angelo in sogno, poichè la fama lo aveva raggiunto, ordinò Emidio vescovo di Ascoli, ed Euplo diacono. Affidò loro la difficile missione di diffondere il cristianesimo nell’importante centro Piceno (ancora quasi completamente pagano). Durante la strada Emidio si fermò a evangelizzare i centri di Pitino, L’Aquila e Teramo, e infine giunse ad Ascoli (300?).

Ad Ascoli era prefetto Polimio, autore di dure repressioni contro i cristiani, che ordinò subito a Emidio di non predicare la buona novella, ordine che fu completamente ignorato. Anche ad Ascoli, Emidio si prodigò nella guarigione dei malati, cosa che gli consentì di convertire un gran numero di Ascolani. Polimio lo credette la reincarnazione del dio Esculapio, e gli chiese di offrire sacrifici agli dèi, promettendogli in matrimonio Polisia, sua figlia. Il Santo non solo rifiutò di offrire agli dèi, ma addirittura convertì Polisia alla fede cristiana e la battezzò nelle acque del fiume Tronto.

Polimio, avvertito di questo, ordinò l’arresto di Emidio e lo condannò alla pena capitale. Il vescovo non si nascose e fu decapitato (303 sotto Papa Marcellino o, secondo un’altra tradizione, 309 sotto Papa Eusebio). Avvenne allora l'ultimo miracolo del santo: al momento di morire, raccolse il proprio capo, camminando fino al monte dove aveva costruito un oratorio. Era il 5 agosto 309. Invece Polisia, fatta ricercare dal padre, fuggì sul monte Ascensione e scomparve in un crepaccio nei pressi del quale in sèguito nacque il paese di Polesio.

Nel 1703 un violento terremoto colpì le Marche risparmiando Ascoli, protetta dal suo patrono. Per riconoscenza, nel 1717 gli abitanti gli eressero una chiesa. 

 

 

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Martirologio Romano: Ad Ascoli Piceno, sant’Emigdio, celebrato come primo vescovo della città e martire.

 

La storia di Emidio è narrata nella "Passio" composta probabilmente da un monaco di origine franca, intorno all'undicesimo secolo, dopo il ritrovamento delle reliquie del santo Emindius morto decapitato, reliquie portate nella cripta del Duomo e conservate in un sarcofago romano.

Emidio nacque a Treviri nel 279 da famiglia pagana e si istruì nelle arti liberali. All'età di ventitrè anni lascia le dottrine filosofiche e diviene catecumento, ricevendo quindi il battesimo. Iniziò quindi a studiare le Sacre Scritture divenendone un buon conoscitore e iniziò così la sua vita da predicatore. La sua predicazione suscitava molte conversioni e ciò irritava i pagani che lo catturarono e lo portarono ad un tempio dedicato a Giove, dove Emidio fece una solenne professione di fede alla quale seguì un improvviso terremoto che spaventò i suoi carcerieri. Raggiunti i compagni Euplo, Germano e Valentino partì alla volta dell'Italia, anche perché una voce nel sonno gli suggerì questo viaggio.

Giunse a Milano ove stette per tre anni all'oratorio di San Nazario continuando la predicazione che spesso spingeva alla conversione i suoi ascoltatori. In seguito alla persecuzione di Diocleziano dovette fuggire a Roma dove trovò rifuhgio presso un certo Graziano, padre di una ragazza paralitica e emoroissa.

Saputo che Emidio praticava anche l'arte medica, Graziano gli chiese aiuto per la figlia ed Emidio promise la guarigione se la ragazza si fosse battezzata. Tutta la famiglia di Graziano si convertì e chiese il battesimo e la guarigione fu ottenuta.

Sempre a Roma Emidio guarì nello stesso modo e pubblicamente un cieco e moltissimi dei convenuti chiesero di essere battezzati. I pagani pensavano trattavasi di un incarnazionde del dio Esculapio e portarono all'isola Tiberina dove sorgeva appunto il tempio dedicato ad Esculapio, anche qui Emidio guarì oltre mille infermi e testimoniò la sua fede, spezzando l'ara pagana e gettandola nel Tevere. Dapprima i sacerdoti pagani lo andarano a denunciare al prefetto, ma non avendo ottenuto soddisfazione da questi si ricredettero su Emidio e si recarono da lui per farsi a loro volta battezzare. Successivamente lo stesso prefetto saputo della distruzione dell'altare all'Isola Tiberina scatenò una persecuzione contro i cristiani.

Un angelo in sogno invita Emidio e i compagni a recarsi da papa Marcello, che li accolse, ordinò Emidio vescovo di Ascoli e Euplo diacono e li inviò in quella città. Emidio entrò quindi in Ascoli, città ancora pagana, e iniziò la sua predicazione. Il governatore Polimio lo fece chiamare invitandolo a sacrificare agli dei senza ottenere risposta. Data la giovane età di Emidio il governatore anziché arrestarlo gli diede alcuni giorni per riflettere ed Emidio ne approfittò per predicare e per compiere una guarigione miracolosa che convertì moltissimi ascolani. Il governatore Polimio lo richiamò per ottenere il sacrificio agli dei e credendolo incarnazione del dio Esculapio gli promise in matrimonio la propria figlia Polisia. In un incontro con la stessa Emidio la porta a conversione e dopo pochi giorni la battezza nelle acque del Tronto. Nella borgata Solestà battendo la roccia come Mosè Emidio fa scaturire una fonte di acqua limpida dove battezza più di mille ascolani. Polimio infuriato ordina l'arresto della figlia, che riuscirà a fuggire sul Monte Nero; quindi ordina la decapitazione di Emidio, durante la quale avvenne l'ultimo miracolo del santo, che invece che stramazzare al suolo raccolse il proprio capo e camminò fino al monte ove aveva costruito un oratorio dove morì. Era il 5 agosto 309, i fedeli sepellirono Emidio nella grotta sottostante l'oratorio e assalirono il palazzo di Polimio abbattendolo.

Nel 1703 un violento terremoto sconvolse le Marche ma non colpì la città di Ascoli, si dice protetta dal suo patrono, che è invocato oggi a protezione dai terremoti. In seguito a questo episodio la città di Ascoli eresse nel 1717 una chiesa dedicata appunto al santo e il cui interno è appunto la grotta dove Emidio morì e dove secondo la leggenda fu trovato il sepolcro del santo ricoperto di basilico.

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