Santo del giorno 3 agosto: sant'Aspreno di Napoli
News del 03/08/2024 Torna all'elenco delle news
sant'Aspreno primo vescovo di Napoli tra la fine del I secolo e gli inizi del II. E' uno dei più antichi tra i 51 protettori di Napoli, i cui busti sono custoditi nella Cappella del tesoro in Duomo, dove è anche conservato il bastone con cui san Pietro lo guarì, convertendolo e consacrandolo poi vescovo di Napoli prima della sua partenza verso Roma. Nel suo episcopato, durato 23 anni all'epoca degli imperatori Traiano e Adriano, fu particolarmente ricolmo d'amore verso i poveri e il suo speciale carisma fece accrescere la comunità cristiana napoletana. Fece costruire l'oratorio di Santa Maria del Principio, dove poi sarebbe sorta la Basilica di Santa Restituta, e quindi il Duomo di Napoli, ed è attribuita la fondazione della Basilica di San Pietro ad Aram, prima chiesa napoletana, sul luogo dove san Pietro battezzò sant’Aspreno, dove è ancora presente l'altare su cui Pietro celebrò e che al suo interno ospita pure una cappella dedicata ad Aspreno. A lui sono intitolate due storiche chiese napoletane: Sant’Aspreno ai Crociferi e la più antica Sant’Aspreno al Porto, sorta dove la tradizione fissa la dimora del santo, situata in una grotta, che custodisce il suo pastorale.
È invocato contro l'emicrania.
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Martirologio Romano: A Napoli, sant’Asprenato, primo vescovo della città.
Moltissimi napoletani, presi dalla grande devozione per il patrono principale della città s. Gennaro e dal suo periodico spettacolare miracolo della liquefazione del sangue, hanno dimenticato o addirittura ignorano che il primo vescovo della nascente comunità cristiana di Napoli fu s. Aspreno, mentre s. Gennaro fu vescovo di Benevento e morto martire a Pozzuoli vicino Napoli.
Di s. Aspreno (o Asprenato o Aspremo) di certo si sa che è della fine del I secolo, inizi del II, epoca in cui i più recenti studi archeologici, fissano gli inizi della Chiesa napoletana, a conferma di ciò, si sa che il nome Aspreno era molto diffuso nel periodo della repubblica e nei primi tempi dell’Impero romano, poi cadde in disuso.
Vari antichi documenti compreso il famoso Calendario Marmoreo di Napoli, ne attestano la sua esistenza al tempo degli imperatori Traiano ed Adriano e fissano in ventitré anni la durata del suo episcopato.
Della sua vita non si sa niente di certo, ma un’antichissima leggenda ripresa poi da testi successivi con rimaneggiamenti, narra che s. Pietro, fondata la Chiesa d’Antiochia, dirigendosi verso Roma con alcuni discepoli, passò per Napoli, qui incontrò una vecchietta ammalata (identificata poi con s. Candida la Vecchia) che promise di aderire alla nuova fede se fosse stata guarita.
Pietro fa un esorcismo contro la malattia e i discepoli antiocheni rispondono con un Amen! Candida guarita, gli raccomanda un suo amico di nome Aspreno da tempo ammalato e che se guarito anche lui certamente si sarebbe convertito.
A questo punto Pietro guarisce anche lui e dopo averlo catechizzato, lo battezza. Il cristianesimo ebbe subito una diffusione in Napoli e quando Pietro decise di riprendere il viaggio per Roma, consacrò lo stesso Aspreno come vescovo. Egli fece costruire l’oratorio di S. Maria del Principio su cui sorgerà la basilica di s. Restituta e fondò la chiesa di S. Pietro ad Aram ove ancora oggi è conservato l’altare su cui l’Apostolo celebrò il Sacrificio.
Il santo vescovo morì ricco di meriti, e vari miracoli furono ottenuti per sua intercessione; il suo sepolcro fu posto nell’oratorio di S. Maria del Principio, alcuni studi più recenti dicono che fu posto nelle catacombe di S. Gennaro, nella cui basilichetta superiore vi erano le immagini, non ben conservate, dei primi 14 vescovi napoletani, il vescovo Giovanni lo Scriba (842-49) fece trasportare i resti nella basilica Stefania, dedicando ad ognuno una tumulazione con immagine e s. Aspreno sotto l’altare della cappella a lui dedicata.
Dopo s. Gennaro è il secondo dei 47 santi protettori di Napoli, i cui busti d’argento sono custoditi nella cappella del tesoro di s. Gennaro nel Duomo, lì vi sarebbe conservato il bastone con cui s. Pietro lo guarì.
Nella città in epoche diverse furono elette due chiese in suo onore e una cappella gli è dedicata nell’antichissima basilica di s. Restituta.
È invocato contro l’emicrania, la sua festa liturgica viene ricordata nel Martirologio Romano e nel Calendario Marmoreo al 3 agosto.
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Sepolto secondo la tradizione nell'oratorio della chiesa napoletana di Santa Maria del Principio, recenti ricerche hanno affermato che i suoi resti si trovassero nelle Catacombe di San Gennaro e furono traslati per decisione del vescovo di Napoli Giovanni IV lo Scriba (842-849) nella basilica Stefania dove tutt'oggi riposano sotto l'altare della cappella che porta il suo nome.
Nella cappella del Tesoro di san Gennaro vi è, insieme a quello di Gennaro e degli altri 50 santi patroni della città di Napoli, il suo busto d'argento e nella cappella delle reliquie del Duomo di Napoli è conservato quello che la tradizione ritiene essere il bastone con cui l'apostolo Pietro lo guarì dalla malattia.